«Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»

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pratodifuoco
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«Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»

Intervento di pratodifuoco »

Salve a tutti,
sono nuovo di questo foro e spero di non esordire ponendo il mio quesito nella sezione sbagliata...

Oggi mi sono trovato a scrivere "Questo è il miglior ritratto che io sia riuscito a fare di lui".
Ma poi mi sono sentito insicuro, e ho pensato che forse avrei dovuto scrivere "Questo è il miglior ritratto che sono riuscito a fare di lui."

Istintivamente mi viene da usare il congiuntivo, ma ora sono confuso e non sto riuscendo a trovare una spiegazione che possa sciogliere questo mio dubbio.
Ringrazio anticipatamente chi sarà in grado di fornirmela!
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Marco1971
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Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»

Intervento di Marco1971 »

Coi superlativi è normale il congiuntivo, come mostra la nostra miglior tradizione. L’indicativo rimane in genere possibile, come forma marcata, perlopiú in senso colloquiale.

Come manderò io o andrò a domandargli questo falcone, che è, per quel che io oda, il migliore che mai volasse e oltre a ciò il mantien nel mondo? (Boccaccio, Decameron, 1353)

È vino brusco, il migliore che sia in Firenze, il quale ha venduto Giovanni Benci alla Signoria uno grosso il fiasco. (Motti e facezie del piovano Arlotto, 1478)

Il che fece Alesso in su uno edifizio di legname, fatto dal Cecca architetto, tenuto il migliore che avesse quel secolo. (Vasari, Vite..., 1550)

...il pelo rosso pareva il migliore che potesse desiderarsi da quelli che, con una faccia la quale altrui acquistasse benivoglienza e credito di esquisita bontà, volea comparir tra le genti. (Boccalini, Ragguagli di Parnaso, 1615)

Si resero certe le imposizioni ordinarie con un nuovo catasto, il quale, se non era il migliore che si potesse avere, era però il migliore che fino a quel tempo si fosse avuto... (Cuoco, Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, 1801)

Ella accetti i miei abbracciamenti, e i miei fervidi e sinceri voti per la costante prosperità della sua salute, che mi pare il maggior bene che si possa augurare agli amici. (Leopardi, Lettere, 1837)

O canta l’inno di vittoria! Cantalo
anima! Il sogno è un sole, ed è fra tutti
il più bello che l’aureo Olimpo serri!
(Corazzini, Poesie, 1904)

Ora, poiché da sé, ella, aveva recato a se stessa il peggior male che a una fanciulla possa capitare, non restava più a lei, madre previdente, che di trarre da questo male il miglior partito. (Pirandello, Il fu Mattia Pascal, 1904)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
pratodifuoco
Interventi: 2
Iscritto in data: dom, 03 mag 2020 23:32

Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»

Intervento di pratodifuoco »

Grazie mille!
codino94
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Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»

Intervento di codino94 »

Invece, ad esempio, è corretto l'indicativo in casi come questo è il ritratto che ho visto.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

codino94 ha scritto: lun, 04 mag 2020 13:35 Invece, ad esempio, è corretto l'indicativo in casi come questo è il ritratto che ho visto.
Codesto però è un altro esempio: si tratta di una normale relativa limitativa. Qui si parla di relative il cui antecedente è un superlativo (in funzione di aggettivo sostantivato o attributo).
codino94
Interventi: 61
Iscritto in data: sab, 02 mag 2020 12:10
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Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»

Intervento di codino94 »

Tornando al congiuntivo dell'esempio iniziale, a volte si aggiunge anche il "mai" come rafforzativo: Il miglior ritratto che io abbia mai realizzato.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»

Intervento di Marco1971 »

Come si può vedere nell’esempio del Boccaccio sopra riportato.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
codino94
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Re: «Il miglior ritratto che io sia/sono riuscito a fare»

Intervento di codino94 »

Ho ritenuto utile o - almeno - adeguato fare anche un esempio con un linguaggio attuale.
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