Cerco il nome di «ar»

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lem
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Cerco il nome di «ar»

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Cerco il nome di: “ar"co


Salve

Si sa che quello che ha inventato l’arco, era il secondo nella fila dei cacciatori, quello che si prendeva le ramate addosso. :P

Quello che mi piacerebbe conoscere invece, è che nome avesse avuto la macchina per saette nel nostro continente all'inizio, quando era la nobile alternativa alle trappole, o lo strumento che decideva le
sorti degli uomini.

Sono mai state avanzate ipotesi in tal senso?

Ringrazio per l'aiuto.
Avatara utente
u merlu rucà
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Re: Cerco il nome di «ar»

Intervento di u merlu rucà »

Il nostro ‘arco’ deriva dal latino arcus, che risale al proto-indoeuropeo *h₂erkʷo-. 'arco, piegato'. Ad arco si ricollegano le seguenti forme germaniche: gotico *arhʷazna, antico norvegese ɔr, gen. ɔrvar, antico inglese earh, -e; arewe, -an, tutte significanti 'freccia'. A queste si aggiunge l’umbro arc̨lataf `arculatas’.
Il celtico irlandese aveva una forma indigena fidbac (fid ‘legno’ bac ‘piegato’) e una bogha che potrebbe essere un prestito dall’anglosassone boga o dall’antico norvegese bogi.
Il greco ha tokson (Τόξον) imparentato con il latino taxus o preso in prestito dal persiano taxš ‘balestra’
Le lingue germaniche partono da un protogermanico *bugon da una radice indoeuropea *bheug- ‘piegare’.
Ad una radice *lenk- ‘piegare, flettere’ si ricollegano forme slave, tra cui il russo luk, e il lituano lankas.
Il sanscrito, infine, indica l’arco con dhanu.
Largu de farina e strentu de brenu.
lem
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Re: Cerco il nome di «ar»

Intervento di lem »

Grazie per la sua magnifica guida.
Avatara utente
u merlu rucà
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Re: Cerco il nome di «ar»

Intervento di u merlu rucà »

Per completare, la forma del sanscritto deriva dal protoindoeuropeo *dhAnw- 'quercia', da cui discendono anche l'avestico ɵanvan-, ɵanvar- 'arco' e il protogermanico *danna-z, *dannō, *danniō, con molte forme nei vari dialetti tedeschi, con il significato soprattutto di 'abete'.
Largu de farina e strentu de brenu.
lem
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Re: Cerco il nome di «ar»

Intervento di lem »

Grazie, ero completamente fuori strada. Mi ha dispensato tantissime informazioni, grazie ancora. Mi sto concentrando sui significanti: da freccia a legno piegato.
Mi piace pensare che in Grecia abbiano sviluppato una forma propria, derivata dal legno di tasso che era l'essenza eletta dagli arcieri. Cercando di mettere in ordine cronologico ho difficoltà a collocare la voce degli umbri.
Avatara utente
u merlu rucà
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Re: Cerco il nome di «ar»

Intervento di u merlu rucà »

Posso soddisfare la sua ultima richiesta: arc̨lataf è un termine presente nelle Tavole Eugubine, quindi III/II a.C. e è un acc.pl.femm. di un tema aggettivale in –to- ‘arcuato, ad arco’ sostantivato in ‘pane ad arco’ da *arkelato identico al latino arculata ‘cerchietti di farina che si facevano nell’ambito dei sacrifici’, riportato da Festo.
Da quanto riporta Festo e dall’uso del plurale in umbro, si può dedurre che si trattasse di pagnotte di piccole dimensioni e che ne venissero usate diverse per sacrificio.
Tratto da Vocabolario dell'umbro delle tavole di Gubbio di Augusto Ancillotti e Romolo Cerri.
Largu de farina e strentu de brenu.
lem
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Re: Cerco il nome di «ar»

Intervento di lem »

Salve.

Mi chiedevo se la voce dhanu del sanscrito, escluda che una voce indoeuropea diversa, comparsa nei veda sia quella che nomina il mitico Arjuna e soprattutto il suo arco.

Su etimo.it dizionario etimologico online alla voce “Ario” compare questa citazione.
Immagine
Non posso immaginare a cosa si riferisse Angelo Canini, solo mi sento di condividere questo punto interrogativo.
u merlu rucà ha scritto: dom, 10 mag 2020 16:06 Il nostro ‘arco’ deriva dal latino arcus, che risale al proto-indoeuropeo *h₂erkʷo-. 'arco, piegato'.
Azzardo un’ovvietà. Penso che nelle forme traducenti “legno piegato”, sia implicita la linea curva descritta dal legno, bensì la flessione e l’energia potenziale propria dell’arco, come per molte delle voci che ha avuto la gentilezza di tradurre. Risulta così più coerente e meno banale l’associazione operata dai latini edificando l’arco, anche questo funzionale a sostenere analoghe tensioni; l'associazione che si effettua con l'"l'arco voltaico", si esaspera con l'archetto da violino e facilmente riemerge anche in altre espressioni.

Chiedo venia per le speculazioni.

Necessito della grazia di un significante. Il persiano taxš, indica invece la tensione della corda?

Sempre grazie.
Avatara utente
u merlu rucà
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Re: Cerco il nome di «ar»

Intervento di u merlu rucà »

Il termine persiano, come il greco, deriva da *taksos, che è una delle due forme indoeuropee per indicare il tasso (la pianta ovviamente). Per quanto riguarda ario, non saprei, il dizionario etimologico che lei cita è datato e non del tutto affidabile. In ogni caso, se trovo qualcosa, lo riporterò qui. Per quanto a mia conoscenza, il termine ario dovrebbe derivare da una radice indoeur. *h₄erós, che signfica 'membro di uno stesso gruppo' (in opposizione a chi non ne fa parte) ed era usato come autodesignazione dai popoli indo-iranici (presso gli indo-ariani, nel periodo vedico, era una denominazione religiosa per loro stessi). Dalla radice *h₄erós derivano anche:
Il prefisso ittita arā- con il significato di 'componenti di uno stesso gruppo di compagni o amici';
celtico *aryo 'uomo libero'
antico irlandese aire 'uomo libero, nobile, capo'
gallico arios 'uomo libero,signore'
Non mi sembra che vi sia un collegamento con arco.
L'arco di Arjuna si chiama Gandiva. Probabilmente ha origine dal temine sanscrito Gandi, che vuol dire 'rinoceronte'. Se non erro,infatti, l'arco di Arjan era fatto esternamente di corno di rinoceronte.
Largu de farina e strentu de brenu.
Avatara utente
Infarinato
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Re: Cerco il nome di «ar»

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u merlu rucà ha scritto: dom, 10 mag 2020 16:06 Il nostro ‘arco’ deriva dal latino arcus, che risale al proto-indoeuropeo *h₂erkʷo-. 'arco, piegato'. Ad arco si ricollegano le seguenti forme germaniche: gotico *arhʷazna, antico norvegese ɔr, gen. ɔrvar, antico inglese earh, -e; arewe, -an, tutte significanti 'freccia'. A queste si aggiunge l’umbro arc̨lataf `arculatas’.
Scusi, caro Merlo, posso chiederle dove ha reperito codeste informazioni etimologiche? Michiel de Vaan nel suo recente Etymological Dictionary of Latin and the other Italic Languages (Leida: «Brill», 2008) sembra piuttosto reciso al riguardo:
Michiel de Vaan, op. cit. (sott. mie), ha scritto: arcus, -ūs ‘bow; arch’ [m. (f. 1x in Enn.) u] (Pl.+; gen.sg. arquī Cic., Lucr., nom.pl. arquī Varro)

Derivatives: arquitēs ‘archers’ (Paul, ex F.), arcitenens/arquitenens ‘that carries a bow’ (Naev.+), arcuātus, arquātus ‘bow-shaped’ (Var.+).

PIt. *arkuo- / *arkwo- ’bow’.

IE cognates: Go. arƕazna, OIc. ǫr, orvar, OE earh ‘arrow’ < PGm. *arχwō, -az-; Gr. ἄρκευθος [f.], Latv. ērcis ‘juniper’ [m.], Ru. rakita, Cz. rokyta, SCr. ràkita ‘brittle willow’ < PSl. *orkỳta.

The derivatives and a few o-stem forms show that the stem must have ended in *-kuo- or *-kwo-. This matches PGm. *arχwō well, so that we can assume an Italo-Gm. word for ‘bow’, PGm. *arχw-ō- meaning ‘belonging to a bow’ = ‘arrow’. This can be connected with BSl. and Greek words for ‘willow’ and ‘juniper’ under the well-founded assumption that the flexible twigs of juniper or willow were used as bows. BSl. and Greek point to *arkū̆-; as with many plant names, this is likely to be a non-IE loanword.

Bibl.: WH I: 64, EM 44, IEW 67f., Schrijver 1991:46, 67, Untermann 2000: 119.
A un’analoga conclusione giunge Robert Beekes nel suo Etymological Dictionary of Greek (Leida–Boston: «Brill», 2010, s.v. «ἄρκευθος»).

Siamo, però, ampiamente «fuori fòro»… ;)
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