«Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Moderatore: Cruscanti
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«Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Buonasera,
la completiva dell'enunciazione introdotta da "Non riuscirei ad accettare" può essere coniugata al congiuntivo presente? Oppure l'impiego del condizionale esige l'uso del congiuntivo imperfetto?
Es. "Non riuscirei ad accettare che la mia sopravvivenza dipenda/dipendesse dalla morte di un'altra persona".
la completiva dell'enunciazione introdotta da "Non riuscirei ad accettare" può essere coniugata al congiuntivo presente? Oppure l'impiego del condizionale esige l'uso del congiuntivo imperfetto?
Es. "Non riuscirei ad accettare che la mia sopravvivenza dipenda/dipendesse dalla morte di un'altra persona".
Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Non riuscirei ad accettare che Alberto sia un truffatore /che la sofferenza non abbia un senso...
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Abbiamo visto qui che il condizionale presente dei verbi esprimenti volontà, desiderio, opportunità può ammettere il congiuntivo presente, perché forme come vorrei, bisognerebbe e simili equivalgono a un presente «ingentilito». Fuori di questo caso, cioè quando il condizionale non è espressione di un desiderio, ecc., ma di un’eventualità, di un fatto dipendente da un’ipotesi, si usa di norma il congiuntivo imperfetto.
Se io dico Non riuscirei a accettare che, mi proietto in una situazione irreale, altrimenti dico Non riesco a accettare che. Quindi, nella frase proposta, la sintassi piú raccomandabile richiede il congiuntivo imperfetto:
[Se cerco d’immaginare questa situazione nella quale non mi trovo], non riuscirei a accettare che la mia sopravvivenza dipendesse dalla morte di un’altra persona.
Se io dico Non riuscirei a accettare che, mi proietto in una situazione irreale, altrimenti dico Non riesco a accettare che. Quindi, nella frase proposta, la sintassi piú raccomandabile richiede il congiuntivo imperfetto:
[Se cerco d’immaginare questa situazione nella quale non mi trovo], non riuscirei a accettare che la mia sopravvivenza dipendesse dalla morte di un’altra persona.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Grazie.
Ciò vale anche quando la completiva esprime una causalità necessaria?
Nel caso specifico si discorreva del trapianto di organi che possono essere prelevati soltanto da soggetti di cui sia stato accertato il decesso.
Ciò vale anche quando la completiva esprime una causalità necessaria?
Nel caso specifico si discorreva del trapianto di organi che possono essere prelevati soltanto da soggetti di cui sia stato accertato il decesso.
Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
O si dice Non riesco a accettare che la mia sopravvivenza dipenda... o si dice Non riuscirei a accettare che la mia sopravvivenza dipendesse... per i motivi esposti sopra. Se a Non riuscirei a accettare si sostituisce Non vorrei che, diventa possibile l’opzione del congiuntivo presente.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Noctisdomina, tutto corretto quanto indicatole da Marco. Mi permetto di suggerirle un sistema che potrebbe darle ulteriore luce. Trovandoci, col suo esempio, nel campo dell'eventuale e dell'ipotetico, trasformi ora la sua frase in un periodo ipotetico:
A) "Se la mia sopravvivenza dipendesse da un'altra persona, io (questa eventualità) non riuscirei ad accettarla/-o".
B) "Se la mia sopravvivenza dipendesse da un'altra persona, io non vorrei" * (non più mera ipotesi, ma desiderio/volontà; tanto che "vorrei/non vorrei, se..." non può funzionare).
Allora B diventa...
C) "Che la mia sopravvivenza dipenda/dipendesse... io non vorrei".
Ovviamente, rielaborata con la giusta dislocazione "non vorrei che..."
Con la differenza che col "vorrei che Andrea se ne andasse" esprimiamo un puro desiderio, come con lo sguardo rivolto alle stelle. Con "vorrei (un "voglio" sotto forma edulcorata) che Andrea se ne vada" esprimiamo qualcosa di più deciso, tra un invito e un ordine mascherato.
Comunque, è sempre bene accertarsi del reale valore del condizionale in casi simili. Se corrisponde ad un indicativo latente, può tranquillamente seguirvi un presente congiuntivo (chiaramente, nel rispetto della "consecutio").
A) "Se la mia sopravvivenza dipendesse da un'altra persona, io (questa eventualità) non riuscirei ad accettarla/-o".
B) "Se la mia sopravvivenza dipendesse da un'altra persona, io non vorrei" * (non più mera ipotesi, ma desiderio/volontà; tanto che "vorrei/non vorrei, se..." non può funzionare).
Allora B diventa...
C) "Che la mia sopravvivenza dipenda/dipendesse... io non vorrei".
Ovviamente, rielaborata con la giusta dislocazione "non vorrei che..."
Con la differenza che col "vorrei che Andrea se ne andasse" esprimiamo un puro desiderio, come con lo sguardo rivolto alle stelle. Con "vorrei (un "voglio" sotto forma edulcorata) che Andrea se ne vada" esprimiamo qualcosa di più deciso, tra un invito e un ordine mascherato.
Comunque, è sempre bene accertarsi del reale valore del condizionale in casi simili. Se corrisponde ad un indicativo latente, può tranquillamente seguirvi un presente congiuntivo (chiaramente, nel rispetto della "consecutio").
Ultima modifica di DON FERRANTE in data gio, 24 set 2020 20:18, modificato 2 volte in totale.
Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Mi parrebbe che:
Ieri: Non riuscirei ad accettare che [domani] mio figlio non passasse l'esame.
Oggi: Non riuscirei ad accettare che mio figlio non passi l'esame.
Sbaglio?
Grazie.
Ieri: Non riuscirei ad accettare che [domani] mio figlio non passasse l'esame.
Oggi: Non riuscirei ad accettare che mio figlio non passi l'esame.
Sbaglio?
Grazie.
Fuori tema
In realtà i soggetti da cui si espiantano gli organi non sono affatto deceduti (mi pare che dei morti sian buone solo le cornee) e la nozione di morte cerebrale è stata inventata per sottrarre i trapiantisti dall'accusa di omicidio, v. Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore BattenteNoctisdomina ha scritto: mer, 23 set 2020 22:35 Nel caso specifico si discorreva del trapianto di organi che possono essere prelevati soltanto da soggetti di cui sia stato accertato il decesso.
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Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
C'entra poco "ieri, oggi e domani", Lorenzos.
La differenza sta in quel che ha potuto leggere sopra e nel rimando propostole da Marco. I "non riuscirei ad accettare" (fraseologico per "non accetterei") ci portano nel campo dell'eventualità e delle ipotesi, come detto sopra. Parafrasabili con un vero e proprio periodo ipotetico: " se mio figlio non passasse, io non lo accetterei". Fila benissimo e quindi fila benissimo pure "non accetterei che non passasse". Se cade l'ipotesi di secondo o terzo tipo, cade pure "accetterei". E quindi diverrebbe: "non accetto che venga respinto".
In questi esempi chi parla lo fa ora. Un "non vorrei che facesse" o "non vorrei che faccia" non si distinguono per una misura temporale: entrambe guardano al futuro, più o meno imminente, ma con diversa impronta psicologica, sia come volontà e aspettazione che come eventualità o gradazione di potenzialità. Che è la distinzione sullodata relativa ai "vorrei" o ad altri verbi di volontà, desiderio, aspettativa, convenienza ecc... Veri condizionali o falsi condizionali?

In questi esempi chi parla lo fa ora. Un "non vorrei che facesse" o "non vorrei che faccia" non si distinguono per una misura temporale: entrambe guardano al futuro, più o meno imminente, ma con diversa impronta psicologica, sia come volontà e aspettazione che come eventualità o gradazione di potenzialità. Che è la distinzione sullodata relativa ai "vorrei" o ad altri verbi di volontà, desiderio, aspettativa, convenienza ecc... Veri condizionali o falsi condizionali?
Ultima modifica di DON FERRANTE in data gio, 24 set 2020 23:56, modificato 1 volta in totale.
Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
La ringrazio don Ferrante ma, con tutto il rispetto, non riuscirei ad accettare che «Non riuscirei ad accettare che mio figlio non possa passare l'esame» sia scorretto.
Penso sia diverso dire:
- Non riuscirei ad accettare che tu soffra.
o
- Non riuscirei ad accettare che tu soffrissi.
e mi sembrano corrette entrambe.
Riguardo l'eventualità ("non riuscirei ad accettare" (fraseologico per "non accetterei") ci portano nel campo dell'eventualità e delle ipotesi), leggo
:

Penso sia diverso dire:
- Non riuscirei ad accettare che tu soffra.
o
- Non riuscirei ad accettare che tu soffrissi.
e mi sembrano corrette entrambe.
Riguardo l'eventualità ("non riuscirei ad accettare" (fraseologico per "non accetterei") ci portano nel campo dell'eventualità e delle ipotesi), leggo
Vorrei inoltre chiedere un aiuto per decifrare questa risposta della Crusca che, citando Lepschy, riesce (ulteriormente) a confondermi le ideeazzurro_84 ha scritto: mer, 08 apr 2020 14:52 Il congiuntivo imperfetto si utilizza in caso di possibilità; mentre il congiuntivo presente in caso di eventualità. Si tratta di sfumature. Quindi dipende dal caso in questione.

Grazie.https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/impiego-del-congiuntivo-presente-o-imperfetto-nelle-proposizioni-subordinate/198 ha scritto:"La concordanza del presente è richiesta dall'indicativo presente, futuro, passato prossimo e futuro anteriore, dal congiuntivo presente e perfetto, e dal condizionale presente"
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Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Caro Lorenzos, io capisco il suo sentimento. Ma lei deve capire anche ciò che le abbiamo spiegato, che coincide con quanto dice Serianni, che descrive l’italiano «piú corretto», e che non scomoda «fonti» prive di autorità alcuna. Non mi dilungo, e lascio che Don Ferrante le rispieghi tutto perbenino, se lo ritiene utile (ma io le consiglierei di rileggere bene i messaggi precedenti).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Mi permetto, Lorenzos, di richiamare la sua attenzione su questo passaggio del ragionamento di Marco, che per me è stato illuminante:
«Se io dico Non riuscirei a accettare che, mi proietto in una situazione irreale, altrimenti dico Non riesco a accettare che. Quindi, nella frase proposta, la sintassi piú raccomandabile richiede il congiuntivo imperfetto».
«Se io dico Non riuscirei a accettare che, mi proietto in una situazione irreale, altrimenti dico Non riesco a accettare che. Quindi, nella frase proposta, la sintassi piú raccomandabile richiede il congiuntivo imperfetto».
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Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Signor Lorenzos, mi unisco anch'io alla comprensione espressale dal signor Marco. Il "mi suona bene" lo capisco e pure il fatto che l'argomento è spesso rimasto nel fumoso nelle varie grammatiche scolastiche, facendo sì che gli interrogativi ronzino sempre e senza posa.
Quanto al dubbio che le è sorto alla lettura di quell'articolo della Crusca, proverei a tranquillizzarla. Né Lepschy né Serianni né la Crusca stessa affermano qualcosa di tralignante.
Si dice semplicemente che il condizionale presente, nel gioco della "consecutio", è, sì, un tempo principale (quindi analogo ad un presente "voglio che tu esca"), ma che ricade spesso nell'orbita dei tempi storici (quindi analogo ad un passato "volevo che uscissi"). Ecco allora i "vorrei che tu uscissi", ma con le differenze sottolineate sopra e i "non sempre" o "più spesso che " del Serianni.
Tutto fa perno sulla distinzione psicologica che le ha ben illustrato il signor Marco e su quella gamma di verbi prettamente improntati a volontà, desiderio, aspettazione, convenienza...
Sintetizzando, direi che, se dietro il condizionale cova un forte apporto psicologico (tratto) di volontà, sta bene un congiuntivo presente. In tal caso possiamo chiamarlo falso condizionale e quindi affiliarci alla "consecutio" dei tempi principali.
Se la volontà si attenua verso il desiderio, la speranza, l'aspettativa, si fa più blando questo legame tra condizionale presente e congiuntivo presente.
A) Ordino che tutte le scuole chiudano
B) Voglio che tutte le scuole chiudano
C) Vorrei che tutte le scuole chiudano (falso condizionale= "voglio" edulcorato)
D) Vorrei che tutte le scuole chiudessero (vero condizionale con sfumatura sul desiderio e non sulla volontà)
E) Accetterei/Sarei contento che mio figlio uscisse tutte le sere (vero condizionale con sfumatura totalmente sull'eventualità: è un'ipotesi, praticamente un periodo ipotetico parafrasato: "se mio figlio uscisse, sarei contento").
Quanto al dubbio che le è sorto alla lettura di quell'articolo della Crusca, proverei a tranquillizzarla. Né Lepschy né Serianni né la Crusca stessa affermano qualcosa di tralignante.
Si dice semplicemente che il condizionale presente, nel gioco della "consecutio", è, sì, un tempo principale (quindi analogo ad un presente "voglio che tu esca"), ma che ricade spesso nell'orbita dei tempi storici (quindi analogo ad un passato "volevo che uscissi"). Ecco allora i "vorrei che tu uscissi", ma con le differenze sottolineate sopra e i "non sempre" o "più spesso che " del Serianni.
Tutto fa perno sulla distinzione psicologica che le ha ben illustrato il signor Marco e su quella gamma di verbi prettamente improntati a volontà, desiderio, aspettazione, convenienza...
Sintetizzando, direi che, se dietro il condizionale cova un forte apporto psicologico (tratto) di volontà, sta bene un congiuntivo presente. In tal caso possiamo chiamarlo falso condizionale e quindi affiliarci alla "consecutio" dei tempi principali.
Se la volontà si attenua verso il desiderio, la speranza, l'aspettativa, si fa più blando questo legame tra condizionale presente e congiuntivo presente.
A) Ordino che tutte le scuole chiudano
B) Voglio che tutte le scuole chiudano
C) Vorrei che tutte le scuole chiudano (falso condizionale= "voglio" edulcorato)
D) Vorrei che tutte le scuole chiudessero (vero condizionale con sfumatura sul desiderio e non sulla volontà)
E) Accetterei/Sarei contento che mio figlio uscisse tutte le sere (vero condizionale con sfumatura totalmente sull'eventualità: è un'ipotesi, praticamente un periodo ipotetico parafrasato: "se mio figlio uscisse, sarei contento").
Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Gentile Don Ferrante, innazitutto la ringrazio e premetto che sugli usi e le funzionalità del condizionale concordo, ovviamente, anche sulle virgole.
Riguardo alla risposta della Crusca, ad una più attenta lettura mi è chiaro la concordanza richiesta da quella sfilza di tempi verbali si riferisce al presente congiuntivo, sottinteso ma di cui alla domanda.
Venendo alla citazione del buon Marco, chiedo scusa ma perché dovrei proiettarmi? Io so, adesso, che "Se tu, ora, mi dicessi che stai male non riuscirei ad accettarlo", ossia "Non riuscirei ad accettare che tu stia male". Almeno in questi casi, non credo quindi che c'entrino poco "ieri, oggi e domani" (l'argomento del "mi suona bene" non mi pare di averlo utilizzato).
Ancora grazie buon lunedì a tutti.
Riguardo alla risposta della Crusca, ad una più attenta lettura mi è chiaro la concordanza richiesta da quella sfilza di tempi verbali si riferisce al presente congiuntivo, sottinteso ma di cui alla domanda.
Venendo alla citazione del buon Marco, chiedo scusa ma perché dovrei proiettarmi? Io so, adesso, che "Se tu, ora, mi dicessi che stai male non riuscirei ad accettarlo", ossia "Non riuscirei ad accettare che tu stia male". Almeno in questi casi, non credo quindi che c'entrino poco "ieri, oggi e domani" (l'argomento del "mi suona bene" non mi pare di averlo utilizzato).
Ancora grazie buon lunedì a tutti.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
Se tu stai male, dico Non riesco ad accettare che tu stia male.
Se invece ipotizzo che ti ammali (proiettandomi così in una situazione irreale), dico Non riuscirei ad accettare che tu stessi male.
Se invece ipotizzo che ti ammali (proiettandomi così in una situazione irreale), dico Non riuscirei ad accettare che tu stessi male.
Re: «Non riuscirei ad accettare che» + congiuntivo presente?
"Se tu stai male...", cioè se mi dici che stai male, che è diverso da: "Se tu, ora, mi dicessi che stai male...", non trova?Dario G ha scritto: lun, 28 set 2020 6:51 Se tu stai male, dico Non riesco ad accettare che tu stia male.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
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