Continuo qui, con il termine "darna", l'analisi della ricetta proposta nel filone:
viewtopic.php?t=7936
In questo caso si tratta di una forma accettabilmente italiana, col suo plurale regolare - la darna, le darne - che, al pari delle "zeste", inizia a diffondersi nelle liste dei ristoranti e nei siti di cucina, probabilmente perché più una cosa appare incomprensibile e più si pensa che sia il termine tecnico, quello dei veri esperti specialisti precisini, e che quindi il suo uso faccia apparire come membri di tale eletta cerchia.
In effetti, una darna di tonno - o di salmone odi altro grosso pesce, a seconda dei gusti - non è altro che una fetta, un trancio ovvero una porzione del detto animale. Il termine è attestato in francese, dove peraltro vengono usati anche altri sinonimi, e qui mi fermo, poiché il gallico idioma non fa parte del mio bagaglio culturale, e quindi non so ricostruire le motivazioni e l'origine del suo uso.
Resta la domanda di fondo: è proprio necessario?
«Darna» (gastronomia)
Moderatore: Cruscanti
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Re: «Darna» (gastronomia)
Perlomeno è fonotatticamente italiano: sull’effettiva utilità si può discutere, ma meglio una parola italiana in più che in meno.
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