Suffissi inglesi uniti a basi italiane
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Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
C'è anche angeler, ‘seguace affezionato di Alberto Angela’. E come dimenticare Svalutation di Adriano Celentano?
- Ferdinand Bardamu
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Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Codesti però rientrano nell’uso ironico o scherzoso, soprattutto il secondo. Il primo è un altro esempio simile a mentaners, in cui il suffisso sta a indicare «ammiratore di un certo personaggio televisivo». Insomma, in queste formazioni, adoperate principalmente e, direi, quasi esclusivamente in gruppi di discussione in Rete, il suffisso ha assunto un significato molto ristretto. In giffoners noto invece un uso connotativamente neutro del suffisso, tanto che nelle occorrenze in Rete la parola non è nemmeno racchiusa tra virgolette.
Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Fuori tema
Tra l’altro «svalutation» risulta quasi impronunciabile in inglese dato che non ci sono parole native che cominciano per sv /zv-/. Com’è successo per sgraffiti, si ricorrerebbe a [sf-].
- Ferdinand Bardamu
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Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Riporto un brano di un aggiornamento di Facebook che mi è capitato di leggere: «Così continua la nostra Domenica con il "NUTRIMENTO TIME" dei nostri A-MICI».
Nel fòro si è già parlato di doccia time (non riesco però a ritrovare il filone dedicato); se cercate «pappa time» su Google troverete svariati risultati. Altri se ne trovano se si digita time in unione coi pasti della giornata (pranzo, cena, merenda, ecc.) o con nomi di pietanze.
La produttività di questa specie di composto ibrido è però potenzialmente illimitata. La sua malnata natura ibrida fa sí che l’uso si limiti necessariamente al registro colloquiale. (Però che noia: per l’italiano medio bisogna metter dappertutto il «condimento» anglosassone, sennò l’italiano non sa di niente
).
Nel fòro si è già parlato di doccia time (non riesco però a ritrovare il filone dedicato); se cercate «pappa time» su Google troverete svariati risultati. Altri se ne trovano se si digita time in unione coi pasti della giornata (pranzo, cena, merenda, ecc.) o con nomi di pietanze.
La produttività di questa specie di composto ibrido è però potenzialmente illimitata. La sua malnata natura ibrida fa sí che l’uso si limiti necessariamente al registro colloquiale. (Però che noia: per l’italiano medio bisogna metter dappertutto il «condimento» anglosassone, sennò l’italiano non sa di niente

Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Un'altra formazione produttiva, per ora —mi sembra— piuttosto rara e più o meno limitata al linguaggio giornalistico, è quella di fondere il nome di un politico con (eco)nomics per indicare il pensiero o i programmi economici del tal politico: così troviamo Renzinomics (1, 2), Salvinomics, Draghinomics, Melonomics...
Il termine risultante dalla fusione è scritto a volte colla maiuscola e a volte colla minuscola.
Il termine risultante dalla fusione è scritto a volte colla maiuscola e a volte colla minuscola.
Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Tra gli anglicismi e i falsi anglicismi commentati dalla Corbolante nel suo ultimo articoletto, dà negli occhi autunners, di cui però trovo in Rete pochissime ricorrenze. Vien fatto di domandarsi, anzi, se l'attenzione dedicata a questo ibrido (non ho fatto caso agli altri) fosse invero meritata. In certi contesti, concedere uno spazio (seppur critico) a un uso ristrettissimo è forse piú pericoloso che lasciarlo perdere (sempre che il pericolo che si diffonda sia sinceramente sentito).
G.B.
- Ferdinand Bardamu
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Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Nel quotidiano L’Arena di oggi 4 dicembre, a pagina 17 il titolo di una tabella recita «I Comuni rifiuti free». Qualcuno potrebbe ribattere che il ricorso all’anglismo è dettato da ragioni di spazio: ma allora perché non hanno scritto «I Comuni zero rifiuti», che ha lo stesso numero di caratteri?
- Ferdinand Bardamu
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Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Una nota catena multinazionale di ristorazione rapida pubblica un annuncio di lavoro in cui si legge «Cerchiamo pollo lovers». Il composto ibrido è ripetuto nel titolo e nel corpo del testo: ciò mi fa pensare che non sia soltanto un neologismo ad effetto.
Posso credere inoltre che l’abbiano coniato per alleggerire il tono: noto allora che un’altra soluzione, altrettanto leggera, come pollofili, non è stata presa in considerazione.
Posso credere inoltre che l’abbiano coniato per alleggerire il tono: noto allora che un’altra soluzione, altrettanto leggera, come pollofili, non è stata presa in considerazione.
- Ferdinand Bardamu
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Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Il servizio di programmi sportivi a pagamento Dazn ha chiamato una sua rubrica «Bordocam».
Un recente anglismo è trequel, ossia un’opera cinematografica che viene dopo il séguito (sequel). Sulle prime può sembrare un ibrido del tipo di cui qui discutiamo, ma è invece un anglicismo integrale, che potrebbe però essere avvertito come una parola macedonia —di frutta e cotechino— dai parlanti italiani.
Un recente anglismo è trequel, ossia un’opera cinematografica che viene dopo il séguito (sequel). Sulle prime può sembrare un ibrido del tipo di cui qui discutiamo, ma è invece un anglicismo integrale, che potrebbe però essere avvertito come una parola macedonia —di frutta e cotechino— dai parlanti italiani.
- Ferdinand Bardamu
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Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Un banale aneddoto: sento sempre piú persone pronunciare PostePay, il nome commerciale della carta di credito ricaricabile di Poste Italiane, «pospéi» o «postpéi», come se la lettera ‹e› del primo elemento del nome fosse «muta», come in francese (o meglio, come se fosse una parola tutta inglese, ché lí si andrà a parare).
Possiamo considerarlo un composto ibrido, come quelli di cui discutiamo in questo filone (sebbene sia un nome commerciale), ma un composto che ha una conseguenza notevole perfino sulla pronuncia dell’italiano.
(Ci sarebbe da discutere sull’aspetto mercatistico di questa denominazione, cioè sul fatto che il nome del marchio Poste non viene riconosciuto dal pubblico in questo composto, ma ci porterebbe ampiamente fuori fòro).
Possiamo considerarlo un composto ibrido, come quelli di cui discutiamo in questo filone (sebbene sia un nome commerciale), ma un composto che ha una conseguenza notevole perfino sulla pronuncia dell’italiano.
(Ci sarebbe da discutere sull’aspetto mercatistico di questa denominazione, cioè sul fatto che il nome del marchio Poste non viene riconosciuto dal pubblico in questo composto, ma ci porterebbe ampiamente fuori fòro).
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Re: Suffissi inglesi uniti a basi italiane
Questo non mi è ancora capitato, ho sempre sentito l'ibrido /poste'pei/.Ferdinand Bardamu ha scritto: gio, 09 mag 2024 15:00 Un banale aneddoto: sento sempre piú persone pronunciare PostePay, il nome commerciale della carta di credito ricaricabile di Poste Italiane, «pospéi» o «postpéi», come se la lettera ‹e› del primo elemento del nome fosse «muta», come in francese (o meglio, come se fosse una parola tutta inglese, ché lí si andrà a parare).
Mi viene il dubbio che l'ibrido con "e" muta abbia subito l'influsso di "post-paid".
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