Le «assessoresse»
Moderatore: Cruscanti
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Le «assessoresse»
Ora abbiamo anche "assessoressa" con il plurale "assessoresse". Povera lingua italiana!
Da un comunicato di Palazzo Vecchio (municipio di Firenze):
«Una scuola di Firenze sarà intitolata a Piero Angela. Lo fa sapere Palazzo Vecchio riferendo che il sindaco Dario Nardella, in accordo con le assessoresse, alla toponomastica Maria Federica Giuliani, e all'istruzione Sara Funaro, ha deciso di intitolargli un istituto scolastico "per ricordare la sua grande sensibilità divulgativa che ha formato intere generazioni di donne e di uomini alla cultura scientifica generale"».
Da un comunicato di Palazzo Vecchio (municipio di Firenze):
«Una scuola di Firenze sarà intitolata a Piero Angela. Lo fa sapere Palazzo Vecchio riferendo che il sindaco Dario Nardella, in accordo con le assessoresse, alla toponomastica Maria Federica Giuliani, e all'istruzione Sara Funaro, ha deciso di intitolargli un istituto scolastico "per ricordare la sua grande sensibilità divulgativa che ha formato intere generazioni di donne e di uomini alla cultura scientifica generale"».
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Re: Le «assessoresse»
Se abbiamo le professoresse (anziché le corrette professore) possiamo avere anche le assessoresse, no?
Re: Le «assessoresse»
Teoricamente sì, ma il termine è decisamente cacofonico con tutte quelle s; meglio, secondo me, (le) assessore.
Re: Le «assessoresse»
O le assestrici.
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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Re: Le «assessoresse»
Non dovrebbe essere asseditrici (cfr. difensore ~ difenditrice)?
Re: Le «assessoresse»
Assessoressa è proprio la forma che proponevo in un mio recente libro sul tema (magari l'hanno letto ). Riporto il brano con la spiegazione del mio parere, sottolineando il punto centrale (Lingua italiana e questioni di genere, Reverdito, Trento 2021, § 2.30, pp. 62–63):
Forse l’unico gruppo che può dare effettivamente qualche difficoltà morfologica, per la formazione dei femminili, è quello dei termini in -sóre, da verbi italiani o dal latino: assessore, censore, decisore, difensore, evasore, eversore, fusore, incursore, invasore, oppressore, persuasore, possessore, precursore, revisore, soppressore, successore, supervisore, eccetera. Anche per questi si può trovare usata l’uscita popolare in -sora, con le analoghe connotazioni di -tora come sopra; altrimenti, in forma neutra,
I nomi che al maschile terminano in -sore (perlopiù nomi d’agente deverbali: per es. aggredire → aggressore ‘chi aggredisce’), formano quasi sempre il femminile in -itrice, partendo dalla radice dell’infinito, terminante per d: difensore (difendere) → difenditrice, offensore (offendere) → offenditrice, trasgressore (trasgredire) → trasgreditrice.
[...] Conviene comunque ricordare che i femminili aggreditrice, difenditrice, offenditrice, ecc., per quanto normalmente adoperati e classificati come femminili delle corrispondenti forme aggressore, difensore, ecc., presuppongono in realtà quasi sempre varianti in -tore disusate (o meno usate): difenditore → difenditrice, offenditore → offenditrice, e via dicendo.64
È invece consolidato professoressa.
La difficoltà sta nei casi dove (diversamente da quelli appena visti) l’etimologia del termine può non essere evidente, rendendo difficile ricavare la radice dell’infinito. Così, non danno problemi decisore (decidere: deciditrice), fusore (fondere: fonditrice), invasore (invadere: invaditrice), successore (succedere: succeditrice), eccetera. Possono essere difficili, invece, termini come assessore, eversore, precursore, eccetera: rispettivamente ne avremo (asseditore →) asseditrice, (evertitore →) evertitrice, (precorritore →) precorritrice65.
Potrebbe aver senso applicare un criterio pragmatico, per cui si fa il femminile con questa modalità laddove ci sia una certa trasparenza e relazione visibile tra il verbo etimologico e la funzione concretamente svolta dal soggetto che vogliamo indicare, mentre dove questa è molto ridotta si ricorre al più immediato suffisso -essa. Così, per esempio, si avrebbero da un lato evertitrice, precorritrice e offenditrice, trasparenti, e dall’altro assessoressa; come diciamo professoressa, senza andare a ricostruire una forma etimologica che ci costringerebbe a risalire al verbo latino profiteri. [...]
[64) L. Serianni, op. cit., § III.67, p. 124.
65) Precorritore è in tutti i dizionari; asseditore è in Tommaseo, seppur con accezione diversa da quella della carica odierna; evertitore è nel GDLI.]
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