«Samuraio», singolare di «samurai»

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brg
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Re: «Samuraio», singolare di «samurai»

Intervento di brg »

Lorenzo Federici ha scritto: gio, 22 set 2022 16:12 [...] Alternativamente, si potrebbe aggiungere una consonante tra la a e la o, magari samuràvo e bonsàvo (che potrebbe essere etimologicamente corretto, guardando sul Vichizionario risulta esserci stato un suono /p~f~w/ lì in mezzo) o samuràno e bonsàno.
Il dizionario Treccani riporta che "samurai" in giapponese deriva da un verbo "samurau" o "saburau". In giapponese un modo abituale di costruire un sostantivo da un verbo prevede l'impiego della forma "congiuntiva" (renyoukei) del verbo: tale forma del verbo "samurau" dovrebbe essere proprio "samurai". Se si riferiva a quella "u", non mi pare che ci siano giustificazioni per riportarla in italiano.

Personalmente preferirei lasciare l'attuale forma invariabile: il vago esotismo linguistico del termine si accorda con il suo referente, che è elemento caratteristico ed esclusivo di una cultura lontana, e con il suo uso, che è specifico e precisamente connotato. Non si tratta insomma di una parola straniera che entra a far parte dell'uso quotidiano della nostra lingua per indicare qualche oggetto o pratica comune, senza alcuna connotazione etnica o culturale particolare, come ad esempio "computer", "city car", "management" o "wedding planner".
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Lorenzo Federici
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Re: «Samuraio», singolare di «samurai»

Intervento di Lorenzo Federici »

Sono anch'io più per la forma attuale, samurai, sia per il singolare sia per il plurale come accade oggi, però se si trovano alternative migliori perché non proporle?

Per quanto riguarda /v/:
Il Vichizionario inglese ha scritto:⟨sa morapi1⟩ → /saburapi/ → /saburafi/ → /samurawi/ → /samurai/

Sound shift from saburai (see below), itself the 連用形 (ren'yōkei, stem or continuative form) of classical verb 侍ふ (saburafu, “to serve”, modern saburau), ultimately derived from さ (sa-, prefix of uncertain meaning) + 守らふ (morafu, “to keep watch”, modern morau).
Il suono /w/ del latino classico è diventato /v/ in italiano e la stessa cosa è successa per /b/ intervocalico. L'esito di un eventuale adattamento latino sā̆mū̆rāvŭ(m) (accusativo di samuravus) sarebbe samuràvo o samoràvo.

Comunque, sono appena andato a controllare come viene chiamata la voce sulla Vichipedia in latino, per curiosità, e ho scoperto che lì viene usato samuraeus, che avrebbe dato proprio samorèo o samurèo, a seconda della quantità vocalica della u. :)
brg
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Re: «Samuraio», singolare di «samurai»

Intervento di brg »

Fuori tema
La ricostruzione etimologica del Wiktionary non mi pare che meriti una fiducia incondizionata. D'altra parte non indica i periodi storici in cui si sarebbe evoluta la forma, che è un aspetto critico a parer mio. Le poche e scarne fonti, quali la già citata Treccani o Etymonline o Wikipedia, più o meno concordano che il moderno termine "samurai" derivi da un precedente "saburai", a sua volta da una forma "saburahi", che però probabilmente non significa ancora "samurai". La traduzione di Wikipedia giapponese (ce ne sono in realtà due di traduzioni) riporta qualche notizia in più: la pronuncia "samurai" risale al sedicesimo secolo, mentre dal dodicesimo al sedicesimo secolo si diceva "saburai" e tra l'ottavo ed il dodicesimo "saburahi". Sinceramente quel che è successo prima non ci interessa, visto che la figura del samurai come l'intendiamo oggigiorno emerge proprio nel dodicesimo secolo.
Lorenzo Federici ha scritto: gio, 22 set 2022 20:04 Comunque, sono appena andato a controllare come viene chiamata la voce sulla Vichipedia in latino, per curiosità, e ho scoperto che lì viene usato samuraeus, che avrebbe dato proprio samorèo o samurèo, a seconda della quantità vocalica della u. :)
Codesta forma non mi convince molto. Hanno trasformato il dittongo (ma c'è in giapponese?) "ai" in "ae" come se "samurai" fosse una parola greca e poi gli hanno appioppato un "-us" in fondo per mascolinizzarlo. A quel punto non vedo perché non formare "samurajus", ma qui siamo proprio fuori tema.
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Lorenzo Federici
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[FT] «Samuraeus»

Intervento di Lorenzo Federici »

Fuori tema
Semmai sarebbe avrebbe dovuto essere samurarius. Non penso che samurajus fosse possibile in latino, ma potrei sbagliarmi. Mi verrebbe da dire che abbiano preso la (pseudo)radice giapponese samur e poi aggiunto il suffisso classicheggiante per renderlo meno esotico, ma di fatto è la stessa cosa che stiamo cercando di fare noi in questo filone.

Per quanto riguarda la /v/, effettivamente basarsi puramente su quella ricostituire, anche assumendo che sia accurata, è sbagliato non avendo le date. Il motivo per cui ho pensato a quel suono è perché ho ricollegato la vicenda all'intervento di Mainardi nel filone su gihād. Volendo trovare un adattamento che sembri abbastanza italiano, si può aggiungere o cambiare un po' qualsiasi suono. Quelli che «si sentono meno», quindi /v/ samuravo, /g/ samurago, o anche (almeno per me) /n/ samurano, sono da preferire. Essendo un foro fatto di gente appassionata di lingue e non da parlanti non istruiti del dodicesimo secolo, se si cerca un adattamento ovvio che si cerca quello migliore (e non necessariamente l'esito fiorentino, ma spesso è così). L'adattamento più naturale è samuràio o samurào, ma nel primo caso c'è il problema del suffisso (che rimanderebbe al *samuro? e nel secondo, forse, del dittongo che esiste in nomi come Pàolo.
Ultima modifica di Lorenzo Federici in data ven, 23 set 2022 16:11, modificato 1 volta in totale.
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Re: [FT] «Samuraeus»

Intervento di Infarinato »

Fuori tema
Lorenzo Federici ha scritto: gio, 22 set 2022 22:56 Semmai sarebbe dovuto essere samurarius. Non penso che samurajus fosse possibile in latino…
No, semmai, avrebbe dovuto essere:P Una parola quale *samurajus [-ɪj-] è foneticamente possibile in latino classico; morfologicamente/etimologicamente parlando, è ovviamente tutta un’altra storia.

Direi che il fuori tema/fòro/mondo si può fermare qui. ;)
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Re: «Samuraio», singolare di «samurai»

Intervento di Ozzi »

brg ha scritto: gio, 22 set 2022 19:04 Personalmente preferirei lasciare l'attuale forma invariabile: il vago esotismo linguistico del termine si accorda con il suo referente, che è elemento caratteristico ed esclusivo di una cultura lontana, e con il suo uso, che è specifico e precisamente connotato. Non si tratta insomma di una parola straniera che entra a far parte dell'uso quotidiano della nostra lingua per indicare qualche oggetto o pratica comune, senza alcuna connotazione etnica o culturale particolare, come ad esempio "computer", "city car", "management" o "wedding planner".
Infatti, dopo averci riflettuto sopra, reputo che la terminazione in -i al singolare possa essere ignorata se si tratta di un esotismo: samurai ha specifiche connotazioni alla cultura giapponese, quindi rimane invariabile per non stonare, mentre zombo, nonostante derivi dalla tradizione vudú, oggi non invoca la cultura aitiana in mente, ed è entrato nel linguaggio comune come sinonimo di morto vivente, dunque renderlo variabile suonerebbe giusto (nonostante sia piú comune la forma invariabile o la grafia in inglese zombie).
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