L’itanglese, la tutela dell’italiano e i due sessi

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G. M.
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L’itanglese, la tutela dell’italiano e i due sessi

Intervento di G. M. »

Sono ormai diversi anni che m'interesso in modo particolare alla questione dell'itanglese, con tutto ciò che ci gira intorno: il purismo strutturale castellaniano; la sterilizzazione dell'italiano; la questione linguistica internazionale; l'intreccio di fattori sociali, economici e politici, oltre che strettamente linguistici, che contribuiscono a determinare la situazione che viviamo oggi; l'ecologia linguistica; la democrazia e la giustizia linguistica; la pianificazione e le politiche linguistiche. Ho letto parecchi libri sul tema, un bel po' articoli, e ho conosciuto (di persona e virtualmente) molte persone di idee simili con cui ho discusso dell'argomento.

Benché l'elemento sociolinguistico, in questo insieme di fenomeni, sia d'importanza fondamentale, c'è un fatto sociale che ho notato ma non ho trovato mai discusso da nessuna parte. Ed è questo: le persone che s'interessano all'itanglese, e condividono apertamente le posizioni della maggior parte dei membri di questo fòro, sono prevalentemente maschi.

Si potrà dire che «l'esperienza di G. M.» ha un valore statistico piuttosto scarso; in quest'àmbito purtroppo oggi molto di nicchia, però, credo che dopo anni d'osservazioni un qualche valore statistico dovrei iniziare ad averlo raccolto.
  • Possiamo vederlo innanzitutto qui, nel fòro, dove i membri attivi sono in grande maggioranza maschi.
  • Su Facebook gestisco da anni una pagina divulgativa sul tema, che oggi è seguita da più di 2000 persone, da tutt'Italia e anche da altri paesi (i seguitori da altri paesi sono circa il 10–15% del totale; non ho la cifra esatta). Qui la sproporzione non è troppo marcata: secondo le statistiche che mi fornisce la piattaforma, sono maschi il 54,9% dei membri, femmine il 45,1% (a margine, le età dei due gruppi sono molto diverse: mentre le femmine, dai 25 anni in su, sono divise più o meno equamente per fasce d'età, i maschi al contrario sono concentrati nella fascia 25–34, con l'interesse che va calando al crescere dell'età). Tuttavia, rilevo che per quanto riguarda il coinvolgimento pratico delle persone (commenti, reazioni, condivisioni) il mio pubblico è soprattutto maschile; le femmine «seguono» ma non interagiscono. Le persone che scrivono alla pagina, tramite messaggi privati, sono in maggioranza maschi: a occhio, direi che le femmine sono appena il 10–20%.
  • Da circa 9 mesi ho aperto una pagina parallela su Instagram, che pubblica gli stessi contenuti; in questo periodo, ha raccolto più di 600 seguitori da tutt'Italia e altri paesi (ben il 28% da fuori d'Italia, secondo i dati della piattaforma). Qui la sproporzione è enorme: i maschi sono l'82,1%, le femmine appena il 17,8%. Mi pare che le persone che hanno scritto privatamente alla pagina, dall'apertura ad oggi, a parte un'unica eccezione siano solo maschi.
  • In altri siti e per varie vie, ho conosciuto (e a volte ho anche incontrato di persona) altri appassionati, gestori di iniziative simili, o in generale persone che appoggiano la nostre posizioni anche senza che diventino per loro un oggetto di studio e divulgazione: quasi tutti maschi.
  • Pensando ai (purtroppo pochi) personaggi un po' più in vista della nostra "fazione", per cui il contrasto all'itanglese è un oggetto principale di lavoro e ricerca, mi vengono in mente soprattutto maschi: Zoppetti, Valle, e anche una personalità più controversa come Giorgio Pagano, il direttore dell'ERA. (Non dimentico, poi, lo stesso Castellani). Più per coincidenza che per intenzione, quasi due anni fa ho avuto contatti con un linguista, professore universitario, italiano ma trasferitosi all'estero, cosciente e simpatizzante con le nostre posizioni; maschio...
  • L'anno scorso ho pubblicato un libro sull'itanglese, e in questo tempo alcuni lettori mi hanno scritto per farmi avere i loro commenti. Tutti maschi.
Per me, il fatto è curioso, perché non rilevo nulla che leghi in modo evidente i nostri temi e la mascolinità. Eppure la correlazione continua a presentarsi.

Avete idea del perché sia così? Sapete se qualcuno hai mai scritto sul tema? Vedete motivazioni, sostanziali o contingenti, per cui i nostri temi e la nostra posizione tendono a raccogliere molto di più (almeno apparentemente) l'appoggio dei maschi, e meno quello delle femmine?
O forse pensate che, in qualche modo, i dati della mia esperienza siano falsati, o vadano interpretati in modo diverso? Ditemi il vostro parere liberamente. :)
domna charola
Interventi: 1633
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: L’itanglese, la tutela dell’italiano e i due sessi

Intervento di domna charola »

Tragicamente, noto la medesima cosa in molti altri luoghi di discussione in rete che trattino di argomenti "tecnici". Per trovare le femmine occorre andare in ambiti più quotidiani, a partire dalla cucina - che ha adepti di ambedue i sessi perché presenta anche un ambito "alto", tecnico - sino agli orribili luoghi in cui ci si scambia consigli sulle tecniche della nonna per smacchiare gli strofinacci di cucina...
Mi duole dirlo, ma è così... forse perché le femmine che si interessano di cose di cultura preferiscono fare - leggere, approfondire, produrre - e fra lavoro e amministrazione domestica non resta loro molto tempo anche per discutere... almeno, spero sia così :roll: .
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
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Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Re: L’itanglese, la tutela dell’italiano e i due sessi

Intervento di Ferdinand Bardamu »

È un fatto che ho notato anch’io. Sinceramente non saprei trovare una ragione valida, e non voglio nemmeno lanciarmi in disquisizioni di sociologia spicciola, perché i dati che abbiamo sono parziali, ma soprattutto perché non sono un sociologo.

L’analisi, sommaria e superficiale, delle interazioni, per esempio, della pagina Facebook della Crusca racconta una storia un po’ diversa. Non sono in grado di fornire dati (anche perché bisognerebbe aver accesso alle statistiche presenti nel pannello di amministrazione), ma soltanto impressioni: mi pare che qui le donne commentino e mettano reazioni —«mi piace» e faccine varie— molto piú frequentemente.

Un altro dato impressionistico è quello dei gruppi di Facebook in cui si discute di lingua italiana: anche in questo caso, vedo che le donne partecipano molto, alla pari se non di piú degli uomini. Molte sono insegnanti: la maggior partecipazione potrebbe riflettere la maggior presenza delle donne nel settore della scuola.

Ora mi contraddico e provo a fare una congettura «sociologica»: è probabile che alle donne interessi meno una questione percepita come «identitaria» —nel senso di «nazionalista», tra mille virgolette— e che, nel caso di Cruscate, il mezzo del fòro, sorpassato dalle piattaforme sociali in termini di successo, sia piú popolare presso gli uomini.

Ribadisco: queste sono soltanto vaghe impressioni, e potrebbero non corrispondere a ciò che tu e gli altri utenti del fòro percepiscono.
brg
Interventi: 494
Iscritto in data: mer, 12 gen 2022 20:53

Re: L’itanglese, la tutela dell’italiano e i due sessi

Intervento di brg »

Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 18 nov 2022 9:56 L’analisi, sommaria e superficiale, delle interazioni, per esempio, della pagina Facebook della Crusca racconta una storia un po’ diversa. Non sono in grado di fornire dati (anche perché bisognerebbe aver accesso alle statistiche presenti nel pannello di amministrazione), ma soltanto impressioni: mi pare che qui le donne commentino e mettano reazioni —«mi piace» e faccine varie— molto piú frequentemente.
L'eccezione che conferma la regola: la Crusca è la Francia di Vichy dell'itanglesismo.
Ferdinand Bardamu ha scritto: ven, 18 nov 2022 9:56 Un altro dato impressionistico è quello dei gruppi di Facebook in cui si discute di lingua italiana: anche in questo caso, vedo che le donne partecipano molto, alla pari se non di piú degli uomini. Molte sono insegnanti: la maggior partecipazione potrebbe riflettere la maggior presenza delle donne nel settore della scuola.
C'è una sostanziale differenza tra parlare di lingua italiana in generale e lottare per la purezza della lingua.

I sociologi probabilmente citerebbero la generale differenza in aggressività tra la popolazione maschile e quella femminile. Se la questione è avvertita come controversa o invadente rispetto all'altrui modo di essere è probabile che attiri più una popolazione rispetto all'altra.
domna charola ha scritto: ven, 18 nov 2022 9:50 [...] Per trovare le femmine occorre andare in ambiti più quotidiani, a partire dalla cucina - che ha adepti di ambedue i sessi perché presenta anche un ambito "alto", tecnico [...]
Conosco gente che si occupava di problemi ambientali e diritti degli animali solo per rimorchiare. Oh, poi magari c'è davvero l'eterogenesi dei fini, ma in prima istanza ricordiamoci sempre che il dubbio è il padre della scienza.
domna charola ha scritto: ven, 18 nov 2022 9:50 [...] forse perché le femmine che si interessano di cose di cultura preferiscono fare - leggere, approfondire, produrre - e fra lavoro e amministrazione domestica non resta loro molto tempo anche per discutere... almeno, spero sia così :roll: .
Male! È dai tempi di Socrate e Platone, perlomeno, che la dialettica è elemento riconosciuto e fondamentale dello sviluppo di cultura e conoscenza, personale e sociale.
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Carnby
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Località: Empolese-Valdelsa

Re: L’itanglese, la tutela dell’italiano e i due sessi

Intervento di Carnby »

Tempo fa lessi che le donne erano «naturalmente» più portate per le lingue mentre gli uomini per la matematica e le materie scientifiche in genere. Anzi, una predisposizione opposta sarebbe stata un segno di omosessualità latente. Ora, io sono etero, ho passione per fonetica e linguistica storia, ho molti problemi con la sintassi e la matematica, ma sono competente in biologia e, almeno a scuola, anche in tutte le altre materie scientifiche. Mi sa che si tratti di semplificazioni brutali. Per quanto riguardi la difesa dell'italiano, non lo faccio per una presunta «eccezionalità» o «superiorità» della lingua italiana, ma al contrario perché sia più simile alle lingue sorelle come francese e spagnolo che hanno attivato da tempo meccanismi di tutela e traduzione degli anglismi.
domna charola
Interventi: 1633
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: L’itanglese, la tutela dell’italiano e i due sessi

Intervento di domna charola »

brg ha scritto: ven, 18 nov 2022 19:53
domna charola ha scritto: ven, 18 nov 2022 9:50 [...] forse perché le femmine che si interessano di cose di cultura preferiscono fare - leggere, approfondire, produrre - e fra lavoro e amministrazione domestica non resta loro molto tempo anche per discutere... almeno, spero sia così :roll: .
Male! È dai tempi di Socrate e Platone, perlomeno, che la dialettica è elemento riconosciuto e fondamentale dello sviluppo di cultura e conoscenza, personale e sociale.
...infatti sono qui... :)
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