- in francese il libro è Prince Harry Le suppléant;
- in ispagnolo il libro è Príncipe Harry En la sombra (mi sarei aspettato príncipe Enrique, ma vabbè);
- in «italiano» il libro è Prince Harry Spare: il minore.
«Spare» (libro)
Moderatore: Cruscanti
«Spare» (libro)
Il libro del principe Enrico d’Inghilterra si intitola Spare, ovvero ‘la [ruota di] scorta’ (cfr. spare parts, spare wheel/tyre). Anche qui noi italiani ci siamo fatti «notare»:
Re: «Spare» (libro)
Già non sopporto il provincialismo dell'enorme spazio concesso dai nostri media alla monarchia inglese*, neanche fossimo loro sudditi; sopporto ancora meno che negli ultimi anni l'unica cosa che offrono al mondo sembrino essere le loro lagne, i dispetti, gli sgarbi e i controsgarbi che paiono usciti da una telenovela e di cui mi importa meno di zero; ci mancava solo il prince...
Pensando al filone aperto ieri, mi chiedo se il fatto che in Italia (oggi) nessuno dica Prince Harry importi ancora, o se è una manifestazione di quello che scriveva @domna charola, la nuova visione di italiano e inglese come «meri serbatoi di vocaboli sinonimi e liberamente intercambiabili» (o meglio intercambiabili in una sola direzione...).
E lo stesso può dirsi del titolo, (oggi) opacissimo, che per l'italiano medio non significa assolutamente niente: ma è inglese, quindi è bellissimo e venderà centomila copie, e anzi il fatto di non capire il titolo lo renderà ancora più misterioso e affascinante, mica come il banale italiano, quella lingua arretrata e da plebei.
[*A inizio 2021 feci una ricerca per stimare gli articoli con menzioni dei vari monarchi europei (microstati esclusi) pubblicati nel 2020 nei siti di Corriere, Repubblica e Stampa. Sommando gli articoli come risultati indipendenti, Elisabetta II da sola aveva il 93%, mentre i monarchi di Spagna, Belgio, Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia tutti insieme arrivavano solo al 7%... E questo benché nel 2020 alla povera Elisabetta non fosse successo niente di rilevante, mentre (per esempio) in Ispagna colla monarchia in quello stess'anno ne capitarono di tutti i colori.
Per non dire del TG1, dove tipo una sera su due c'è un servizio sui reali britannici.]

Pensando al filone aperto ieri, mi chiedo se il fatto che in Italia (oggi) nessuno dica Prince Harry importi ancora, o se è una manifestazione di quello che scriveva @domna charola, la nuova visione di italiano e inglese come «meri serbatoi di vocaboli sinonimi e liberamente intercambiabili» (o meglio intercambiabili in una sola direzione...).
E lo stesso può dirsi del titolo, (oggi) opacissimo, che per l'italiano medio non significa assolutamente niente: ma è inglese, quindi è bellissimo e venderà centomila copie, e anzi il fatto di non capire il titolo lo renderà ancora più misterioso e affascinante, mica come il banale italiano, quella lingua arretrata e da plebei.
[*A inizio 2021 feci una ricerca per stimare gli articoli con menzioni dei vari monarchi europei (microstati esclusi) pubblicati nel 2020 nei siti di Corriere, Repubblica e Stampa. Sommando gli articoli come risultati indipendenti, Elisabetta II da sola aveva il 93%, mentre i monarchi di Spagna, Belgio, Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia tutti insieme arrivavano solo al 7%... E questo benché nel 2020 alla povera Elisabetta non fosse successo niente di rilevante, mentre (per esempio) in Ispagna colla monarchia in quello stess'anno ne capitarono di tutti i colori.
Per non dire del TG1, dove tipo una sera su due c'è un servizio sui reali britannici.]
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Re: «Spare» (libro)
Viviamo una lingua italiana che ha paura a tradurre i termini inglesi poiché quest'ultimo è un idioma puro ed intoccabile, massima aspirazione per la purezza letteraria e parlata... Si figuri se traducono in Principe Enrico il nome di un Reale inglese!Carnby ha scritto: sab, 07 gen 2023 20:23 Ma chi è che in Italia dice Prince Harry? Al massimo si dice «principe Erri»...
FT: anglopurismo
Fuori tema
La sua forse è solo una battuta, ma io credo davvero che, oggi, molti itanglofili abbiano effettivamente in sé un elemento psicologico simile a quello del purismo tradizionale:Difesa Italiano ha scritto: lun, 16 gen 2023 17:49 Viviamo una lingua italiana che ha paura a tradurre i termini inglesi poiché quest'ultimo è un idioma puro ed intoccabile, massima aspirazione per la purezza letteraria e parlata... [...]
Anche Zoppetti ne ha scritto, chiamandolo anglopurismo. Io trovo più corretto parlare di anglomania; ma ho già divagato abbastanza.G. M. ha scritto:Ci accusano di essere puristi, ma è proprio il loro atteggiamento a essere puristico. Vedono l’italiano, o l’itanglese, come un’entità cristallizzata nei suoi caratteri odierni122, che va lasciata stare e su cui non si può intervenire. L’idea di modificare film in filme o cocktail in coccotello per loro ha qualcosa di assurdo e sgradevole: li fa fremere di fastidio e provoca critiche e commenti “estetici”, proprio come i più intransigenti puristi del passato.
Insomma, come certi letterati fissavano a modello la lingua del Trecento, o quella del Cinquecento, senza accettare scostamenti nemmeno piccoli [...], così questi moderni, inconsapevolmente, si fissano sull’itanglese del Duemila, e rigettano tutto ciò che si discosta dal momento presente, senza provare a considerare le cose in modo un po’ più ampio. [...]
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122. Caratteri che includono il mutamento, ma anche quello solo in un certo alveo ben definito: per esempio, va benissimo che s’introducano nuovi elementi dall’inglese, mentre abbandonare gli elementi inglesi, sostituendoli con novità italiane, è istintivamente avversato.
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Re: FT: anglopurismo
Fuori tema
Ottima analisi, rispecchia perfettamente una delle motivazioni per le quali l'italiano sta divenendo sempre di più una lingua morta!
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