«Cringe»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
Carnby
Interventi: 5293
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Re: «Cringe»

Intervento di Carnby »

Io uso, scherzosamente ma non troppo, cringio.
Difesa Italiano
Interventi: 400
Iscritto in data: gio, 03 nov 2022 13:28

Re: «Cringe»

Intervento di Difesa Italiano »

12xu ha scritto: mar, 31 gen 2023 18:59 Lo so bene, ma è evidente che per i giovani «cringe» non indichi l'imbarazzo classicamente inteso, quanto l'accezione riportata dall'autore del filone: un imbarazzo che causa un disagio estremo, che fa rabbrividire e smorfiare.
Il termine cringe viene utilizzato non solo per indicare un "imbarazzo che causa un disagio estremo", ma anche semplicemente qualcosa di imbarazzante. Per quanto riguarda l'affermazione "se cringe fosse il semplice imbarazzo non si sarebbe mai affermato", questa è semplicemente falsa... Quante parole italiane sono state soppiantate da inglesismi dallo stesso significato? Per farle un esempio, se qualcuno pubblica un video imbarazzante viene definito cringe, ma non per questo causa ribrezzo in colui il quale ha guardato tale video.

L'accezione data dalla Treccani corrisponde all'uso fatto dell'inglesismo nel gergo giovanile, ergo ribrezzo non va bene. Imbarazzante è certamente più corretto come traducente
Avatara utente
12xu
Interventi: 150
Iscritto in data: mar, 20 dic 2022 21:54

Re: «Cringe»

Intervento di 12xu »

Modifica: per qualche ragione, la risposta non ha incluso la menzione; provvedo a inserirla.
Difesa Italiano ha scritto: mer, 01 feb 2023 9:46 Il termine cringe viene utilizzato non solo per indicare un "imbarazzo che causa un disagio estremo", ma anche semplicemente qualcosa di imbarazzante. Per quanto riguarda l'affermazione "se cringe fosse il semplice imbarazzo non si sarebbe mai affermato", questa è semplicemente falsa... Quante parole italiane sono state soppiantate da inglesismi dallo stesso significato? Per farle un esempio, se qualcuno pubblica un video imbarazzante viene definito cringe, ma non per questo causa ribrezzo in colui il quale ha guardato tale video.

L'accezione data dalla Treccani corrisponde all'uso fatto dell'inglesismo nel gergo giovanile, ergo ribrezzo non va bene. Imbarazzante è certamente più corretto come traducente


Per affrontare meglio la questione, mi avventurerò in una spicciola analisi filologica internettiana :wink:

Come molto del linguaggio giovanile su internet, questa parola si è affermata dapprima su piattaforme come reddit o 4chan, e successivamente è stata popolarizzata da una personalità internazionale. Se si vuole capire cosa sia il «cringe» nella testa di chi lo usa, si deve partire dai suoi riferimenti culturali, cosa che la Treccani non fa.
In questo caso, «cringe» nella sua accezione moderna si è affermato dapprima su reddit, ma il crocevia della sua diffusione internazionale è stato al solito PewDiePie, con i suoi «Try not to cringe challenge». Se vuole una dimostrazione fisica di cosa sia il «cringe», può vedere i primi due minuti di questo suo video. Più avanti, PewDiePie toccherà anche la questione «imbarazzo vs cringe», dicendo: «il cringe non ha raggiunto neppure il secondo livello. È stato imbarazzante? Sì, ma cringe e imbarazzo sono cose diverse». Il «cringe» a livello più intenso è stato infatti rappresentato dalla prima reazione, che non è forte come la nausea e l'orrore, ma non è debole come l'imbarazzo: è puro ribrezzo.
Da questo se ne deduce che il termine «cringe» è in realtà un iperonimo che copre una gamma vasta di sentimenti, che va dall'imbarazzo come riportato dalla Treccani, che passa attraverso quel fastidio che fa grignare il viso e raggiunge il suo picco nel ribrezzo. Quindi, neanche imbarazzo è sufficiente a ricoprire lo spettro emotivo del «cringe», perché questo è qualcosa di molto più fisico; a dirla alla PewDiePie, deve essere qualcosa che raggiunga perlomeno il secondo livello.
Ultima modifica di 12xu in data mer, 01 feb 2023 12:53, modificato 1 volta in totale.
domna charola
Interventi: 1633
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: «Cringe»

Intervento di domna charola »

12xu ha scritto: mar, 31 gen 2023 18:59 Lo so bene, ma è evidente che per i giovani «cringe» non indichi l'imbarazzo classicamente inteso, quanto l'accezione riportata dall'autore del filone: un imbarazzo che causa un disagio estremo, che fa rabbrividire e smorfiare.
Ribrezzo e ribrezzare possono essere soggetti allo stesso slittamento semantico di «cringe», in quanto partono dalla stessa accezione: un rabbrividire non provocato da terrore né da nausea, quanto da disgusto.
Fra "imbarazzo" che genera "disagio" e "disgusto" però c'è una bella differenza. Il disgusto è legato a una sensazione di schifo, di ribrezzo appunto, mentre qui si sta parlando di quelle situazioni, immagini, rappresentazioni etc. che mettono a disagio, che non si vorrebbe mai avere visto, ma non con l'accezione fortemente negativa del disgusto. Sono sfumature diverse, tant'è che a un certo punto è entrato nel gergo un terzo termine, purtroppo come al solito prendendo qualcosa di alieno, in quanto facilmente proponibile come "nuovo termine", necessario a coprire una qualche piccola lacuna espressiva dei termini già esistenti.

Qui una piccola trattazione aggiornata al gennaio 2021 (mi sembra che negli interventi posteriori a tale data non sia citato, potrebbe però essermi sfuggito, nel caso chiedo venia):

https://accademiadellacrusca.it/it/paro ... inge/18487
Avatara utente
12xu
Interventi: 150
Iscritto in data: mar, 20 dic 2022 21:54

Re: «Cringe»

Intervento di 12xu »

Modifica: per qualche ragione, la risposta non ha incluso la menzione di riferimento; provvedo a inserirla.
domna charola ha scritto: mer, 01 feb 2023 11:26 Fra "imbarazzo" che genera "disagio" e "disgusto" però c'è una bella differenza. Il disgusto è legato a una sensazione di schifo, di ribrezzo appunto, mentre qui si sta parlando di quelle situazioni, immagini, rappresentazioni etc. che mettono a disagio, che non si vorrebbe mai avere visto, ma non con l'accezione fortemente negativa del disgusto. Sono sfumature diverse, tant'è che a un certo punto è entrato nel gergo un terzo termine, purtroppo come al solito prendendo qualcosa di alieno, in quanto facilmente proponibile come "nuovo termine", necessario a coprire una qualche piccola lacuna espressiva dei termini già esistenti.
Difatti, come ho mostrato sopra, il «cringe» nella sua accezione originaria è qualcosa che provoca qualcosa in più del disagio: l'imbarazzo («embarrassement») porta con sé il disagio, il «cringe» porta con sé un fastidio fisico che sfocia nella repulsione. Il video di PewDiePie che ho allacciato sopra ne è la prova.
A mio parere, il problema di Accademia della Crusca e Treccani è che analizzano il contesto esteriore in cui tale termine è applicato senza comprendere l'intenzione (il contesto interiore) di chi lo usa. Le reti sociali sono i luoghi di affermazione dell'ego, e questa si compie in due modi: nella celebrazione di sé e nell'umiliazione altrui. Quando un giovane scrive «cringe» invece di «imbarazzante», è sì perché segue una moda, ma anche perché deve aggiungere una sfumatura più forte. Il suo intento è esprimere qualcosa del tipo "miserevole", "per quanto è patetico ho avuto un grigno di disgusto". La stessa «cringe comedy», che in Italia è stata popolarizzata da Valerio Lundini con «Una pezza di Lundini», è basata sul mettere a disagio; non un disagio interiore come quello dell'imbarazzo, piuttosto un disagio che si somatizza e che ti porta a interrompere la visione, almeno le prime volte in cui non sei abituato a sopportare il «cringe».
Il busillis in questo caso sta nel fatto che il «cringe» nostrano, il ribrezzo, ha assunto una sempre maggiore intensità, fino a renderlo un iperonimo che va dal ribrezzo propriamente detto al disgusto nauseante e l'orrore; mentre il «cringe» è slittato in direzione opposta, andando dal ribrezzo all'imbarazzo. Quindi se è vero che ribrezzo non è un buon traducente perché rappresenta il picco del «cringe» (il «cringe» originale), è altrettanto vero che neppure imbarazzo è un buon traducente come affermato in questo filone perché è un termine troppo debole, utile a tradurne l'accezione "annacquata". Forse la soluzione sta nella ricchezza lessicale dei dialetti italiani, o in una parola di origine germanica desueta come grigno.
Utente cancellato 676

Re: «Cringe»

Intervento di Utente cancellato 676 »

Qualche commento fa:
12xu ha scritto: mar, 31 gen 2023 18:31il vocabolo italiano che meglio traduce «cringe» nella sua accezione originale è ribrezzo; quindi se un giovane volesse esprimere un'emozione più forte dell'imbarazzo, che causa un brivido di intimo disagio dovuto a una visione miserevole, ma meno forte dell'orrore, potrebbe usare ribrezzo; altrimenti può usare il classico imbarazzo.
Oggi:
Il busillis in questo caso sta nel fatto che il «cringe» nostrano, il ribrezzo, ha assunto una sempre maggiore intensità, fino a renderlo un iperonimo che va dal ribrezzo propriamente detto al disgusto nauseante e l'orrore
Di questa china al prossimo messaggio lo associerà compiutamente all’orrore, a forza di calcare la mano :D
12xu ha scritto: mer, 01 feb 2023 12:02Quando un giovane scrive «cringe» invece di «imbarazzante», è sì perché segue una moda, ma anche perché deve aggiungere una sfumatura più forte.
Forti della consapevolezza che si tratta solo di una moda giovanile passeggera sappiamo che presto diventerà solo un folcloristico ricordo, come è stato per matusa e come sarà per boomer. Che è forse il motivo per cui boomer non è stato mai incluso nella lista dei traducenti (oltre che perché ben pochi degli iscritti al foro ci mettono mano con una qualche regolarità).
Avatara utente
12xu
Interventi: 150
Iscritto in data: mar, 20 dic 2022 21:54

Re: «Cringe»

Intervento di 12xu »

Comunque per me le parole sono spettri: coprono delle aree semantiche. Sostengo tuttora che ribrezzo, in media, sia meno dell'orrore; può tangere il suo concetto, ma non arriva a sovrapporsi a quello fino a farlo coincidere.
A me questa visione leggera e ottimista comunque non mi convince affatto: essendo io stesso uno «zoomer», sperimento quotidianamente come gli anglismi sono entrati nel parlato quotidiano. «Cringe» non è destinato a scomparire, e neppure «boomer», a meno non fino a quando «zoomer» diventerà il nuovo «boomer». Parole come «ownare» sì.

modifica: grazie al gentilissimo andrea scoppia per avermi notificato l'errore
Ultima modifica di 12xu in data mer, 01 feb 2023 14:40, modificato 1 volta in totale.
Utente cancellato 676

Re: «Cringe»

Intervento di Utente cancellato 676 »

12xu ha scritto: mer, 01 feb 2023 13:36A me questa visione leggera e ottimista comunque non convince affatto: essendo io stesso uno «zoomer», sperimento quotidianamente come gli anglismi sono entrati nel parlato quotidiano. «Cringe» non è destinato a scomparire, e neppure «boomer», a meno non fino a quando «zoomer» diventerà il nuovo «boomer». Parole come «ownare» sì.
Certo che gli anglismi giovanili sono sempre più presenti nel loro parlato quotidiano, ma cambiano in continuazione come ogni moda giovanile. Crede davvero che bro avrà vita tanto più lunga di zio (che ormai viene usato solo dai peter pan dell’età di J-Ax)?
Avatara utente
12xu
Interventi: 150
Iscritto in data: mar, 20 dic 2022 21:54

Re: «Cringe»

Intervento di 12xu »

Canape lasco ctonio ha scritto: mer, 01 feb 2023 14:05 Certo che gli anglismi giovanili sono sempre più presenti nel loro parlato quotidiano, ma cambiano in continuazione come ogni moda giovanile. Crede davvero che bro avrà vita tanto più lunga di zio (che ormai viene usato solo dai peter pan dell’età di J-Ax)?
Sì, per il semplice motivo che zio è stato soppiantato da «bro» perché la cultura anglosassone domina e continuerà a dominare l'interrete. Inoltre, termini come «cringe» e «boomer» colmano davvero delle lacune della lingua italiana, non sono doppioni inutili di imbarazzo o matusa (che indica generalmente una persona anagraficamente anziana, non una persona con la visione del mondo di un baby boomer). A meno di non cambiare il nostro approccio provando a coniare nuovi termini o ad adoperare quelli già esistenti e/o più desueti per far slittare la loro area semantica come avviene in inglese, ci saranno sempre più casi simili.
Utente cancellato 676

Re: «Cringe»

Intervento di Utente cancellato 676 »

12xu ha scritto: mer, 01 feb 2023 14:34Sì, per il semplice motivo che zio è stato soppiantato da «bro» perché la cultura anglosassone domina e continuerà a dominare l'interrete.

Se sarà ancora qui ne parleremo tra pochi anni, quando per esempio mi dirà che «dude», che avrà sostituito «bro», sarà inscalfibile perché è in inglese :lol:
Inoltre, termini come «cringe» e «boomer» colmano davvero delle lacune della lingua italiana, non sono doppioni inutili di imbarazzo o matusa (che indica generalmente una persona anagraficamente anziana, non una persona con la visione del mondo di un baby boomer).
Falso anche questo. Matusa veniva usato per definire una persona retrograda (veda la citazione dal libro di Ulderico Munzi nella pagina a cui la rimando), indipendentemente dallʼetà anagrafica, esattamente come ora si fa con «boomer».

Comunque buona ricerca del traducente, non intendo certo distoglierla.
Avatara utente
12xu
Interventi: 150
Iscritto in data: mar, 20 dic 2022 21:54

Re: «Cringe»

Intervento di 12xu »

Canape lasco ctonio ha scritto: mer, 01 feb 2023 14:57
Inoltre, termini come «cringe» e «boomer» colmano davvero delle lacune della lingua italiana, non sono doppioni inutili di imbarazzo o matusa (che indica generalmente una persona anagraficamente anziana, non una persona con la visione del mondo di un baby boomer).
Falso anche questo. Matusa veniva usato per definire una persona retrograda, indipendentemente dal lʼetà anagrafica, esattamente come ora si fa con «boomer».
Ha ragione, avrei dovuto esprimermi meglio: intendo dire che matusa non indica specificatamente una persona con la visione del mondo di un baby boomer, quanto genericamente una persona anziana e retrograda. Un traducente per boomer può essere solo un termine sociologico indicante un membro della stessa generazione, e lì bisogna necessariamente coniarlo.
Canape lasco ctonio ha scritto: mer, 01 feb 2023 14:57 Comunque buona ricerca del traducente, non intendo certo distoglierla.
Non voglio creare drammi, però dal decalogo del buon cruscone, il primo punto è letteralmente "C’impegniamo a essere cortesi nei nostri scambi: non sono ammesse provocazioni". Tuttavia in alcuni interventi leggo dell'ironia provocatoria, oltre al fatto che vengono intaccati pochi punti per demolire un'intera tesi, nonostante cerchi di rispondere sempre con serietà e cortesia. Mi rammarico se queste due qualità non traspaiono. Spero di sbagliarmi.
domna charola
Interventi: 1633
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: «Cringe»

Intervento di domna charola »

12xu ha scritto: mer, 01 feb 2023 12:02 Quindi se è vero che ribrezzo non è un buon traducente perché rappresenta il picco del «cringe» (il «cringe» originale), è altrettanto vero che neppure imbarazzo è un buon traducente come affermato in questo filone perché è un termine troppo debole, utile a tradurne l'accezione "annacquata". Forse la soluzione sta nella ricchezza lessicale dei dialetti italiani, o in una parola di origine germanica desueta come grigno.
Esatto. È quello a cui accennavo sopra, è una sfumatura diversa da imbarazzo, che però non è disgusto con la forza fisica con cui lo intendiamo noi, e quindi, per risparmiare fatica, si è preso pari pari un termine esotico che spopola in rete. Il punto è rendere la sfumatura esatta con un termine "nuovo", che possa rendere questa specifica sensazione senza ricorrere supinamente all'inglese.
brg
Interventi: 495
Iscritto in data: mer, 12 gen 2022 20:53

Re: «Cringe»

Intervento di brg »

Sono d'accordo che "ribrezzo" sia la traduzione che meglio conserva il significato originale di "cringe". Tuttavia, come già fatto notare, la connotazione delle due parole è ora totalmente diversa. Mentre "ribrezzo" è un termine usato con parsimonia, specificatamente impiegato per esprimere una forte dose di disagio o disapprovazione, "cringe" è invece diventato parola alla moda del basso gergo iperbolico e conformista della rete. Se originariamente il cringe della rete era effettivamente ribrezzevole, ora certamente non lo è più ed è usato per indicare qualcosa di imbarazzante, o che si vuole far passare per imbarazzante senza neppure esserlo veramente. Insomma ha perso la sua specificità di significato: dire che è entrato nel vocabolario italiano (per modo di dire, il mio certamente non lo contempla) perché mancava un termine con quella sfumatura di significato è fuorviante. Ormai il cringe non esprime nulla di specifico, se non la vicinanza ad una certa sottocultura, né in italiano, né nell'inglese volgare e distratto della rete e del linguaggio giovanile.
Si può tradurlo tranquillamente con "imbarazzante", "disagiante", "ribrezzevole", a seconda del contesto e della sensibilità del parlante, ma tuttavia nessuna traduzione può conservare l'unico elemento saliente espresso dalla parola "cringe", cioè il senso di appartenenza ad un certo mondo giovanilistico.
Fuori tema
Sono pronto a scommettere che vivranno più a lungo i boomer che la parola "boomer".
domna charola
Interventi: 1633
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: «Cringe»

Intervento di domna charola »

Fuori tema
12xu ha scritto: mer, 01 feb 2023 15:11 Ha ragione, avrei dovuto esprimermi meglio: intendo dire che matusa non indica specificatamente una persona con la visione del mondo di un baby boomer, quanto genericamente una persona anziana e retrograda. Un traducente per boomer può essere solo un termine sociologico indicante un membro della stessa generazione, e lì bisogna necessariamente coniarlo.
È tutto da dimostrare, però, che i ragazzini del giorno d'oggi che ci appellano come boomer si riferiscano esattamente al modo di pensare che può avere un individuo nato in quel particolare periodo e cresciuto negli anni successivi, e non a un generico modo di pensare superato; un uso con riferimento a una precisa generazione implica per lo meno che abbiano una buona conoscenza di storia contemporanea con approfondimenti di stampo sociologico, cosa che dubito così diffusa nella massa...
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5085
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Re: «Cringe»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Canape lasco ctonio ha scritto: mer, 01 feb 2023 13:21Forti della consapevolezza che si tratta solo di una moda giovanile passeggera sappiamo che presto diventerà solo un folcloristico ricordo, come è stato per matusa e come sarà per boomer. Che è forse il motivo per cui boomer non è stato mai incluso nella lista dei traducenti (oltre che perché ben pochi degli iscritti al foro ci mettono mano con una qualche regolarità).
Io l’aggiorno ogni tanto, non con regolarità. Sono comunque convinto anch’io che non valga molto la pena trovare traducenti per i termini del linguaggio giovanile, che è per definizione spontaneo e tollera le parole calate dall’alto o studiate a tavolino ancor meno della lingua «normale». Eppoi, come ha rilevato lei, è costantemente mutevole. Non che non si possa provare a lanciare una moda, ma questo non ha nulla che fare con la bontà del traducente. Non possiamo far molto per influenzare l’uso dei ragazzi.
12xu ha scritto: mer, 01 feb 2023 15:11
Canape lasco ctonio ha scritto: mer, 01 feb 2023 14:57 Comunque buona ricerca del traducente, non intendo certo distoglierla.
Non voglio creare drammi, però dal decalogo del buon cruscone, il primo punto è letteralmente "C’impegniamo a essere cortesi nei nostri scambi: non sono ammesse provocazioni". Tuttavia in alcuni interventi leggo dell'ironia provocatoria, oltre al fatto che vengono intaccati pochi punti per demolire un'intera tesi, nonostante cerchi di rispondere sempre con serietà e cortesia. Mi rammarico se queste due qualità non traspaiono. Spero di sbagliarmi.
Via, non se la prenda: quella di Canape era una battuta. :) Voleva dire soltanto che qualunque soluzione scegliamo ci scontreremo in questo caso contro ostacoli ancor piú grandi rispetto agli altri traducenti (tecnici o della lingua comune).

Mi spiego: se dico spettacolo culinario al posto di show cooking (sic) o superalimento al posto di superfood, il registro non cambia, faccio un favore al lettore, a tutti i lettori, e rispetto la lingua italiana. Ma con boomer entriamo nel gergo puro e semplice: chi lo usa come epiteto lo fa per escludere gli altri e includere sé stesso nella cerchia dei «non boomer». Il medesimo si può dire di cringe.

Possiamo pure dir loro che cringe non è altro che imbarazzo —la definizione non mi convince che si tratti di qualcosa di diverso, e ribrezzo è piú vicino al disgusto che al disagio— oppure che un boomer è un vecchio (indipendentemente dall’età anagrafica): continueranno a usare i loro termini con pervicacia e ostinazione ancora maggiori di quelle di giornalisti, presentatori, ecc. perché fanno parte della loro identità in opposizione a tutte le altre.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 20 ospiti