«Baggins»

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Luke Atreides
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«Baggins»

Intervento di Luke Atreides »

Ho una piccola curiosità sul cognome Baggins de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien:
Secondo la guida ai nomi e luoghi del SdA (“The Guide to the Names in The Lord of the Rings”) per i traduttori scritta da Tolkien il cognome Baggins andava tradotto, poiché c'era un significato nascosto.
Molti traduttori all'estero hanno seguito come diceva la guida, ovvero:
Intended to recall 'bag'—compare Bilbo's conversation with Smaug in The Hobbit -- and meant to be associated (by hobbits) with Bag End (that is, the end of a 'bag' or 'pudding bag' = culde-sac), the local name for Bilbo's house. (It was the local name for my aunt's farm in Worcestershire, which was at the end of a lane leading to it and no further). Compare also SackvilleBaggins. The translation should contain an element meaning 'sack, bag'.
Ad esempio le lingue romanze, lingue latine o lingue neolatine il cognome Baggins in lingua francese fu tradotto Sacquet da Francis Ledoux nella prima traduzione francese di SdA, ma da qualche anno anche lì dopo la nuova traduzione francese del romanzo ad opera di Daniel Lauzon è stato tradotto Bessac e in spagnolo fu tradotto “Bolsón”.
In tedesco fu tradotto “Beutlin ”.
Il cognome Beutlin è un cognome inventato, creato unendo il sostantivo der Beutel (borsa) a -lin, una riduzione del suffisso diminutivo -lein. La traduzione tedesca riesce dunque non solo nella traduzione degli elementi bag e sack dell'originale ma anche nell'accostamento di due cognomi formalmente diversi, riproducendo quel lieve effetto comico voluto dall'autore.
Nella traduzione storica del Signore degli Anelli ad opera di Vittoria Alliata di Villafranca, una diciassettenne alla sua prima esperienza professionale di traduzione letteraria, Alliata cercò di applicare le indicazioni compilate da Tolkien stesso ad uso dei traduttori del romanzo, laddove ad esempio l’autore suggeriva di rendere nelle lingue locali i nomi degli Hobbit. Così in quel volume il cognome fu tradotto in Sacconi.
Di quella traduzione nel 1967 venne pubblicato però soltanto il primo volume, La Compagnia dell’Anello, dall’editore Astrolabio, che successivamente, non riuscendo a proseguire l’operazione editoriale, cedette i diritti a Rusconi. La pubblicazione dunque poté riprendere nel 1970, ma soltanto dopo che la traduzione di Alliata era stata sottoposta all’editing di Quirino Principe.
Principe, tra l’altro, re-inglesizzò alcuni nomi di personaggi e luoghi ecc.
Nella nuova traduzione del Signore degli Anelli ad opera di Ottavio Fatica rimane quello originale, trascurando le indicazioni di Tolkien.
Seguendo le indicazioni di Tolkien, si possono avere traduzioni come Borsi, Borsari, Borsoni, Borselli, Borsetti, Borsini o Borsin(Cognome tipico veneto, però in questo cognome ha la fonetica come il cognome originale.).
A voi del foro l'ardua sentenza.
Ultima modifica di Luke Atreides in data gio, 11 gen 2024 19:37, modificato 1 volta in totale.
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G. M.
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Re: «Baggins»

Intervento di G. M. »

Fuori tema
Ogni volta che penso a questa faccenda dei nomi di Tolkien, provo un'irritazione per me inusuale. È una combinazione letale:
  1. la mancanza di rispetto verso l'artista, le sue idee, le sue creazioni, con una deliberata inosservanza delle sue indicazioni (tutt'altro che assurde, anzi fin banali): se fossi uno scrittore e mi facessero questo, sarei arrabbiato e amareggiato;
  2. il fatto che per un autore tanto celebre, amato, citato, studiato e notomizzato fin nel più minuzioso dei dettagli, la comunità italiana (lettori, editori, traduttori, critici, intellettuali) consideri normale, degno tutt'al più di un'osservazione marginale —un «lo sapevi che...?»— ma null'altro, che una parte tutt'altro che marginale della traduzione sia fatta andando contro il pensiero dell'autore (perché altrimenti i nomi italiani «ricorda[no] le stazioni del treno pendolari»* = metà del successo = metà degl'incassi 💸).
E la mancanza di rispetto è particolarmente fastidiosa vista l'estrema cura che l'autore, filologo e linguista, metteva proprio negli aspetti linguistici, che costituivano forse l'elemento più intimo e peculiare del suo carattere creativo. Trovo che, nel concerto delle lingue e delle culture, come paese facciamo una pessima figura: una miseria, una meschinità intellettuale.

[*O, per citare Quirino Principe stesso, sarebbero «fuori tono». Interessante come le scelte d'uno scrittore siano fuori tono nell'opera di quello scrittore stesso, e vadano quindi cassate. :roll:]
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Baggins»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Fuori tema
Luke Atreides ha scritto: dom, 19 feb 2023 0:08Nella traduzione storica del Signore degli Anelli ad opera di Vittoria Alliata di Villafranca, una diciassettenne alla sua prima esperienza professionale di traduzione letteraria, Alliata cercò di applicare le indicazioni compilate da Tolkien stesso ad uso dei traduttori del romanzo, laddove ad esempio l’autore suggeriva di rendere nelle lingue locali i nomi degli Hobbit. Così in quel volume il cognome fu tradotto in Sacconi.
Di quella traduzione nel 1967 venne pubblicato però soltanto il primo volume, La Compagnia dell’Anello, dall’editore Astrolabio, che successivamente, non riuscendo a proseguire l’operazione editoriale, cedette i diritti a Rusconi. La pubblicazione dunque poté riprendere nel 1970, ma soltanto dopo che la traduzione di Alliata era stata sottoposta all’editing di Quirino Principe.
Principe, tra l’altro, re-inglesizzò alcuni nomi di personaggi e luoghi ecc.
Nella nuova traduzione del Signore degli Anelli ad opera di Ottavio Fatica rimane quello originale, trascurando le indicazioni di Tolkien.
Questa parte è spudoratamente copiata dalla Rete. :evil: Potrebbe per cortesia indicare la fonte quando «riprende» brani da altri siti?
Utente cancellato 676

Re: «Baggins»

Intervento di Utente cancellato 676 »

Luke Atreides ha scritto: dom, 19 feb 2023 0:08Seguendo le indicazioni di Tolkien, si possono avere traduzioni come Borsi, Borsari, Borsoni, Borselli, Borsetti, Borsini o Borsin (Cognome tipico veneto, però in questo cognome ha la fonetica come il cognome originale.).
A voi del foro l'ardua sentenza.
Hai voglia ad alternative (non le sto dando del tu... è solo la locuzione pragmatica, come la definisce il De Mauro. Infarinato mi cazzierà se va declinata alla terza persona: lo ignoro): Borsotto e Borsa giusto tra i piú diffusi, apparentemente.
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12xu
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Re: «Baggins»

Intervento di 12xu »

Premetto che non ho ancora letto le opere di Tolkien, e che ho soltanto visto le tre pellicole di cui ho vaga memoria. Spero tuttavia che il mio contributo sia utile e origine di spunti.
Faccio notare che il cognome Baggins non deriva da bag ma da bag-end; sicché mi pare più convincente cercare traucenti a partire da una traduzione di bag-end che non da bag: un esempio (lo ammetto, non convincente) potrebbe essere Culsacco.
Fuori tema
Aggiungo a margine qualche nota personale, probabilmente banale alle orecchie degli esperti di linguistica quali gli avventori di questo foro (ma ripeto, spero che questo intervento sia fonte di spunti e approfondimenti, per cui lo scrivo comunque): al fine di ottenere una maggiore favolosità, per me è consigliabile ricorrere a nomi composti, alliterazioni e arcaismi, a richiamare tempi lontani dalla contemporaneità. Quindi Borsi, Borsari, Borsoni, Borselli, Borsetti, Borsini e Borsin mi sembrano poco idonei come cognomi di un personaggio fantastico. La lingua italiana è piena di cognomi detti "chilometrici" dal sapore fiabesco: Incantalupo, Ingannalamorte, Saltamacchia; e così anche per i toponimi, come Roccasecca, Locorotondo, Pietrapertosa. Per me questi sono gli esempi da tener a mente se si vuole che la traduzione sia efficace.
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G. M.
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Re: «Baggins»

Intervento di G. M. »

12xu ha scritto: mer, 10 gen 2024 17:28 Faccio notare che il cognome Baggins non deriva da bag ma da bag-end; sicché mi pare più convincente cercare traucenti a partire da una traduzione di bag-end che non da bag: un esempio (lo ammetto, non convincente) potrebbe essere Culsacco.
Sì e no: si dovrebbe percepire un collegamento con Bag End, ma sulla base del Bag: l'elemento End non è esplicito:
J. R. R. Tolkien, «Guide to the Names in The Lord of the Rings» ha scritto:Baggins. Intended to recall 'bag'—compare Bilbo's conversation with Smaug in The Hobbit -- and
meant to be associated (by hobbits) with Bag End (that is, the end of a 'bag' or 'pudding bag' = culde-sac), the local name for Bilbo's house. (It was the local name for my aunt's farm in
Worcestershire, which was at the end of a lane leading to it and no further). Compare also Sackville-Baggins. The translation should contain an element meaning 'sack, bag'. [...]

Bag End. The local name for Bilbo's house, and meant to be associated (by hobbits) with the end of a
'bag' or 'pudding-bag' = cul-de-sac. Translate by sense. See Baggins; the same element in the
language of translation should appear both in Baggins and in Bag End.
———
12xu ha scritto: mer, 10 gen 2024 17:28[A]l fine di ottenere una maggiore favolosità, per me è consigliabile ricorrere a nomi composti, alliterazioni e arcaismi, a richiamare tempi lontani dalla contemporaneità. Quindi Borsi, Borsari, Borsoni, Borselli, Borsetti, Borsini e Borsin mi sembrano poco idonei come cognomi di un personaggio fantastico. [...]
Giusto, ma... la traduzione non deve solo rendere il sentimento generale dell'opera («high fantasy»), ma anche il sentimento dei singoli elementi particolari che la compongono. La Contea è pensata per essere una versione ideale dell'Inghilterra rurale, una sorta di oasi accogliente, campagnola e anche "buffa" in un mondo per il resto glorioso e intimidatorio, da saga nordica, con grandi guerrieri, draghi, stregoni, alte montagne e oscure foreste. Ciò è visibile anche nei nomi: «favolosi» e altisonanti* altrove, molto più «terra terra», semplici e rassicuranti, nella Contea. Un tema importante del Signore degli Anelli, infatti, è che i protagonisti della vicenda, che salvano il mondo, non sono (solo) i grandi eroi dell'epica, bensì (soprattutto) proprio gli òbbiti, dei personaggetti minori (anche fisicamente, piccoli) e apparentemente trascurabili, la «gente comune», normale (per il lettore), persone che in Inghilterra potrebbero chiamarsi Baggins e in Italia Borsi, Borsari, Borsoni e simili. :wink:

[* Anche evocativi proprio come suono, dato che per molti il significato non è trasparente: Gandalf, Aragorn, Eldrond, Denethor contro Bilbo, Frodo, Sam[wise], eccetera.]
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12xu
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Re: «Baggins»

Intervento di 12xu »

G. M. ha scritto: mer, 10 gen 2024 18:39 Sì e no: si dovrebbe percepire un collegamento con Bag End, ma sulla base del Bag: l'elemento End non è esplicito:
Invero dovrei capire se Baggins viene da Bag End (come un cognome toponomastico) o viceversa. Nel primo caso, che l'elemento End non sia esplicito in inglese ha senso perché essa è una lingua più distruttiva dell'italiano, che al contrario è più conservativo. Se Baggins è una deformazione di Bag End, una traduzione efficace dovrebbe prima trovare un traducente per Bag End e poi dedurre il cognome Baggins. Se invece è Bag End a venire da Baggins, allora ha ragione a trovare prima un traducente di Baggins e solo dopo di Bag End.
G. M. ha scritto: mer, 10 gen 2024 18:39 Giusto, ma... la traduzione non deve solo rendere il sentimento generale dell'opera («high fantasy»), ma anche il sentimento dei singoli elementi particolari che la compongono. La Contea è pensata per essere una versione ideale dell'Inghilterra rurale, una sorta di oasi accogliente, campagnola e anche "buffa" in un mondo per il resto glorioso e intimidatorio, da saga nordica, con grandi guerrieri, draghi, stregoni, alte montagne e oscure foreste. Ciò è visibile anche nei nomi: «favolosi» e altisonanti* altrove, molto più «terra terra», semplici e rassicuranti, nella Contea. Un tema importante del Signore degli Anelli, infatti, è che i protagonisti della vicenda, che salvano il mondo, non sono (solo) i grandi eroi dell'epica, bensì (soprattutto) proprio gli òbbiti, dei personaggetti minori (anche fisicamente, piccoli) e apparentemente trascurabili, la «gente comune», normale (per il lettore), persone che in Inghilterra potrebbero chiamarsi Baggins e in Italia Borsi, Borsari, Borsoni e simili. :wink:
Non a caso ho citato nomi come Roccasecca, Pietrapertosa, Locorotondo: piccoli borghi della campagna e della montagna centro-meridionale. La favolosità e la rusticità sono caratteri affini, essendo le fiabe racconti della tradizione agreste. Noti comunque che né BilboBaggins, né in generale i nomi degli obbiti, sono comuni nella onomastica inglese. I nomi hanno sì un che di umiltà diversamente da quelli classici dell'epica anglosassone; ma non un senso di banalità come può esserlo Giovanni Borsoni. Nomi come Sabino Saccolabio oppure Bilbo Borsicchio mi suonano più ideonei come nomi di un personaggio fantastico.
domna charola
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Re: «Baggins»

Intervento di domna charola »

12xu ha scritto: mer, 10 gen 2024 22:56
Non a caso ho citato nomi come Roccasecca, Pietrapertosa, Locorotondo: piccoli borghi della campagna e della montagna centro-meridionale. La favolosità e la rusticità sono caratteri affini, essendo le fiabe racconti della tradizione agreste. Noti comunque che né BilboBaggins, né in generale i nomi degli obbiti, sono comuni nella onomastica inglese. I nomi hanno sì un che di umiltà diversamente da quelli classici dell'epica anglosassone; ma non un senso di banalità come può esserlo Giovanni Borsoni. Nomi come Sabino Saccolabio oppure Bilbo Borsicchio mi suonano più ideonei come nomi di un personaggio fantastico.
Sì e no... Come già notato da G.M., la contrapposizione fra nomi epici e nomi familiari è funzionale alle due ambientazioni, gli eroi delle grandi stirpi e i piccoli pacifici abitanti della Contea, le cui aspirazioni sono molto più quotidiane e pacioccose.
Però questi ultimi sono anche i veri eroi che snodano le vicende, e quindi è vero che non possono chiamarsi Giuseppe Rossi; secondo me proprio per questo, per compensare i due aspetti, Tolkien ha scelto di associare un nome "strano", non anglosassone, che indica l'individuo - cioè l'eroe, il protagonista, distinto dagli altri conterranei - a un cognome molto familiare e banale, che lo riporta nel sfera del quotidiano a cui esso appartiene.
Borsicchio o Saccolabio mi sembrano delle forzature arzigogolate, mentre anche un semplice Borsa mi appare come naturale in quel contesto. Siamo in un'ambientazione in un tempo imprecisato, ma che riecheggia il famoso "Medioevo secondo Disney", ovvero quell'immaginario sospeso in quelli che consideriamo ancora come i "secoli bui", dei quali si può scrivere e inventare di tutto. E proprio medievale è l'origine dei cognomi, a partire innanzitutto da attività praticate o da soprannomi, caratteristiche personali etc., molto spesso usati in origine in maniera totalmente trasparente: ad esempio, i Notari attuali derivano da professioni di "notaro", come si diceva nella lingua di allora, e così avveniva anche nelle altre lingue europee. Ci sono poi anche tutte le varie alterazioni, soprattutto quando il "cognome" derivava da un soprannome più o meno critico o scherzoso, però avevano all'origine un significato e intonazione precise.
Nel caso dei nostri personaggi, tutto sommato non riesco a vedere la necessità di inventarsi delle alterazioni che alla fine possono risultare gratuite.
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12xu
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Re: «Baggins»

Intervento di 12xu »

Non reputo che le mie proposte siano perfette, anzi. Ho portato l'esempio di Saccolabio perché evoca bucolicità; e in alternativa Borsicchio per restituire la paciosità e al contempo la favolosità dei personaggi. Si può ovviamente prediligere Borsetta, meno arzigogolato ma non banale. In ogni caso, quel che voglio sottolineare è che Baggins non è un cognome comune come potrebbero esserlo Bagley o Baggot: Borsa, Borsi, Borsino, Borsetti e simili sono invece diffusi nella onomastica italiana. Inoltre, a partire dal traducente scelto, bisognerebbe trovare anche un nome per Bag End, sicché reputo conveniente un cognome formato a partire da "sacco" piuttosto che da "borsa"; a meno che ci siano modi che non conosco di indicare un vicolo cieco che includono "borsa" nella nostra lingua.
brg
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Re: «Baggins»

Intervento di brg »

Nessuno dei nomi propri degli hobbit è comune. Non Frodo, non Bilbo, non Meriadoc, non Samwise e nemmeno Belladonna o Camelia. I nomi maschili sono tipicamente ripresi dalla tradizione anglosassone medioevale. I cognomi sono inesistenti in inglese, con l'eccezione di Sackville, che però probabilmente è uno scherzo.

Se un simile gioco linguistico non fosse già abbastanza complesso, il fatto, che la Contea sia modellata su un'ideale campagna inglese in maniera evidente, pone ulteriori problemi. L'intento letterario dichiarato era quello di presentare un mondo familiare, ma è evidente che tale mondo è familiare per un inglese, meno per un italiano, ancor meno, forse per niente, per un buriato. Per un lettore italiano la tranquilla campagna inglese è qualcosa di esotico, cioè qualcosa che mal si sposa con una onomastica italianizzante. Sarebbe come riscrivere l'Iliade in cui al posto del Pelide Achille, ci viene messo un certo Mario di Francesco, che litiga col capo, un certo Antonio di Pietro. Non funziona.

Per riprodurre traslata l'impressione che il testo originale voleva suscitare, bisognerebbe rimodellare la Contea sulla campagna toscana e poi adottare nomi rievocanti un certo passato, chessò Cacciaguida, Drudolo o Bellincione. Ma sarebbe un tentativo faticosissimo quanto vano: l'idea della vita bucolica è diversa tra l'Italia e l'Inghilterra, specialmente l'Inghilterra di metà novecento. Basta leggere le veglie di Neri per capire che l'idea della campagna toscana non è l'idea della campagna inglese.
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G. M.
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Re: «Baggins»

Intervento di G. M. »

12xu ha scritto: gio, 11 gen 2024 14:45 [Q]uel che voglio sottolineare è che Baggins non è un cognome comune come potrebbero esserlo Bagley o Baggot: Borsa, Borsi, Borsino, Borsetti e simili sono invece diffusi nella onomastica italiana.
brg ha scritto: gio, 11 gen 2024 21:31I cognomi sono inesistenti in inglese, con l'eccezione di Sackville, che però probabilmente è uno scherzo.
Per i possibili equivalenti italiani valutati sarebbe interessante sapere (anche solo per curiosità) se e quanto, a parte il fatto di sonare comuni, siano effettivamente comuni. Qualcuno sa se esistono strumenti affidabili al riguardo in Rete? Di siti ne trovo vari, ma non me ne intendo e non so giudicare in proposito.
brg ha scritto: gio, 11 gen 2024 21:31 Per un lettore italiano la tranquilla campagna inglese è qualcosa di esotico, cioè qualcosa che mal si sposa con una onomastica italianizzante. Sarebbe come riscrivere l'Iliade in cui al posto del Pelide Achille, ci viene messo un certo Mario di Francesco, che litiga col capo, un certo Antonio di Pietro. Non funziona.
Mi sembra un paragone esagerato. Molti elementi «esotici» si mantengono e manterrebbero invariati: Bilbo & Frodo nessuno li vuol cambiare. I nomi classici li italianizziamo adattando: parliamo appunto d'Achille, e non d'Achilleús. Qui si vorrebbe semplicemente calcare qualche elemento di significato, per renderlo trasparente in italiano come lo è in inglese. Nessuna italianizzazione eccessiva del genere descritto.
brg
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Re: «Baggins»

Intervento di brg »

G. M. ha scritto: gio, 11 gen 2024 23:07 Mi sembra un paragone esagerato. Molti elementi «esotici» si mantengono e manterrebbero invariati: Bilbo & Frodo nessuno li vuol cambiare. I nomi classici li italianizziamo adattando: parliamo appunto d'Achille, e non d'Achilleús. Qui si vorrebbe semplicemente calcare qualche elemento di significato, per renderlo trasparente in italiano come lo è in inglese. Nessuna italianizzazione eccessiva del genere descritto.
Ma anche Bilbo e Frodo contengono sia dei significati, che una connotazione che si perde dall'inglese all'italiano. In inglese sono nomi dal sentore esotico, che però hanno una riconoscibile connessione alla storia anglosassone. In italiano sono nomi dal sentore ordinario, che oltretutto non hanno una riconoscibile connessione con la storia anglosassone.
Che cosa vogliamo rendere trasparente in italiano? La connotazione di buon vecchia campagna inglese o la denotazione di qualche scherzo linguistico? Che cosa è più importante nella resa della traduzione? Queste sono le domande alle quali bisogna dare risposta, prima di dire quanto e che cosa si vuole adattare.
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12xu
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Re: «Baggins»

Intervento di 12xu »

G. M. ha scritto: gio, 11 gen 2024 23:07 Per i possibili equivalenti italiani valutati sarebbe interessante sapere (anche solo per curiosità) se e quanto, a parte il fatto di sonare comuni, siano effettivamente comuni. Qualcuno sa se esistono strumenti affidabili al riguardo in Rete? Di siti ne trovo vari, ma non me ne intendo e non so giudicare in proposito.
Ametto di basarmi su stime grossolane, ma a mio modo di vedere sensate: non vi sono pagine della Vichipedia inglese contenenti il cognome Baggins slegate dal SdA. È noto che la Vichipedia inglese sia completa e dettagliata; quindi anche personalità minori dovrebbero figurare se fosse un cognome popolare a sufficienza. Nella Vichipedia italiana vi sono al contrario pagine dedicate a più persone cognominate Borsa, Borsetti, Borsari, Borselli; il che significa che sono quantomeno diffusi nella onomastica italiana. Su Borsin non saprei dire, ma l'autore del filone sostiene essere tipico del Veneto.
Avatara utente
G. M.
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Re: «Baggins»

Intervento di G. M. »

brg ha scritto: ven, 12 gen 2024 0:09 Ma anche Bilbo e Frodo contengono sia dei significati, che una connotazione che si perde dall'inglese all'italiano. In inglese sono nomi dal sentore esotico, che però hanno una riconoscibile connessione alla storia anglosassone. In italiano sono nomi dal sentore ordinario, che oltretutto non hanno una riconoscibile connessione con la storia anglosassone.
Dice sul serio? Non ricordo esattamente le storie dei due nomi, ma mi sembra che in inglese siano entrambi nomi opachi, senz'alcuna «riconoscibile connessione alla storia anglosassone», per l'anglofono "normale", beninteso. Può spiegarci meglio?
brg ha scritto: ven, 12 gen 2024 0:09 Che cosa vogliamo rendere trasparente in italiano? La connotazione di buon vecchia campagna inglese o la denotazione di qualche scherzo linguistico? Che cosa è più importante nella resa della traduzione? Queste sono le domande alle quali bisogna dare risposta, prima di dire quanto e che cosa si vuole adattare.
Per iniziare, senza complicarsi troppo la vita, sarebbe già un'ottima cosa seguire le precise e tutto sommato semplici indicazioni dell'autore... :wink:
brg
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Re: «Baggins»

Intervento di brg »

G. M. ha scritto: ven, 12 gen 2024 0:36 Per iniziare, senza complicarsi troppo la vita, sarebbe già un'ottima cosa seguire le precise e tutto sommato semplici indicazioni dell'autore... :wink:
Le indicazioni funzionano bene per le traduzioni in altre lingue germaniche moderne, che sono in grado di preservare la struttura narrativa espressa dalla costruzione linguistica del romanzo, ma non è detto che funzionino altrettanto bene per lingue diverse. Né è detto che continui a funzionare, a me pare di no, l'idea della Contea come di un luogo familiare.
Fuori tema
G. M. ha scritto: ven, 12 gen 2024 0:36 Dice sul serio? Non ricordo esattamente le storie dei due nomi, ma mi sembra che in inglese siano entrambi nomi opachi, senz'alcuna «riconoscibile connessione alla storia anglosassone», per l'anglofono "normale", beninteso. Può spiegarci meglio?
Frodo è il nome latinizzato di una serie di re leggendari danesi (Frotho, Froda ecc. a seconda delle trascrizioni), in italiano sarebbe probabilmente Frodone.
Il padre di Frodo si chiama Drogo, che è un altro nome della tradizione germanica.
Meriadoc è un re leggendario britannico.
Il cugino di Bilbo si chiama Otho, cioè Otone od Ottone.
Accanto a molti nomi creati per assonanza ed allitterazione (e per scherzo, come Longo e Largo), ci sono nomi veri, che erano certamente noti a Tolkien.
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