«Plaid»

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Re: «Plaid»

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Difesa Italiano ha scritto: ven, 24 feb 2023 19:26 In spagnolo, sia in quello del vecchio continente sia quello messicano, mi sembra che si parli di manta (qui alcuni esempi di reverso).
Fra l’altro, si potrebbe ricuperare proprio il desueto manta, che avrebbe il duplice vantaggio della brevità e della perspicuità…
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G.B.
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Re: «Plaid»

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Infarinato ha scritto: ven, 24 feb 2023 20:47 Fra l’altro, si potrebbe ricuperare proprio il desueto manta, che avrebbe il duplice vantaggio della brevità e della perspicuità…
Purché non ne abbiano sentore i biologi marini, che usate le mante per riscaldarvi... :mrgreen:
G.B.
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Infarinato
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Re: «Plaid»

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Fuori tema
Via, va bene un po’ d’umorismo, ma codesta se la poteva anche risparmiare, caro G.B. ;) (se non fosse uno storico frequentatore di questa piazza [e autore di pregevoli contributi], avrei probabilmente eliminato il suo intervento, simpatico ma futile).

La polisemia non è mai stato un problema, in nessuna lingua, al di fuori di contesti tecnico-specialistici. E non ricomincerò qui un discorso già fatto mille volte.
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Millermann
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Re: «Plaid»

Intervento di Millermann »

A parte le battute «ittiche», manta per plaid qui da me suonerebbe perfettamente comprensibile, ma un po' bizzarro: questo termine, desueto in italiano, è ancora presente in diversi dialetti meridionali (anche nel mio, dove si affianca al piú neutro cuperta, con un significato particolare: la manta è la coperta pesante, quella che si usa quando fa davvero freddo). :)
Un plaid, invece, è di solito una coperta leggera e «mille usi»: insomma, farebbe un po' sorridere l'idea di avvolgersi in una manta per guardare la tivvú in poltrona. ;)
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Re: «Plaid»

Intervento di Carnby »

Millermann ha scritto: dom, 26 feb 2023 11:51 [I]nsomma, farebbe un po' sorridere l'idea di avvolgersi in una manta per guardare la tivvú in poltrona.
Allora mantina? :)
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Millermann
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Re: «Plaid»

Intervento di Millermann »

Carnby ha scritto: dom, 26 feb 2023 12:09 Allora mantina?
In dialetto, per l'esattezza si direbbe «manticella» o «mantarella». :mrgreen:
In italiano, per me mantina può andar bene. ;)
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
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G.B.
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Re: «Plaid»

Intervento di G.B. »

Fuori tema
Infarinato ha scritto: dom, 26 feb 2023 11:28 Via, va bene un po’ d’umorismo, ma codesta se la poteva anche risparmiare, caro G.B. ;) (se non fosse uno storico frequentatore di questa piazza [e autore di pregevoli contributi], avrei probabilmente eliminato il suo intervento, simpatico ma futile).
Non Le è piaciuta, ho capito.
Millermann ha scritto: dom, 26 feb 2023 11:51 ... questo termine, desueto in italiano, è ancora presente in diversi dialetti meridionali.
Anche plaid, che desueto non è! Da Lei no? In Sicilia, sin almeno dai tempi di Verga, che curiosamente ha preferito la grafia pled a pleddi (pur registrata dai bilingui dell'epoca):
Giovanni Verga (nei «Galantuomini», 1883) ha scritto: Tornava a piedi dalla campagna, più tardi di ogni altro, con quello straccio di scialle di sua moglie che chiamava pled, e la sua brava giornata di zappare se la faceva anche lui, quando nella viottola non passava nessuno.
Grassetto mio.
G.B.
domna charola
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Re: «Plaid»

Intervento di domna charola »

A riguardare anche la data di apertura del filone, mi pare veramente una questione annosa e di difficile sbrogliamento.
Il termine si è ambientato in italiano da vecchia data, tanto da aver generato quel tipo di adattamento garfico che nel dopoguerra appariva naturale, e che oggi appare invece ai più come popolaresco se non caricaturale. Nel contempo, ha mutato il proprio significato, estendosi a qualsiasi tipo di copertina corta da divano o comunque da buttarsi addosso casualmente se fa freddo, e questo probabilmente con la complicità dei produttori di tessili da arredamento che hanno buttato fuori trapuntine sintetiche leggere suggerendo l'idea che potessero essere ottimi surrogati del più nobile plaid.
Da bambina - anni '60 - il plaid era la copertina di lana "scozzese" - nel senso di disegno, non di reale origine - con le frangette, più piccola e informale rispetto alle "coperte", e da trascinare con sè anche quando si viaggaiava in auto. Si trattava cioè di una specifica tipologia di drappo da usare per coprirsi.
Adesso invece se in un negozio si chiede una coperta "plaid", vengono proposte le cose più disparate, che col plaid non c'entrano per nulla, e alle quali, come dicevo sopra, il riferimento è stato appioppato come nome commerciale, volto a suggerire l'idea di un uso meno impegnativo rispetto alla coperta classica.
A rigore quindi il traducente attuale sarebbe coperta/copertina con la specifica delle caratteristiche - piccola, singola, matrimoniale, trapunta, in ciniglia etc. - o, abbreviando, nel caso delle trapunte - termine che ormai è un sostantivo autonomo - direttamente "trapuntina" singola, matrimoniale etc., perché in quella tipologia la discriminante diviene la leggerezza rispetto alla trapunta normale, da inverno.
Rimarrebbe quindi fuori il solo caso del vero plaid, che a quel punto avrebbe senso adattare, proprio per sottolineare che si tratta di un oggetto diverso rispetto a tutto il resto che viene spacciato sotto il medesimo nome.
D'altra parte, all'origine il termine plaid si lega proprio al disegno del tessuto - ottenuto alternando ritmicamente in trama e in ordito fasci di filati di lana di diverso colore, per ottenre motivi a griglia quadrata - più propriamente definito "tartan", con i cui drappi le popolazioni fra Scozia e Galles usavano coprirsi; il termine indicava il drappo con quel disegno e modo di lavorazione, diffuso peraltro in tutta l'età del ferro europea.
Quindi tradurremmo come "coperta", ma in effetti era visto come un capo di abbigliamento, avvolto e allacciato in cintura con particolari modalità, per proteggersi dalle intemperie durante gli spostamenti, Non si può nemmeno parlare di mantello, perché in realtà non era assimilabile a questo, ma aveva un avvolgimento e un fissaggio diversi, essendo in definitiva all'origine del "grande kilt" - il Fèileadh mòr - testimoniato dal XVI secolo. Insomma, il plaid sarebbe tutt'ora la piccola coperta di lana a quadrati che non usiamo più legarci in vita come facevano gli antichi, ma che ci portiamo comunque dietro negli spostamenti, in viaggio o più banalmente dal divano alla poltrona.

Mi sfugge invece il riferimentro allo scialle come traducente.
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G.B.
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Re: «Plaid»

Intervento di G.B. »

domna charola ha scritto: lun, 27 feb 2023 11:28 Mi sfugge invece il riferimento allo scialle come traducente.
Forse si spiega dal fatto che come scialli erano usati:
Plèddi, s.m. voce dell'uso corrotta dall'inglese, ed è uno spallino lungo di lana (G. Biundi, Dizionario siciliano-italiano, 1857).

Pled, Pleddi, s.m. Scialle da uomo per tener calde le spalle: spallino, fascettone (Inglese, plaid: sorta di mantello de' montanari Scozzesi) (A. Traina, Nuovo vocabolario siciliano-italiano, Vol 2, 1868).

Pláid (pléd), ag. Scozzese || s. Ciarpa dei montanari scozzesi. || Mantello scozzese (B. Melzi, Nuovo dizionario inglese-italiano..., 1892).

Plèd (D. Fr.), (Scialle per viaggio) (P.N.), Pled (C. Arrighi, Dizionario Milanese-Italiano, 1896).
E cosí abbiamo spiegato anche perché «il» plaid (mantello, scialle, spallino, fascettone) e non «la» plaid (coperta, trapunta, manta...).
G.B.
domna charola
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Re: «Plaid»

Intervento di domna charola »

Sì, però a parte la terza citazione - che abbastanza correttametne lo collega a una cosa che gli scozzesi si avvolgono addosso - che proviene da un "nuovo" dizionario inglese-italiano, le altre sono traduzioni del termine inglese in siciliano e in milanese, quindi non mi sembrano pertinenti. Al massimo ci informano che con il termine in esame in quei luoghi si indicava tutt'altra cosa, ma non che necessariamente questo sia anche il significato corretto in italiano.
Senza considerare la datazione, seconda metà '800, in cui il costume e i termini vestimentari di riferimento erano molto diversi.
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G.B.
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Re: «Plaid»

Intervento di G.B. »

domna charola ha scritto: lun, 27 feb 2023 14:27 Sì... ma non che necessariamente questo sia anche il significato corretto in italiano.
Codesto, non l'ho detto. Però, intratanto, ho dato una capatina in biblioteca... :D Il Nuovo Devoto — Oli della mia università definisce plaid come segue: «coperta o scialle pesante da viaggio, di lana o di fibre sintetiche, spesso a disegno scozzese, con frange»; e riporta la datazione ‹"sec. XVIII"›. Secondo il DELI (che definisce cosí: «scialle o coperta di lana, con disegni a grandi quadri e a colori vivaci»), la prima attestazione risale appunto al 1757 ed «entra in it[aliano] attrav[erso] le numerose traduzioni di W. Scott... nel sign[ificato] di 'mantello dei montanari scozzesi' o più esattamente di "striscia di panno lungo all'incirca tre braccia che i montanari scozzesi portano in luogo di mantello"». Verso la fine del XIX secolo pled valeva «scialle da viaggio» (secondo il Petrocchi sarebbe appunto uno «scialle grave da viaggio»).

La voce del DELI si conclude con una citazione di Jacono (che non ho verificato): «passato in Francia, il vocabolo fu esteso a indicare anche la coperta [dal 1867] o lo scialle pesante da viaggio, disegnato alla maniera così detta "scozzese" (a quadri a scacchi variamente colorati, o piuttosto a rigoni intrecciati, di vari colori». In francese si dice plaidin dal 1667.

Concludo anch'io con una citazione, che testimonia un uso in verità piuttosto vario di questi oggetti:
«La Moda» 15/02/1854 ha scritto:Serviva e serve ancora oggidì ad ogni sorta di usi, e si porta in mille guise: si drappeggia sulle spalle e s'arrotola al disopra delle braccia per ripararsi dalla pioggia; si porta a sciallo, a sciarpa, secondo che vuolsi aver più o meno caldo; s'avvolge intorno alle gambe trovandosi in carrozza, serve di copertina, di tenda ecc.
P.S.: In Sicilia i pleddi, *pileti o pleti, sin a trent'anni sono, erano ancora e solo scialli [da uomo] (si veda in proposito la voce del Vocabolario di Giorgio Piccitto).
G.B.
Avatara utente
G. M.
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Re: «Plaid»

Intervento di G. M. »

G.B. ha scritto: gio, 09 mar 2023 21:32 [..] una citazione di Jacono (che non ho verificato) [...]
La confermo: è nel suo Dizionario di esotismi (1939, a p. 300). Come sostituzioni, a seconda dei significati, propone coperta, scialle (da viaggio), passamontagna, camaglio, sciarpa, sciarpone.
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