Spesso in queste stanze e in altri luoghi in Rete ci si lamenta delle modalità espressive della Crusca e del suo gruppo Incipit, rilevandone una certa vaghezza espressiva, fonte di fraintendimenti (ingigantiti da giornalisti ignoranti) che hanno come conseguenza finale un aiuto alla diffusione dei forestierismi. Anch'io personalmente me ne sono lamentato molte volte; nel mio libro sugli anglicismi (2021, p. 92) scrivevo:
(Si veda anche questo mio articolo).Ciò che sorprende, da parte di un’istituzione di questa caratura culturale (e proprio mentre fa una simile dichiarazione di neutralità), è che persista nel trascurare il fatto sociolinguistico, lampante, per cui dalla Crusca la gente si aspetta un giudizio, un parere, un consiglio, e se questo non c’è e la parola è trattata come un termine normale, allora significa che va bene, e la parola è quindi attivamente e concretamente aiutata a diffondersi dal nome dell’Accademia.
Non serve andare a cercare lontano; basta scorrere i commenti lì sotto [...]. Similmente, spesso i giornali riprendono queste schede titolando che la Crusca «approva», «accetta», «certifica», «aggiunge al vocabolario italiano» questo o quel termine. I giornalisti si possono tacciare di superficialità; ma certo le modalità comunicative della Crusca fanno poco per evitare l’equivoco [...]
Senza nulla togliere a tali considerazioni, voglio guardare ora l'altra estremità del fraintendimento: cioè non la Crusca ma il "pubblico", non istudioso né appassionato di lingua, comprendente in sé sia i giornalisti (e simili "megafoni") sia i loro lettori.
La Crusca ha pubblicato una recente scheda (20 febbraio 2023) su ghostare, e ancora una volta si è ripetuto tutto come da copione: oggi per caso mi è capitato sotto gli occhi un articolo al riguardo di una delle pagine più popolari del Facebook italiano (4,2 milioni di seguitori[!]); grassetti nell'originale:
Spesso diciamo che il "ribellismo" odierno degl'italiani rispetto alla loro lingua significherebbe un forte e istintivo rifiuto d'una politica linguistica, d'un'accademia "normativa" come ce ne sono in tanti paesi, dove sono istituzioni culturali stimate e produttive. Ma ne siamo del tutto sicuri? Questi fraintendimenti della Crusca, ripetuti e ripetuti un sacco di volte, che le attribuiscono un carattere normativo benché essa a parole lo rifiuti convintamente, non significano invece che per il pubblico italiano l'idea di avere una "vera" accademia della lingua non è un'idea assurda ed estranea, ma anzi è normale e quasi banale? (Visto che il concetto è evidentemente presente nel pensiero collettivo, mentre quello d'un'accademia solo descrittiva proprio sembra non riuscire ad entrarci?).“Ghostare” entra a far parte del nostro linguaggio: l’Accademia della Crusca ufficializza il termine
[...]
Solitamente accade nelle relazioni, anche se non è escluso che ciò avvenga per qualche motivo anche nelle amicizie. Nonostante possa sembrare un termine e un’azione sconosciuti alle persone più adulte, secondo l’Accademia della Crusca c’era necessità di prendere atto della loro esistenza. E così ha deciso di “importare” ufficialmente la parola “ghostare”. Ed eccone la definizione: “Porre fine a una relazione con una persona cessando improvvisamente ogni forma di comunicazione con quest’ultima”. Oppure anche: “ignorare un messaggio, una chiamata o altra forma di comunicazione”. La prima attestazione, per l’Accademia, risale al 2015 e non è presente nei dizionari. [...]
Forse, circa il rifiuto che ci sarebbe verso una politica linguistica o accademia normativa che sia, ci facciamo condizionare troppo dagli avvocati dell'itanglese con cui discutiamo (cfr. questo mio intervento), mentre gl'italiani con cui non discutiamo, un milione di volte più numerosi, la vedrebbero in modo diverso e non avrebbero un pregiudizio così negativo.