«Risurrezione» e «resurrezione»

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«Risurrezione» e «resurrezione»

Intervento di Utente cancellato 676 »

C’è già un filone su crocifisso e crocefisso, ma nella notte di Pasqua analizzo brevemente la frequenza delle due forme risurrezione e resurrezione, tra i dizionari in Rete e tra i principali utenti del concetto 😄...

Il DOP nella voce resurrezione rimanda a risurrezione, dove soggiunge «o resurrezione».

Anche il De Mauro (Paravia), il Gabrielli e il Sabatini Coletti — come il DOP — nella voce resurrezione rimandano a risurrezione.

Il Treccani ha solo la voce risurrezióne, in cui chiarisce subito «(o resurrezióne

Mentre il dizionario della Garzanti, in controtendenza, nella voce risurrezione rimanda a resurrezione.

Il DiPI ha entrambe le voci.

Infine il GDLI alla voce Risurrezióne, che ricorda derivare dal latino tardo resurrectĭo -onis, riporta le seguenti forme alternative: resurrezióne e le antiche resorezióne, ressurezióne, ressurressióne, resurecióne, resuresióne, resurexióne, resurrectióne, resurressióne, resurrezzione, risurezzióne, risurressióne e risurrezzióne.

Quanto alle citazioni riportate:
Resorezione nei Testi spellani,
ressurezione per Giovan Giuseppe Orsi,
Resurexione nei Documenti Visconti-Sforza,
Resurrezzione/resurrezzióne per Luigi Giuglaris e Dominico de Catzèlu,
ressurressióne nelle Laude cortonesi,
resurecióne, nel Codice dei Servi di Ferrara,
resuresióne nel Libro di Sydrac,
resurrectióne nella Cronaca di Isodoro Minore volg.,
resurressióne nella Leggenda aurea volgar., per Giovanni di Pagolo Morelli e per Bono Gambòni*,
resurrezione per Giovanni Boccaccio, Zanobi da Strata/Strada, Giuseppe Antonio Borgése, Giosuè Carducci#, Zucchero Bencivenni, Gianfrancesco Straparòla, Giovanni Pascoli, Pietro Giannóne, San Bernardino da Siena, Luigi Pirandello, Fra’ Giordano da Pisa, Dante Alighieri, Girolamo Savonarola, Marco Antonio Flaminio, Vincenzo Monti, Eugenio Montale, Guido Piovene, Francesco Bèlo, Carlo Emilio Gadda, Giuseppe Marotta, Alberto Moravia, Italo Calvino, Carlo Carrà, Emilio Cécchi, nella Bibbia Volgare a cura di C. Negroni, nella Rappresentazione di Santa Maria Maddalena e nella Scala del Paradiso,
risurezzióne per Alessandro Citolini,
risurressione per Bono Giambòni*,
risurrezione per Giambattista Martini, Gasparo Gozzi, Giosuè Carducci#, Ippolito Nievo, Benedetto Croce e Riccardo Bacchelli, Francesco Milizia, Silvio Pellico, Terenzio Mamiani della Rovere e Ferdinando Martini,
risurrezzione per Gabriele Fiamma.

E ora veniamo ai principali locutori di questa parola (numericamente parlando): i cattolici. Nella terza edizione tipica del Messale Romano promulgato dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, così come nei 4 volumi della Liturgia delle Ore, nei Lezionari festivi e feriali, nei volumi con i riti del battesimo dei bambini, del matrimonio e delle esequie si usa sempre e solo risurrezione (cosa nient’affatto scontata visto il grande lasso di tempo — un cinquantennio circa — tra tutte queste tipologie di libri liturgici). Resterebbero da verificare i restanti libri con riti sacramentari, il Cerimoniale dei vescovi, il Benedizionale e tutti gli altri libri liturgici, ma direi che è già un campione rappresentativo che lascia pensare ci sia stata sempre coerenza dagli anni ’70 ad oggi nell’usare la forma risurrezione.
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Re: «Risurrezione» e «resurrezione»

Intervento di Carnby »

In questo caso la forma con -i- è più «toscana» mentre quella con -e- più latineggiante. Discorso differente per crocefisso, forma non giustificata etimologicamente.
Ne approfitto per fare auguri di buona Pasqua a tutti.
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