G. M. ha scritto: ↑
Questo avrei detto di escluderlo sùbito, perché «la trasformazione di t in z si ha solo dove abbiamo un ti che può diventare zi /(ʦ)ʦj/», e da tii in italiano non possiamo avere */(ʦ)ʦji/, essendo /ji/ una sequenza impossibile per la nostra fonotassi; però poi mi sono ricordato di Milzìade con /ʦi/, che in latino è Miltiades... e con /(ʦ)ʦi/ c'è anche zìo, da thius.
Ci sono anche polizia da polītīa e abbazia da abbatīa. Mi viene il dubbio che /ʦʦi̍/ possa esistere soltanto nei termini d'origine greca, ma è possibile?
L'altra ipotesi — più probabile — è che la ī lunga abbia avuto il ruolo di una doppia i. Questa teoria regge per thīus, polītīa e abbatīa, mentre Miltiades ha più senso spiegarlo con la (possibile? estremamente rara?) pronuncia grecheggiante (non riportata dal DiPI) Milziàde.
Lorenzo Federici ha scritto: ↑lun, 17 apr 2023 11:07
Ci sono anche polizia da polītīa e abbazia da abbatīa. Mi viene il dubbio che /ʦʦi̍/ possa esistere soltanto nei termini d'origine greca, ma è possibile?
Non saprei. A uno sguardo superficiale, sembra effettivamente così in molti casi, ma non sempre: agenzia (ma potrebbe seguire il modello di voci dal greco). Intanto qualche altro termine per raccogliere dati: idiozia (dal francese idiotie), democrazia e tutti i -crazia, profezia, acrobazia, ortodonzia, chiromanzia e tutti i -manzia, diplomazia.
Mi viene da pensare che fossero tutti termini in latino sdruccioli, quindi in italiano agènzia, democràzia (cfr. lo spagnolo democracia, non *democracía), profèzia, acrobàzia, tutti alla latina, e soltanto in seguito riadattati alla pronuncia greca quando il greco è tornato a essere influente. Non so se possa essere effettivamente così, ma questo spiegherebbe anche polizia, abbazia e (credo) zio, visto che la quantità delle vocali era già — correggetemi se sbaglio — stata persa nel Medioevo.