Gli autori erano due dei più autorevoli linguisti dell'epoca e questo repertorio fece testo come manuale di riferimento per gli annunziatori RAI per vari decenni. Finché non venne soppiantato nel 1969 dal DOP. Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Roma, RAI-Eri, a cura di altri tre autorevoli linguisti, ossia Bruno Migliorini, Carlo Tagliavini e Piero Fiorelli (con edizioni successive nel 1981, nel 2007 e nel 2023, quest'ultima ancora sotto la supervisione di Fiorelli, nato nel 1923 e tuttora vivente). Vi si legge:"Infatti hanno l'accento acuto sull'e finale soltanto le terze persone singolari dei perfetti in -éi, come godé, temé, risiedé e simili, e le voci affé, testé, mercé, né, sé (quando è adoperato da solo, ché quando è seguito da stesso o medesimo è consuetudine non accentarlo)".
Aggiungerò che il predetto Serianni, in un articolo meno reperibile ("Il problema della norma linguistica dell'italiano", «Annali della Università per Stranieri [di Perugia]» 7, pp. 47-69), ebbe una garbatissima polemica con un altro illustre linguista, Tristano Bolelli (il quale nel libro Parole in piazza, Milano, Longanesi, 1984 aveva difeso le ragioni della grafia senz'accento, a sua volta polemizzando con il glottologo Paolo Zolli, fautore invece della grafia accentata). Scrive Serianni: "Tra i più autorevoli [proseliti della norma di non accentare il pronome 'se' quando sia seguito da 'stesso' o 'medesimo'] Bolelli, 1984, pp. 177-78. Ma le sue ragioni, fondate su criteri fonetici ('se' è tonico e perciò sta bene accentato, mentre in 'se stesso' e 'se medesimo' l'accentazione si sposta su 'stesso' e 'medesimo' e perciò in questi casi pare opportuno lasciare 'se' senz'accento), non mi sembrano decisive in un ambito come quello grafematico, dove ciò che conta è la funzionalità (d'altra parte, nessuno penserebbe di accentare la voce verbale 'è', se tonica [Dio è], disaccentandola se protonica [* e stato, * e vero])" (pp. 55-56)."sé [sé] pron. - sempre tonico: da sé lo studiò; in sé e per sé; frequenti ma non giustificate le varianti grafiche se stesso, se medesimo, invece di sé stesso, sé medesimo: eccezione che si vorrebbe motivata con l'impossibilità di confusione tra se cong. e sé pron. quando questo sia seguìto da stesso, -sa, -si, -se, ecc. - a favore della grafia sempre accentata l'opportunità di seguire una stessa regola per tutte le occorrenze del pron. sé; non essendo, oltre tutto, da escludere qualche possibile confusione di sé stessi, sé stesse con se stessi, se stesse imperfetto congiuntivo di stare (es.: per conoscere se stessi bene, «…se io, o tu, stessi bene»; per conoscere sé stessi bene, «…sé medesimi bene») - antiquata in ogni altro caso, dopo aver prevalso fino all'800, la grafia (senz'accento) se, riservata oggi alla forma debole: oggi sempre, dunque, a sé stante (antiq. a se stante), da sé solo (antiq. da se solo), fuori di sé (antiq. fuori di se), ecc.".
(Edizione cartacea 2007, p. 1039).
Simili considerazioni si leggono nell'Enciclopedia Treccani dell'italiano, diretta da Raffaele Simone:
"sé stesso / se stesso [prontuario]
di Patrizia Petricola - Enciclopedia dell'Italiano (2011)
Il pronome personale sé, riflessivo di terza persona singolare e plurale (➔ riflessivi, pronomi), è uno dei ➔ monosillabi tonici che richiedono obbligatoriamente l’➔accento grafico (► ). Esso serve a facilitare la distinzione di questo elemento dal se congiunzione e da se pronome atono corrispondente a si nelle combinazioni con altri pronomi atoni (se lo / se la / se li / se le / se ne).
Secondo le convenzioni ortografiche tradizionali, tuttavia, sé dovrebbe perdere l’accento quando è seguito da medesimo e stesso, perché tale posizione è considerata di per sé sufficiente a disambiguare la natura grammaticale del sé. L’accento sarebbe dunque inutile e ridondante, e inoltre improprio perché sé viene a trovarsi in protonia sintattica.
Tale norma, però, resterebbe isolata nel sistema grafematico italiano (➔ ortografia), dato che altri monosillabi con accento non lo perdono dinanzi a stesso e medesimo: ho bevuto il tè stesso che hai preso tu, mettilo lì stesso. Inoltre, questa norma è spesso disattesa, perché molti scriventi tendono a uniformare la grafia di sé sulla forma accentata, che è quella più diffusa in quanto le occorrenze di sé isolato sono statisticamente più frequenti di quelle di sé in combinazione con medesimo o stesso.
Pertanto oggi le grammatiche meno conservative e i dizionari danno come accettabili e corrette anche le grafie sé stesso e sé medesimo, che in alcuni casi sono proprio quelle consigliate (per questo motivo, nelle norme grafiche di questa Enciclopedia, la grafia usata è sempre sé stesso)".