«Woke», «wokismo»

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Ferdinand Bardamu
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Re: «Woke», «wokismo»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

D’accordo, ma dobbiamo anche vedere come il termine sia ormai usato anche nel Paese che l’ha inventato e com’è stato accolto in italiano.

Nella vichipedia inglese alla voce «Woke» si legge (sottolineatura mia):
La vichipedia inglese alla voce «Woke» ha scritto: Woke is an adjective derived from African-American Vernacular English (AAVE) meaning "alert to racial prejudice and discrimination". Beginning in the 2010s, it came to encompass a broader awareness of social inequalities, such as sexism, and has also been used as shorthand for some ideas of the American Left involving identity politics and social justice, such as white privilege and slavery reparations for African Americans.
[Woke è un aggettivo tratto dal dialetto afroamericano e significa «consapevole del pregiudizio e della discriminazione razziale». A partire dagli anni Dieci del XXI secolo il significato si è esteso per includere una presa di coscienza piú ampia delle ineguaglianze sociali, come il sessismo; la parola è adoperata anche per riassumere le idee della sinistra statunitense riguardo alla politica identitaria e alla giustizia sociale, come il privilegio dei bianchi e il risarcimento degli afroamericani per la schiavitú.]

[…]

By 2020, however, members of the political center and right wing in several Western countries were using the term woke in an ironic way, as an insult for various progressive or leftist movements and ideologies perceived as overzealous, performative, or insincere. In turn, some commentators came to consider it an offensive term with negative associations to those who promote political ideas involving identity and race. Since then, derivative terms such as woke-washing and woke capitalism were coined to describe, for example, companies who signal support for progressive causes as a substitute for genuine change.
[Tuttavia, già intorno al 2020 esponenti politici di centro e di destra in alcuni Paesi occidentali hanno cominciato a usare il termine in maniera ironica, come insulto rivolto ai movimenti di sinistra e progressisti e alle ideologie percepite come ultrasensibili, affettate e insincere. A loro volta alcuni commentatori hanno iniziato a ritenerlo offensivo nei confronti di coloro che promuovono idee relative all’identità e alle questioni razziali. Da allora sono stati coniati derivati come woke-washing e woke capitalism per bollare, ad esempio, le aziende che ostentano il loro sostegno alle cause progressiste come surrogato di un vero cambiamento sociale.]
In quanto all’uso sulla stampa italiana, v’invito a dare un’occhiata ai risultati di ricerca che si ottengono cercando «woke» in due quotidiani, uno «di sinistra», la Repubblica, e uno «di destra», il Foglio. Si scoprirà che anche nel giornale di sinistra woke ha una connotazione quasi sempre negativa.

Aggiungo una considerazione: non trattandosi di un termine che designa un movimento, una corrente o un partito —come si potrebbe pensare se lo traducessimo con aggettivo in -ista o con un’altra soluzione come risvegliato, consapevole, ecc.— ma di un comune aggettivo, ribadisco che, a mio parere, il modo piú inappariscente per renderlo in italiano è politicamente corretto, che ha quasi soltanto un’accezione negativa.
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