MI piacerebbe sapere quale sarebbe invece la definizione adatta, secondo i curatori.Teo ha scritto: ↑lun, 09 gen 2023 20:28 Molto convincenti e pertinenti sono stati i due curatori quando hanno spiegato perché le loro definizioni cercano di evitare il gergo "vocabolariese" (quella sorta di linguaggio iniziatico che porta a definire una semplice vite come un «organo meccanico di collegamento, costituito da un gambo cilindrico o conico, sul quale è inciso un solco elicoidale il cui risalto va a impegnarsi tra i risalti di un solco analogo – preesistente o generato dalla sua stessa rotazione)»;
Il «nuovo» Treccani
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Re: Il «nuovo» Treccani
Re: Il «nuovo» Treccani
Fuori tema
Direi che quella del De Mauro è decisamente più agevole e chiara per un qualunque lettore, soprattutto per quello che ignori cosa sia un elicoide (ok il DNA ha sfoltito le schiere):
«piccola asta parzialmente filettata, cilindrica o conica, spec. di acciaio o di ottone, usata per stringere, per fissare, per collegare»
«piccola asta parzialmente filettata, cilindrica o conica, spec. di acciaio o di ottone, usata per stringere, per fissare, per collegare»
Re: Il «nuovo» Treccani
Fuori tema
Ammesso che il lettore sappia che cos'è un filetto. La definizione di "filetto" secondo il De Mauro è, sottolineatura mia:Canape lasco ctonio ha scritto: ↑mer, 11 gen 2023 22:47 Direi che quella del De Mauro è decisamente più agevole e chiara per un qualunque lettore, soprattutto per quello che ignori cosa sia un elicoide (ok il DNA ha sfoltito le schiere):
«piccola asta parzialmente filettata, cilindrica o conica, spec. di acciaio o di ottone, usata per stringere, per fissare, per collegare»
Mi pare che la definizione più "autosufficiente" delle due sia già quella del Treccani.5. TS tecn. sporgenza elicoidale della superficie esterna di una vite e di quella interna di una madrevite che ha la funzione di garantire la penetrazione e favorire la tenuta
Re: Il «nuovo» Treccani
Fuori tema
Tra filetto/filettatura e elicoide non avrei alcun dubbio a scommettere su quale sia il concetto più noto ai più, senza compulsare un dizionario. Avere una contezza intuitiva di un concetto la maggior parte delle volte può bastare.
Re: Il «nuovo» Treccani
Non sono solo io, per fortuna, a lamentarsi per l'assenza di lemmi provenienti dalla filosofia (a cui aggiungerei olismo e apofatico) o dalla linguistica (a cui aggiungerei paragrafematico, prefissoide e suffissoide) ma anche un altro lettore, che di par suo stigmatizza la mancanza di lemmi del settore giuridico (che poi si trovano TUTTI nei meno ambiziosi - almeno in passato - dizionari Zingarelli e Garzanti):
https://www.treccani.it/magazine/lingua ... 96IZ_qM0dY
14 giugno 2023
Spett.le Treccani, ho ricevuto la risposta alla mia precedente interrogazione; tuttavia, debbo dire di aver notato altre incredibili mancanze nella compilazione del vostro dizionario. In particolare, ho notato che mancano le seguenti voci: tuziorismo (parola di fondamentale importanza giuridica necessaria ai fini di concorso per magistratura e anche notarile), manca anche sinallagma, anch'esso termine basilare ed imprescindibile negli studi notarili; inoltre manca: transattivo e altri termini utili in campo giuridico e notarile. In considerazione del fatto che un dizionario della lingua italiana viene consultato fondamentalmente da aspiranti a professioni mediche, giuridiche e ingegneristiche appaiono tali mancanze come una severa lacuna dello stesso. In compenso è stato dedicato ampio spazio a parole volgari (es. coglione, pompino etc...) di cui chiunque conosce il significato e che difficilmente possono essere consultati in un concorso. Vi prego di voler prendere nota delle mie osservazioni. In attesa di un vostro riscontro.
La risposta al gentile utente, che torna a scriverci lamentando l’assenza di alcune voci tecniche del linguaggio giuridico e notarile, si può leggere cliccando qui. Spiegavamo, in sostanza, un fatto del quale il nostro interlocutore non sembra darsi ragione, e cioè che un vocabolario della lingua italiana dell’uso (qualsiasi vocabolario, anche il più esteso, come per esempio il GRADIT, che fu diretto da Tullio De Mauro) non è “completo”, essendo il lessico di ogni lingua in continuo divenire e dunque potenzialmente infinito. Inoltre, chi dirige un’opera lessicografica, decide di dare una linea editoriale, selezionando in un modo piuttosto che in un altro (decidendo cioè i criteri di inclusione ed esclusione) nell’immenso magazzino vivente del lessico italiano.
Ci sarà chi decide di privilegiare la lingua contemporanea dell’uso, riducendo più o meno drasticamente la schiera delle voci letterarie e arcaiche – anche se presenti dalla nostra grande tradizione umanistica e scientifica scritta –; altri, decideranno di rappresentare i vari linguaggi settoriali e le lingue speciali (dalla medicina alla giurisprudenza, dall’economia all’informatica, ecc.) in proporzioni diverse tra di loro oppure, complessivamente, con maggiore o minore larghezza.
Si tenga conto che è tutto da verificare che «un dizionario della lingua italiana viene consultato fondamentalmente da aspiranti a professioni mediche, giuridiche e ingegneristiche»: si pensi piuttosto a quanto la presenza del dizionario sia richiesta sui banchi delle scuole. Per gli aspiranti di cui sopra esistono, inoltre, ottimi vocabolari specifici di settore. Infine, chi legge le opere edite dalla Treccani, ha la possibilità di integrare il lemmario del vocabolario cartaceo della lingua dell’uso con quanto può trovare all’interno del sito stesso della Treccani, che mette a disposizione gratuitamente, digitalizzate, molte opere lessicografiche specialistiche, votate appunto a rendere conto di lessici e concetti di vari àmbiti intellettuali e disciplinari.
La voce transattivo, per esempio, è definita qui; tuziorismo, qui; sinallagma e sinallagmatico, in questa pagina. Insomma, crediamo che il modo migliore di usare gli strumenti lessicografici della Treccani sia quello di averli idealmente tutti sulla propria scrivania e sul proprio desktop, facendoli interagire tra di loro.
https://www.treccani.it/magazine/lingua ... 96IZ_qM0dY
14 giugno 2023
Spett.le Treccani, ho ricevuto la risposta alla mia precedente interrogazione; tuttavia, debbo dire di aver notato altre incredibili mancanze nella compilazione del vostro dizionario. In particolare, ho notato che mancano le seguenti voci: tuziorismo (parola di fondamentale importanza giuridica necessaria ai fini di concorso per magistratura e anche notarile), manca anche sinallagma, anch'esso termine basilare ed imprescindibile negli studi notarili; inoltre manca: transattivo e altri termini utili in campo giuridico e notarile. In considerazione del fatto che un dizionario della lingua italiana viene consultato fondamentalmente da aspiranti a professioni mediche, giuridiche e ingegneristiche appaiono tali mancanze come una severa lacuna dello stesso. In compenso è stato dedicato ampio spazio a parole volgari (es. coglione, pompino etc...) di cui chiunque conosce il significato e che difficilmente possono essere consultati in un concorso. Vi prego di voler prendere nota delle mie osservazioni. In attesa di un vostro riscontro.
La risposta al gentile utente, che torna a scriverci lamentando l’assenza di alcune voci tecniche del linguaggio giuridico e notarile, si può leggere cliccando qui. Spiegavamo, in sostanza, un fatto del quale il nostro interlocutore non sembra darsi ragione, e cioè che un vocabolario della lingua italiana dell’uso (qualsiasi vocabolario, anche il più esteso, come per esempio il GRADIT, che fu diretto da Tullio De Mauro) non è “completo”, essendo il lessico di ogni lingua in continuo divenire e dunque potenzialmente infinito. Inoltre, chi dirige un’opera lessicografica, decide di dare una linea editoriale, selezionando in un modo piuttosto che in un altro (decidendo cioè i criteri di inclusione ed esclusione) nell’immenso magazzino vivente del lessico italiano.
Ci sarà chi decide di privilegiare la lingua contemporanea dell’uso, riducendo più o meno drasticamente la schiera delle voci letterarie e arcaiche – anche se presenti dalla nostra grande tradizione umanistica e scientifica scritta –; altri, decideranno di rappresentare i vari linguaggi settoriali e le lingue speciali (dalla medicina alla giurisprudenza, dall’economia all’informatica, ecc.) in proporzioni diverse tra di loro oppure, complessivamente, con maggiore o minore larghezza.
Si tenga conto che è tutto da verificare che «un dizionario della lingua italiana viene consultato fondamentalmente da aspiranti a professioni mediche, giuridiche e ingegneristiche»: si pensi piuttosto a quanto la presenza del dizionario sia richiesta sui banchi delle scuole. Per gli aspiranti di cui sopra esistono, inoltre, ottimi vocabolari specifici di settore. Infine, chi legge le opere edite dalla Treccani, ha la possibilità di integrare il lemmario del vocabolario cartaceo della lingua dell’uso con quanto può trovare all’interno del sito stesso della Treccani, che mette a disposizione gratuitamente, digitalizzate, molte opere lessicografiche specialistiche, votate appunto a rendere conto di lessici e concetti di vari àmbiti intellettuali e disciplinari.
La voce transattivo, per esempio, è definita qui; tuziorismo, qui; sinallagma e sinallagmatico, in questa pagina. Insomma, crediamo che il modo migliore di usare gli strumenti lessicografici della Treccani sia quello di averli idealmente tutti sulla propria scrivania e sul proprio desktop, facendoli interagire tra di loro.
Ultima modifica di Teo in data dom, 18 giu 2023 14:42, modificato 2 volte in totale.
Teo Orlando
Re: Il «nuovo» Treccani
La risposta della redazione Treccani è discutibile e rivela un imbarazzo a cui non riescono a porre riparo. Ancora più patetica la risposta a un quesito precedente, nel quale, per giustificare l'assenza di un lemma nel Treccani, citano Zingarelli e Devoto-Oli: come dire, la concorrenza include questo lemma, ma noi no. Senza giustificazione alcuna!
https://www.treccani.it/magazine/lingua ... e_112.html
22 marzo 2023
Ho comprato il Dizionario che mi è arrivato oggi e con mia grande sorpresa e stupore la prima parola che ho cercato non è presente. Pensavo fosse un dizionario completo e perfetto. La parola che ho cercato è: COLLABENTE. Avete una spiegazione in merito?
Collabente è un aggettivo tecnico di àmbito medico, che significa ‘che si affloscia’, detto di un organo. Si tratta di una voce prelevata per via dotta dal latino collabente(m), participio presente del verbo collabi (‘crollare’), formato da cum (‘con’) e labi (‘scivolare, slittare’). Lo Zingarelli 2023 colloca la prima attestazione nell’italiano scritto nell’anno 1983.
Collegato con collabente è il verbo collabire (ripresa dotta del succitato collabi), riportato nel Vocabolario Treccani.it con la seguente definizione: «Latinismo usato talora dai medici nel senso di afflosciarsi (di un organo), o nel sign.[ificato] di combaciare, riferito alle pareti di vasi sanguigni». Lo Zingarelli 2023 data al 1964 la prima occorrenza scritta del verbo. Il Nuovo Devoto Oli retrodata al 1956.
Che collabente non sia registrato nel Vocabolario Treccani (cartaceo o on line) ha una semplice, ma impegnativa, spiegazione: i vocabolari o dizionari della lingua italiana non sono contenitori onniscienti né, soprattutto, onnicapienti (“completo e perfetto” non esiste in cultura: forse in natura), perché il lemmario di ogni dizionario è frutto di scelte di fondo, di selezioni mirate. Ci sono dizionari più ricettivi, per esempio, rispetto agli smisurati lemmari tecnicistici che popolano le lingue speciali; altri più attenti alla lingua corrente; altri ancora ricchi di fraseologia esemplificativa che mostri in quali situazioni siano più adoperati parole e termini; altri, infine, duramente selettivi rispetto alle voci letterarie e arcaiche. E si potrebbe continuare, con analisi mirate.
Normalmente, i curatori o direttori dell’opera esplicitano tali criteri nell’apparato introduttivo.
Ciò non toglie che le singole scelte possano essere contestate nel merito. Il Vocabolario Treccani è aperto ai tecnicismi ma non alla loro proliferazione nel lemmario. Sceglie dunque di inserire collabire e di escludere collabente, il cui significato si potrebbe inferire guardando per l’appunto alla voce verbale. Vero è che non è trasparente – almeno per chi non abbia studi di latino alle spalle – la connessione tra collabire e collabente. Pertanto cogliamo l’occasione offerta dal nostro gentile lettore e acquirente per valutare positivamente un prossimo inserimento di collabente nel lemmario del Vocabolario Treccani on line.
https://www.treccani.it/magazine/lingua ... e_112.html
22 marzo 2023
Ho comprato il Dizionario che mi è arrivato oggi e con mia grande sorpresa e stupore la prima parola che ho cercato non è presente. Pensavo fosse un dizionario completo e perfetto. La parola che ho cercato è: COLLABENTE. Avete una spiegazione in merito?
Collabente è un aggettivo tecnico di àmbito medico, che significa ‘che si affloscia’, detto di un organo. Si tratta di una voce prelevata per via dotta dal latino collabente(m), participio presente del verbo collabi (‘crollare’), formato da cum (‘con’) e labi (‘scivolare, slittare’). Lo Zingarelli 2023 colloca la prima attestazione nell’italiano scritto nell’anno 1983.
Collegato con collabente è il verbo collabire (ripresa dotta del succitato collabi), riportato nel Vocabolario Treccani.it con la seguente definizione: «Latinismo usato talora dai medici nel senso di afflosciarsi (di un organo), o nel sign.[ificato] di combaciare, riferito alle pareti di vasi sanguigni». Lo Zingarelli 2023 data al 1964 la prima occorrenza scritta del verbo. Il Nuovo Devoto Oli retrodata al 1956.
Che collabente non sia registrato nel Vocabolario Treccani (cartaceo o on line) ha una semplice, ma impegnativa, spiegazione: i vocabolari o dizionari della lingua italiana non sono contenitori onniscienti né, soprattutto, onnicapienti (“completo e perfetto” non esiste in cultura: forse in natura), perché il lemmario di ogni dizionario è frutto di scelte di fondo, di selezioni mirate. Ci sono dizionari più ricettivi, per esempio, rispetto agli smisurati lemmari tecnicistici che popolano le lingue speciali; altri più attenti alla lingua corrente; altri ancora ricchi di fraseologia esemplificativa che mostri in quali situazioni siano più adoperati parole e termini; altri, infine, duramente selettivi rispetto alle voci letterarie e arcaiche. E si potrebbe continuare, con analisi mirate.
Normalmente, i curatori o direttori dell’opera esplicitano tali criteri nell’apparato introduttivo.
Ciò non toglie che le singole scelte possano essere contestate nel merito. Il Vocabolario Treccani è aperto ai tecnicismi ma non alla loro proliferazione nel lemmario. Sceglie dunque di inserire collabire e di escludere collabente, il cui significato si potrebbe inferire guardando per l’appunto alla voce verbale. Vero è che non è trasparente – almeno per chi non abbia studi di latino alle spalle – la connessione tra collabire e collabente. Pertanto cogliamo l’occasione offerta dal nostro gentile lettore e acquirente per valutare positivamente un prossimo inserimento di collabente nel lemmario del Vocabolario Treccani on line.
Teo Orlando
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