Plurale forestierismi

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
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Plurale forestierismi

Intervento di Incarcato »

Scusate, forse se n'è già parlato, ma qui la nostra Accademia non sta dicendo di mettere la s ai forestierismi recenti e/o tecnici?
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Infarinato
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Re: Plurale forestierismi

Intervento di Infarinato »

Incarcato ha scritto:Scusate, forse se n'è già parlato, ma qui la nostra Accademia non sta dicendo di mettere la s ai forestierismi recenti e/o tecnici?
Sí (e sí, se n’è già discusso, ma non ricordo dove, probabilmente sul forum dell’Accademia della Crusca), ma —mi pare di capire— solo perché, in questi casi, i termini in questione non sono veri e propri forestierismi (piú o meno ben acclimati in italiano), ma vere e proprie «citazioni»…
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Devo dire che l'ho fatta leggere a un « profano » per citargli la fonte e lui ha capito che non si dice bars, ma managers sí!
Secondo me qui la consulenza linguistica è stata maldrestra, data anche la sensibilità del tema.

Secondo voi è il caso di segnalarglielo?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Oggi che i linguisti in biologi si son tramutati – e la lingua in mutante da Blade Runner –; oggi che i sommi sacerdoti dell’italiano fanno le release di CD con speakeraggio di tutti i lemmas e, immemori o ignari delle «forze dell’italiano», s’esprimono come automi incantati; oggi che la cultura viene presa per i fondelli: sarebbe, caro Incarcato, perfettamente inutile, temo.

(Ma sto preparando un vaccino; e una delle prossime notti passerà l’angelo marciano, armato di siringa – sorry, di syringe –, nelle case di tutti i giornalisti, e inoculerà il licore affondando l’acuminato strumento nelle loro tenere carni... :lol:)
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Posso anche concordare, Marco, ma resta il fatto che, a mio avviso, qui l'Accademia ha emanata una sentenza sbagliata.
Ultima modifica di Incarcato in data mer, 04 ott 2006 17:59, modificato 1 volta in totale.
fabbe
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Intervento di fabbe »

Per la lingua italiana rimane almeno questo spazio!
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Decimo
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Intervento di Decimo »

fabbe ha scritto:Per la lingua italiana rimane almeno questo spazio!
Correggo: rimane solo questo spazio... e non è certo un orgoglio per un'italianità ormai sin troppo lesa. Ecco che fra noi rimerge banalmente il mito dell'eroe, ultimo superstite di una stirpe incontaminata, che prenda il popolo per mano e condurlo per più ameni fati, ma, ahimè, esso è e resta mito e anelito e vana speranza! :(
In che modo concreto potremmo diffondere l'esterofobia (a mio parere massima virtù di un popolo all'autoconservazione)?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Indarno dunque avrei operato? :roll:
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Agli occhi di un altro profano (il sottoscritto) la consulenza dell'Accademia non pare tanto insensata.
E' anzi, a mio avviso, perfettamente lucida e seria.
Tale procedimento altro far non puote che facilitare una presa di coscienza da parte di chi parla. Voglio dire che, se una parola è effettivamente straniera, è bene trattarla come tale lasciandola sotto le regole della lingua d'origine (oppure l'adattiamo, ma questo è un altro discorso).

In sostanza, non vedo cosa ci sia di reprobo nella risposta data.
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cuci
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Intervento di cuci »

methao_donor ha scritto:Agli occhi di un altro profano (il sottoscritto) la consulenza dell'Accademia non pare tanto insensata.
E' anzi, a mio avviso, perfettamente lucida e seria.
Tale procedimento altro far non puote che facilitare una presa di coscienza da parte di chi parla. Voglio dire che, se una parola è effettivamente straniera, è bene trattarla come tale lasciandola sotto le regole della lingua d'origine (oppure l'adattiamo, ma questo è un altro discorso).

In sostanza, non vedo cosa ci sia di reprobo nella risposta data.
Uhm, questo forse vale per le parole inglesi, ma vorrei proprio sapere come si troverebbe a dover usare il plurale di sauna o di kimono o vodka?
Il fatto che certe regole valgano solo per l'inglese son un ulteriore segno della colonizzazione anglofona che i più accettano quasi volentieri e comunque colle braghe calate (se m'è concesso di concedermi l'espressione).

Post Scriptum
In finlandese il plurale di "sauna" è "saunat", in giapponese la parola "kimono" non ha distinzione di numero, in russo il plurale di "vodka" è "vodky". L'esempio è un po' forzato, l'ammetto.
«Duva vidi moju zzappa fundu»

·Dum·Doceo·Disco·
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Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Inoltre, Luca Serianni consiglia l'invariabilità dei forestierismi. O sbaglio?
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Incarcato ha scritto:Inoltre, Luca Serianni consiglia l'invariabilità dei forestierismi. O sbaglio?
Non sbaglia: Grammatica italiana («UTET», 1989), §III.131.
methao_donor
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Intervento di methao_donor »

cuci ha scritto:
methao_donor ha scritto:Agli occhi di un altro profano (il sottoscritto) la consulenza dell'Accademia non pare tanto insensata.
E' anzi, a mio avviso, perfettamente lucida e seria.
Tale procedimento altro far non puote che facilitare una presa di coscienza da parte di chi parla. Voglio dire che, se una parola è effettivamente straniera, è bene trattarla come tale lasciandola sotto le regole della lingua d'origine (oppure l'adattiamo, ma questo è un altro discorso).

In sostanza, non vedo cosa ci sia di reprobo nella risposta data.
Uhm, questo forse vale per le parole inglesi, ma vorrei proprio sapere come si troverebbe a dover usare il plurale di sauna o di kimono o vodka?
Il fatto che certe regole valgano solo per l'inglese son un ulteriore segno della colonizzazione anglofona che i più accettano quasi volentieri e comunque colle braghe calate (se m'è concesso di concedermi l'espressione).

Post Scriptum
In finlandese il plurale di "sauna" è "saunat", in giapponese la parola "kimono" non ha distinzione di numero, in russo il plurale di "vodka" è "vodky". L'esempio è un po' forzato, l'ammetto.
Bè, mi parrebbe la cosa più corretta da farsi per conservare una certa coerenza e integrità nel discorso.
Del resto, concordo con lei nel dire che probabilmente ciò potrebbe essere una difficoltà (facilmente colmabile, ad ogni modo).
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cuci
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Figlio della serva

Intervento di cuci »

Non so, per me sarebbe un po' come chinar la testa ammettendo l'inferiorità e la sudditanza dell'italiano rispetto alle altre lingue. Non mi pare che vi siano esempi di un simile servilismo nelle altre lingue, tantomeno nelle più parlate. No, io non voglio far fare all'italiano la figura del figlio della serva, non un'altra volta: dovrebbe esser l'italiano a modificare i termini stranieri assimilati e non questi forestierismi a voler modificare l'italiano.
«Duva vidi moju zzappa fundu»

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methao_donor
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Intervento di methao_donor »

Mica si tratta di modificare l'italiano. Si tratta di lasciare alle proprie consuetudini ciò che italiano non è. A mio avviso, se mai, rischia d'apparire inferiore e in sudditanza nel caso contrario.
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