«Clown»

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Moderatore: Cruscanti

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Avatara utente
G. M.
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«Clown»

Intervento di G. M. »

Treccani:
clownklàun› s. ingl. [voce di origine scandinava, che significa propr. «campagnolo; rozzo»] (pl. clownsklàun∫›), usato in ital. al masch., raram. al femm. – 1. Pagliaccio dei circhi equestri, caratterizzato dal cappello a pan di zucchero, dalla faccia infarinata, dalle calze bianche e dall’abito sbuffante di seta: opera di solito in coppia con un compagno più ridicolo nell’abbigliamento e nel trucco, che prende il nome di augusto o Augusto (v. augusto2), e con un numero più o meno folto di altri pagliacci dal costume grottesco, che si esibiscono in salti e capriole. 2. fig. Persona che si comporta in modo ridicolo, con assoluta mancanza di serietà, di dignità, di coerenza, e sulla quale non si può fare alcun affidamento: non c’è da fidarsi di lui, è un clown!
Nell'accezione propria, il Treccani lo definisce in modo assai specifico, ma molto spesso il termine è usato in modo più generico, come anche l'equivalente pagliaccio:
2. a. Attore comico che, vestito in modo buffo, con giacca e pantaloni troppo larghi e scarpe smisurate, truccato in modo vistoso o grottesco, si esibisce nei circhi e nei teatri, recitando scenette ridicole o farsesche; al pagliaccio (o clown) fa da spalla l’augusto (v. augusto2).
Leggo oggi su Facebook che «da parecchio clown è prevalente [rispetto a pagliaccio]», e uno sguardo a Ngram Viewer sembra confermare: la parola inglese ha sorpassato quella italiana già nel 1960. Ma c'è anche qualche segno ottimistico: sembra che l'italiano stia recuperando. :)
marv26
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Re: «Clown»

Intervento di marv26 »

Probabilmente nella mia vita ho utilizzato/sentito più la parola pagliaccio che clown 😁
Avatara utente
Carnby
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Re: «Clown»

Intervento di Carnby »

Incipit della voce guichipediana sull’opera:
Pagliacci (Italian pronunciation: [paʎˈʎattʃi]; literal translation, "Clowns")
Comunque se proprio si vuole distinguere il clown moderno dal pagliaccio tradizionale italiano si può usare clono, sul modello dello spagnolo clon, che tra l'altro ci avvicina a una possibile etimologia della parola, ovvero il latino colōnus.
SamueleBozzato
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Re: «Clown»

Intervento di SamueleBozzato »

Carnby ha scritto: lun, 02 ott 2023 22:51 Comunque se proprio si vuole distinguere il clown moderno dal pagliaccio tradizionale italiano si può usare clono, sul modello dello spagnolo clon, che tra l'altro ci avvicina a una possibile etimologia della parola, ovvero il latino colōnus.
Semmai clàuno e non clono. Questo perché se proprio dovessimo mai necessitare di un adattamento per questo forestierismo (cosa che non reputo opportuna), comunque abbiamo già claunesco e quindi per forza dobbiamo essere fedeli a questo ibridismo; ripeto: abbiamo pagliaccio oppure buffone, giullare, gioppino e tanti altri. Per cui quindi ritengo inutile adattare clown, anche se clàuno non mi dispiacerebbe affatto.
Avatara utente
Carnby
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Re: «Clown»

Intervento di Carnby »

SamueleBozzato ha scritto: sab, 07 ott 2023 11:29 Questo perché se proprio dovessimo mai necessitare di un adattamento per questo forestierismo (cosa che non reputo opportuna), comunque abbiamo già claunesco
Sul Battaglia c’è solo clownesco e perdipiù sul Supplemento del 2004.
Graffiacane
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Re: «Clown»

Intervento di Graffiacane »

In altri vocabolari, però, claunesco c'è.
Avatara utente
G. M.
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Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: «Clown»

Intervento di G. M. »

Non sono molto convinto, né da clono né da clauno. Come sapete in generale non ho nulla contro gli adattamenti, tutt'altro, ma qui che cos'apporta di utile l'adattamento? Che cosa distingue[rebbe] il pagliaccio dal clown/clono/clauno?

Lo stesso clownesco o claunesco ha un equivalente in pagliaccesco.
Graffiacane
Interventi: 395
Iscritto in data: ven, 30 lug 2021 11:21

Re: «Clown»

Intervento di Graffiacane »

Anch'io credo che pagliaccio e pagliaccesco debbano essere considerate le forme principali, ma ritengo anche che clauno/clono e derivati potrebbero essere, in un'ottica di variatio, un arricchimento.
domna charola
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Re: «Clown»

Intervento di domna charola »

Al solito... il clown è una professione, il pagliaccio ormai è un insulto, sia pur blando.
Vien da ridere un po', con queste risciacquate del linguaggio comune, però il dato di fatto è che quando un termine entra nell'uso come epiteto negativo, la relativa categoria professionale cerca di migrare verso un altro nome. Su questo, non mi sento di dare torto a nessuno; quello che è riprovevole è che il "ripiego" divenga invariabilmente una parola straniera. Può essere che l'aspetto più tecnico la faccia preferire, proprio perché si presta di meno a essere trasformata in epiteto da strada?
Insomma, oggi come oggi, alla domanda: "che lavoro fai?" credo che nessuno si sentirebbe felice a dire "beh... il pagliaccio".
Avatara utente
G. M.
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Re: «Clown»

Intervento di G. M. »

domna charola ha scritto: lun, 09 ott 2023 8:18 Al solito... il clown è una professione, il pagliaccio ormai è un insulto, sia pur blando.
Vien da ridere un po', con queste risciacquate del linguaggio comune, però il dato di fatto è che quando un termine entra nell'uso come epiteto negativo, la relativa categoria professionale cerca di migrare verso un altro nome. [...]
Evidentemente è così, anche se io non percepisco una gran differenza. Comunque, quando succede una cosa del genere, mi lasciano perplesso le soluzioni di tal fatta. Di fatto se nasce l'«insulto» è perché qualcosa di «degradante» è percepito non tanto nella parola, quanto nel suo designato; se si cambia la parola ma il designato resta lo stesso, è difficile che quella nuova non si tinga presto di sfumature simili a quella vecchia. Infatti basta una gugolata di due secondi per vedere che (ormai?, già?) ci si insulta tranquillamente anche con «sei un clown», per cui, se la ragione per introdurre il forestierismo era solo quella, tutta la cosa viene a cadere.
Avatara utente
Millermann
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Re: «Clown»

Intervento di Millermann »

Per quanto riguarda l'eventuale adattamento di clown in clono, lo escluderei, essendo lo stesso un termine medico che, in quanto tale, non ha certamente nulla di comico. :?

Questo è uno dei casi in cui il semiadattamento (claun) mi suona meglio dell'adattamento completo, se non altro perché appare piú accettabile socialmente (si veda, per conferma, questo libro appena uscito). Non so perché, ma se il titolo fosse stato «Noi pagliacci» mi avrebbe fatto un'impressione diversa, non dico proprio di «auto-insulto», ma comunque piú marcata: ad esempio, lo avrei creduto un libro di favole per i piú piccini. :P
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
brg
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Re: «Clown»

Intervento di brg »

Sinceramente non vedo alcuna necessità e ben poca utilità dall'aggiunta di un adattamento di "clown" al vocabolario italiano. Da una parte, in italiano abbiamo già fin troppi termini affini, come buffone, saltimbanco, guitto, guittone, giullare e probabilmente pure altri che non mi vengono in mente. Dall'altra non c'è più niente di nobilitante nell'uso di "clown", vista la diffusione di tormentoni della rete, notissimi alle nuove generazioni, che hanno per protagonisti i clown, come "you are not a clown, you are the entire circus" o il meme della vestizione del pagliaccio.
Allora sinceramente preferisco chi usa la parola così com'è e rende evidente e consapevole l'uso del termine forestiero.
domna charola
Interventi: 1633
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: «Clown»

Intervento di domna charola »

G. M. ha scritto: mar, 10 ott 2023 15:09 Evidentemente è così, anche se io non percepisco una gran differenza. Comunque, quando succede una cosa del genere, mi lasciano perplesso le soluzioni di tal fatta. Di fatto se nasce l'«insulto» è perché qualcosa di «degradante» è percepito non tanto nella parola, quanto nel suo designato; se si cambia la parola ma il designato resta lo stesso, è difficile che quella nuova non si tinga presto di sfumature simili a quella vecchia. Infatti basta una gugolata di due secondi per vedere che (ormai?, già?) ci si insulta tranquillamente anche con «sei un clown», per cui, se la ragione per introdurre il forestierismo era solo quella, tutta la cosa viene a cadere.
Concordo pienamente... è la stessa storia del "diversamente abile", politicamente corretto in origine, che però ha figliato "diversamente intelligente" etc. etc., ultimo della lunga serie che partiva dai termini pseudomedici di metà secolo scorso.

Mi limitavo a prendere atto della cosa, cioè a spiegare un meccanismo che fa ridere, ma che esiste. E' lo stesso del resto che caratterizza altri fenomeni umani.
domna charola
Interventi: 1633
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: «Clown»

Intervento di domna charola »

brg ha scritto: mar, 10 ott 2023 20:18 Sinceramente non vedo alcuna necessità e ben poca utilità dall'aggiunta di un adattamento di "clown" al vocabolario italiano. Da una parte, in italiano abbiamo già fin troppi termini affini, come buffone, saltimbanco, guitto, guittone, giullare e probabilmente pure altri che non mi vengono in mente. Dall'altra non c'è più niente di nobilitante nell'uso di "clown", vista la diffusione di tormentoni della rete, notissimi alle nuove generazioni, che hanno per protagonisti i clown, come "you are not a clown, you are the entire circus" o il meme della vestizione del pagliaccio.
Allora sinceramente preferisco chi usa la parola così com'è e rende evidente e consapevole l'uso del termine forestiero.
Il punto non è la presenza di termini affini, ma il fatto che è sempre esistito il termine italiano, che è pagliaccio. Tutti gli altri sono termini che indicano operatori del medesimo settore delle discipline teatrali, ma non sono sinonimi in effetti, tranne che in un registro colloquiale.
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