/ts/ (/t/ + /s/) mi sembra un gruppo poco naturale, che tenderei a trasformare naturalmente in /ʦ(ʦ)/. Sorge una serie di domande:
- Esiste in italiano una distinzione /ts/ ~ /ʦ/?
- Se esiste, è comunque sensato conservare /ts/, o è più naturale /ts/ > /ʦ/ sempre, o quasi sempre?
- Se è più naturale (e/o effettivo) /ʦ(ʦ)/, ha senso adattare graficamente ts in z(z), o ci sono ragioni per conservare ts, anche se/ove non corrisponde all'effettiva realtà della pronuncia?
- con /ts/: Betsabea, Betsaida, Betsame, Getsemani, postsincronizzare, rickettsia, Sottsass;
- con /ʦ(ʦ)/: Abramovits, Botsuana, cutsovalacco, fatsedera, fatsia, jūjutsu e jūjitsu, Mitsubishi, Mutsuhito, pseudotsuga, Tsana, tsantsa («meglio» zanza), tse-tse, tsigano (segnato come errore; zigano meglio che tzigano), tsuga, tsunami («raro» l'adattamento zumani), tutsi.
Il DOP sembra prevedere una distinzione normale a tutti gli effetti fra /ts/ e /ʦ/. Non indica oscillazioni né errori al riguardo.
Non trovo ts nelle indicazioni iniziali, né sotto t né sotto s (né sotto z).
Notiamo come per vari termini del secondo gruppo il dizionario ammetta o consigli l'adattamento con z.
Il DiPI, più descrittivo, è invece oscillante, dove il DOP ha /ts/ dà spesso entrambe le pronunce, mettendo ora prima l'una, ora l'altra; per rickettsia, dove il DOP ha /ts/, ha solo /ʦ(ʦ)/.
Per Getsemani (probabilmente il più famoso fra i termini antichi) troviamo un po' d'attestazioni di Gezzemani; qualche esempio:
In due occaſioni ſole, leggo, che non s'accompagnò con Chriſto, nel Deſerto doue fù tentato, e nell'Horto di Gezzemani, lo laſciò nel deſerto [...] (G. B. di Giuliano, Dieci prediche straordinarie, 1641)
Ma perche ſi veda che la Cena della Lavanda deſcritta da S. Giovanni non è la medeſima che quella che abbiamo ſotto il nome di Paſqua; ſi oſſervi che in tempo della Cena Paſquale, G. C. appena uſcito dalla Caſa, ove l'avea celebrata, s'indirizzò al Gezzemani; laddove nella Cena ivi deſcrittaci da S. Giovanni, ſi vede ſibbene che il Redentore avverte gli Apoſtoli di alzarſi e partire ═ Surgite, eamus hinc ═ c.14. v.31. ma non già per andare al Gezzemani. Ciò è dimoſtrato dal fatto ſteſſo; perciocchè non avrebbe quindi potuto dire, come lo diſſe, tanto tempo dopo ═. Ecco che giunta è l'ora ═. E ſe neppure quando diſſe ciò, G. C. uſcì ſubitamente per partire dalla Caſa, ove celebrato avea la Paſqua, e per indirizzarli al Gezzemani, benche poco più ſi fermaſſe; [...] (L. Cuccagni, Vita di S. Pietro, parte I, 1776)
Venne il bel tempo (20 febbrajo 1834); attraverso i bianchi e leggieri vapori che stendonsi sotto un cielo azzurro, come serico diafano tessuto, il sole della primavera spande i suoi dolci raggi. A Gezzemani e nella valle di Siloe sbucciano le foglie de' fichi; la guainella (caroubier), il mirto ed il terebinto fan pompa de' loro racemi e verdeggianti ramoscelli, le meliache o albicocche fiorite adornano il pendìo del monte Sionne. (La Terra Santa ed i luoghi illustrati dagli apostoli, 1837)
Per postsincronizzare la mia pronuncia spontanea mi sembra con /ts/, ma è un caso particolare in cui è evidente la composizione. Andando puramente a orecchio, l'assimilazione regressiva credo che ci darebbe /-VstsV-/ > /-VsʦV-/ > /-VʦʦV-/, ?pozzincronizzare, ma essendo evidente la composizione mi sembra che possano entrare nel processo considerazioni "semantiche" per avere un più trasparente possincronizzare. Post scriptum è stato adattato in poscritto, ma lì non c'è contrasto: partendo dalla fine e regredendo, ipotizzo: /-VstskrV-/ > /-VsʦkrV-/ > /-VsskrV-/ > /-VskrV-/.
Pareri, idee sulla questione?... Risposte alla tre domande?
[*Forse un errore del DOP? Riportato come Μπότσαρης in Rete.]