La lettura dei «Sepolcri»

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Discente
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Iscritto in data: dom, 31 dic 2023 10:00

La lettura dei «Sepolcri»

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È questo un problema sul quale molte volte dal 1981 in poi, il tempo della mia maturità scientifica, mi sono soffermato, e sul quale ho maturato alcune prassi ormai consolidate anche se ci sono ancora molte cose da scoprire e problemi da risolvere.

Purtroppo, non avendo fatto studi classici, ed in particolare di metrica, non so dire se io sia uno sgangherato dilettante, o se invece ci sia del buono in quello che ho meditato.

Ho letto il carme infinite volte, e molte parti le so a memoria. Nell' 81 lo sapevo tutto. Per me la lettura di questo carme, è stato un rovello a cui son tornato più e più volte, nel corso della mia vita.

Premesso che la lettura della poesia, in generale, è un compito delicatissimo e importantissimo, e che da come si legge una poesia questa può risultare affatto diversa, ed anche rovinata o invece resa nella sua più piena bellezza, io vorrei in questo filone di discussione, ed in più interventi che si susseguiranno, discutere come si debba leggere il carme, confrontando le mie idee, sorrette solo da passione e sensibilità, con altre idee magari sostenute da una più profonda conoscenza di quelle materie che non ho studiato.

Ho ascoltato Gassmann e De Nava, ma non mi hanno convinto. Lo dico semplicemente, per come è.

Dissento in specie col fare della poesia discorso, ragionamento, come quando si tiene una lezione (Gassmann, in specie). Certe modalità di Gassmann mi paiono non pertinenti, anche se certo, la tecnica è sopraffina.

Per me la poesia non è un discorso, non è un ragionamento. È altro. Certe intonazioni, "ecco vedi? Adesso ti dico questo", mi paiono completamente fuori luogo.

Esporrei qui, poco per volta, le mie idee su come secondo me vada letto il carme. Le pause. Il ritmo. E sarei felice di parlare con qualcuno, dopo più di quarant'anni, di questa mia incompleta ricerca. E di leggere altre proposte, altre idee.

Perché a nessuno che io abbia frequentato, è mai interessato nulla di tutto questo, mentre qui vedo appassionati ed eruditi, dai quali ho brama di imparare e di farmi correggere.

Prima di schiattare, vorrei lasciare una mia registrazione del carme, ed in specie ai miei figli, poiché in esso c'è tutto, ma proprio tutto. E io sono convinto che se letto come si deve, basti ascoltare.



Un esempio valga a far capire cosa intendo fare, sperando di non essere né fuori tema in questo luogo, né troppo presuntuoso ai Vostri occhi.

Qual fia ristoro a' dì perduti un sasso
Che distingua le mie...

Io leggo (uso (...) per indicare una pausa, tanto più lunga tanto maggiore è il numero dei puntini):

Qual fia ristoro a' dì perduti (..) un sasso (....)
Che distingua le mie....

La parola "un sasso" io la isolo ed enfatizzo, ché si deve sentire il freddo e il peso della pietra...

Mentre mi paiono meno convincenti letture che procedano spedite, "un sasso che distingua le mie".

Spero piano piano che si possa affrontare tutto, questo meraviglioso "nostro" gioiello.
Discente
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La lettura dei «Sepolcri»: testo e versioni

Intervento di Discente »

È noto che Foscolo curò personalmente la prima edizione del carme. Ho avuto per le mani, varie volte, esemplari di prima edizione dei «Sepolcri», e il senso che si ha è quello di una grande perfezione, anche tipografica. L'acquisto cozzava con i miei doveri di padre timorato, e quindi mi limitai a tenere in mano l'esemplare, che era in vendita per forse una decina di migliaia di euro.
Qui approfondimenti sul tema "prime edizioni dei «Sepolcri».

Come testo di riferimento inizio con questo, anche se non ho verificato che sia perfettamente fedele.

Aggiungo qui una lista con le versioni che ho trovato in rete, riservandomi semmai di incrementarla ove ne trovassi di nuove.
Quando in precedenza mi sono riferito alle versioni di Gassman e de Nava, avevo ascoltato queste.
Di de Nava mi sono piaciute svariate cose, su altre dissento, mentre non ne ho capite altre ancora. Non capisco perché dica "aduani" anziché "abduani" e perché "lacrime" anziché "lagrime".
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