Anche per me la soluzione non è affatto cosí immediata: in particolare, la forma
Svazia mi sembra poco adatta, per un motivo ben preciso, che potrebbe apparire frivolo, ma forse non lo è; come si può leggere
qui,
Mswati III a expliqué ce changement d’appellation par le fait que le nom « Swaziland » semait la confusion à l’étranger où il était selon lui souvent confondu avec celui de « Switzerland », la Suisse.
In breve, il re del piccolo stato ha dichiarato che uno dei motivi del cambio di nome era il desiderio di evitare la possibilità di confusione (all'estero, quindi in inglese) tra
Swaziland e
Switzerland!
E allora noi che facciamo? Cambiamo un nome facile e riconoscibile, come potrebbe essere
Svazilandia, con un inedito
Svazia, che –a un ascolto distratto– è facilmente confondibile con
Svezia? Mi sembra proprio ciò che gli svati volevano evitare!
Incuriosito, ho fatto qualche ricerca sul nuovo endonimo, e pare che in isvati (visto che anche noi ci mettiamo una vocale non etimologica, ogni tanto?

), quell'
e- iniziale sia un prefisso locativo di classe 25 (non mi chiedete altri dettagli!);
-ini sarebbe, a sua volta, un suffisso anch'esso locativo, usato in combinazione col primo. Riporto un esempio esplicativo tratto da
quest'articolo:
Swati (Marten 2010: 254)
e‑n‑dl‑ini (< indlu ‘house’)
loc‑9‑house‑loc
‘at/to/in the house’
Note that the locative suffix ‑ini in Swati often appears in addition to the locative prefix e‑ seen above in (6b), but its distribution seems unpredictable.
Quindi
e-Swat-ini significa qualcosa tipo «il posto degli Svati» (come, del resto, sapevamo già). In qualche modo, se teniamo il suffisso, dovremmo conservare anche il prefisso, ma non necessariamente, visto che hanno lo stesso significato!
Ad esempio, nella lingua artificiale
kotava (...
cotava?

), è stato scelto come traducente proprio
Swatinia, con tanto di derivati
swatiniaf (aggettivo) e
Swatiniik (etnico)!
Comunque, piú ci penso e piú mi sembra che la soluzione migliore sia quella
spagnola: lasciare, come esonimo, il vecchio nome italianizzato (
Svazilandia oppure
Suazilandia) affiancato, all'occorrenza, dall'endonimo attuale (adattato o no). È un caso simile ad altri, come
Birmania/Myanmar, in cui l'esonimo continua a essere usato anche dopo il cambio di denominazione.
