«Inshallah», «insciallah»

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G. M.
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«Inshallah», «insciallah»

Intervento di G. M. »

Grafie inglese e italianeggiante, rispettivamente adattamento e semiadattamento, o trascrizioni approssimative, dell'arabo إن شاء الله ʔin šāʔa Llāh [in trascrizione canepariana, § 8.6, p. 76], letteralmente forma arcaica e cristallizzata per 'se Dio ha voluto', che esprime augurio, speranza, o rassegnazione alla volontà divina. In arabo è espressione usata non solo dai mussulmani ma anche da persone d'altre fedi (cfr. Allāh), e potrebbe quindi tradursi con espressioni italiane simili, come se Dio vuole, se Dio vorrà, a Dio piacendo (in questo momento il traduttore di Google me la traduce proprio così), piaccia a Dio, voglia il cielo, eccetera. Tuttavia, quando è citata in contesto italiano normalmente è per marcarla nel suo aspetto sonoro d’espressione esotica, nel significante, nel qual caso sembra sensato avere anche un adattamento.

Utili informazioni qui, in particolare al paragrafo Etymology, history, and usage outside of Arabic:
In modern Arabic usage, the words shāʾ and Allāh are typically pronounced together—as if shAllah—leading to the common spelling of inshallah as one word in the Latin alphabet. Historically, these two words were separated by a glottal stop, a sound that is retained in formal Arabic speech but dropped in colloquial locution.

Religious Muslims use the phrase cross-linguistically. Because the Qurʾān is considered to be the literal word of God, the quotation of phrases like in shāʾ Allāh in their original Arabic wording holds sacred significance. The phrase inshallah is therefore used by English-speaking Muslims in everyday speech. Likewise, it has been borrowed into several languages whose speakers are predominantly Muslim, such as Persian, Malay, Turkish, and Urdu.
Il che rafforza l'utilità dell'adattamento.

La pronuncia normale in italiano è /inʃalla̍*/ («inʃalˈla°, -*» nel DiPI). Nell'arabo stesso «la /-ɦ/ frequentemente è lasciata cadere» (Canepari, ibidem).

La Fallaci nel 1995 pubblicò un romanzo intitolato Insciallah. Avesse usato un adattamento completo, sarebbe stato meglio...

D'insciallà troviamo qualche attestazione sulla carta stampata, dall'Ottocento ai giorni nostri.

La sequenza /-nʃ-/ non è tradizionale ma, come in altri casi recenti, mi sembra tollerabile in un termine "esotico" (cfr. inscenare, conscio...); non mi opporrei comunque certo a un'assimilazione /-nʃ-/ > /-ʃʃ-/, isciallà, se si diffondesse o ci fossero buone probabilità di diffonderla. :)
Avatara utente
Carnby
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Re: «Inshallah», «insciallah»

Intervento di Carnby »

Direi sicuramente insciallà.
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