(Premetto che sto per confermare ciò che ha scritto Andrea
)
Anch'io conosco quest'insetto, che ho visto in giro per casa diverse volte. Quanto a identificarlo correttamente, però, mi rendo conto adesso di non averci mai provato: nelle situazioni informali in cui ho avuto occasione di parlarne, confesso di essermi sempre accontentato di definirlo, impropriamente, *
pappatacio.
Dico impropriamente perché, da un lato, sapevo che non era davvero quel tipo d'insetto (ma, in mancanza di meglio, riuscivo comunque a farmi capire), e dall'altro perché –l'ho scoperto soltanto ora, e non senza sorpresa!– *
pappatacio non esiste: anche al singolare si dice
pappataci.
Comunque, a mia discolpa devo dire che la confusione tra la
clogmia e il
pappataci (che appartengono alla stessa famiglia, ma sono abbastanza differenti: la prima somiglia a una mosca, ed è inoffensiva; il secondo a una zanzara, e come questa punge) è cosa piuttosto nota, e perfino in un
fòro di entomologia un utente –presumibilmente piú esperto di me– ha candidamente dichiarato, a proposito di questo dittero: «Trovato in un giardino. Poco più grande di un moscerino ho sempre creduto che si trattasse di un pappatacio.»
Che l'origine sia l'inglese o no, comunque, mi sembra che, come nome comune,
moscerino dei bagni sia quello piú diffuso.
Veniamo ora alla parte che riguarda i dialetti. Ho fatto qualche sondaggio tra i conoscenti, ma devo dire che, pur conoscendo l'insetto, nessuno ha saputo dirmi il suo nome dialettale, in genere si sono limitati a dire che per loro si trattava d'un qualche tipo di «palummella» (una
farfallina). Ne approfitto per raccontare che, nei dialetti meridionali, la
farfalla si chiama «palumma/palomma», che corrisponde al femminile di «palummu/palummo», cioè
colombo (si veda
qui).
Palummella (letteralmente «palombella», diminutivo di
palumma) indica perciò le farfalline (o meglio piccole falene) che si ritrovano spesso nelle case: nulla in comune con la
clogmia, se non l'aspetto, che ricorda vagamente quello d'una falena in miniatura.