L’Associazione per l’italiano (API)

Spazio di discussione su questioni che non rientrano nelle altre categorie, o che ne coinvolgono piú d’una

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G. M.
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L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

Cari compagni di Cruscate,

Presento oggi pubblicamente anche qui una nuova realtà, che alcuni di voi già conoscono (…e di cui, anzi, diversi di voi sono già parte :wink:).

Lungo anni di pensieri, di contatti e di confronti, io e altre persone abbiamo deciso di provare a fare qualcosa di concreto per l’italiano: passare dal regno della speculazione e discussione intellettuale a quello delle azioni pratiche. Questo progetto si è definito a poco a poco; e infine ha preso forma ufficiale circa un anno fa, quando abbiamo firmato i papiri legali e abbiamo fondato ufficialmente l’«Associazione per l’italiano», in sigla «API»: un’associazione dedicata a promuovere l’italiano e l’ecologia linguistica, senza scopo di lucro, fatta da volontari, aperta, internazionale. Per quanto ne sappiamo, è la prima realtà del genere in Italia.

Più per cause contingenti che per una mia ambizione al riguardo, al momento ho l’onore e l’onere di ricoprire la carica di presidente.

L’associazione è ancora giovane e piccola, e abbiamo molto da fare e da imparare (l’àmbito associativo è un’esperienza nuova per quasi tutti noi), ma due cose positive ci hanno già fatto molto piacere:
  • parecchi iscritti sono giovani, meno che trentenni, in contrasto col luogo comune che vorrebbe la cura della lingua come preoccupazione solo di vecchi parrucconi;
  • si è iscritto presto un linguista professionista, d’esperienza internazionale, relativamente noto (uno che ha una pagina sulla Guichipedia, per intenderci).
Naturalmente siete tutti invitati a iscrivervi! Per saperne di più vi lascio all’esplorazione del sito, e sono a vostra disposizione per rispondere a qualsiasi domanda. Commenti e critiche ovviamente sono benaccetti. :)

Vi parlo invece di una difficoltà concreta che si è manifestata in questo primo anno d’attività, della quale non si fa menzione nel sito e sulla quale mi farebbe piacere sentire il vostro parere, che magari sarà illuminante.

Circa le possibilità di crescita, al momento l’API vive una situazione misteriosa. Mentre il progetto vago si concretizzava a poco a poco nell’idea di costituire un’associazione pubblica, ci aspettavamo di raccogliere facilmente molte iscrizioni; perché vedevamo, come vediamo tuttora, che nelle reti sociali ci sono migliaia di persone interessate ai nostri temi, e tanti spesso ne scrivono e si lamentano con toni accesi che «bisogna fare qualcosa» (visto che, con ogni evidenza, le lamentele su Facebook non hanno grande effetto sul mondo reale). Un’associazione reale, dedicata alla questione, per unire le forze dei tanti in qualcosa d'effettivo, sembrava dunque che sarebbe stata graditissima.

Contro le nostre aspettative, le iscrizioni invece finora sono state numericamente molto scarse, rispetto al bacino potenziale degl’interessati. La creazione dell’API ha ricevuto molte lodi e quasi nessuna critica, ma nonostante l’accoglienza assai positiva da parte del pubblico le adesioni non sono venute. Invitate a iscriversi per dare un sostegno al cambiamento concreto che invocano accoratamente, abbiamo visto che spesso le persone si raffreddano o addirittura quasi si ritraggono; e la cosa strana è che non danno spiegazioni chiare per questo loro comportamento.

Il grande contrasto fra le due cose, entusiasmo e ritrosia, e la mancanza di spiegazioni al riguardo ci lasciano perplessi.

Nell’associazione ne abbiamo discusso tanto; abbiamo provato a interrogare al riguardo pubblicamente i nostri seguitori nelle reti sociali, facendo sondaggi sull’intenzione d’iscriversi, su che cosa li trattiene o cosa dovrebbe cambiare per invogliarli a unirsi, ma non abbiamo cavato un ragno dal buco: la cosa è ancora nell’àmbito delle congetture.

Io personalmente ho contato circa quindici fra miei amici e conoscenti (fra cui non solo simpatizzanti vaghi, ma anche italianisti convintissimi), che, venuti a conoscenza dell’associazione, mi hanno detto che si sarebbero iscritti, con quella che a me pareva convinzione o addirittura entusiasmo (NB: spontaneamente, senza che ci fosse la minima insistenza o pressione perché aderissero), alcuni anche dando date precise (entro un paio di settimane, nel tal mese, ecc.); ma poi non l’hanno fatto e non ne hanno più parlato. Dato il numero dei casi, per persone che per il resto mi paiono affidabili, non use a promettere cose che non intendono realizzare, sembrerebbe che nell’API ci sia purtroppo qualcosa di respingente. Ma che cosa?

All’inizio ci era venuto il dubbio che la quota d’iscrizione fosse troppo alta (20 € all’anno, che ci era parso nella media delle associazioni simili), e che le persone non s’iscrivessero perché la cifra era notevole per chi ha scarse disponibilità, mentre allo stesso tempo un senso di «vergogna» impediva ai meno abbienti di dircelo chiaramente. Dopo qualche mese abbiamo deciso allora di ridurre notevolmente la quota (a soli 5 € all’anno), per venire incontro a tutti e ridurre eventuali imbarazzi al riguardo. Abbiamo visto, però, che questo cambiamento ha fatto crescere le iscrizioni solo minimamente, quindi la ragione dev’essere un’altra.

Abbiamo anche chiarito molte volte che l’iscrizione non implica l’obbligo di svolgere un’attività di volontariato (visto che siamo tutti molto occupati) ma è importante soprattutto per «fare numero», per mostrare al pubblico che siamo in tanti e la nostra causa ha un sostegno trasversale e diffuso. Se dobbiamo scrivere a un giornale, a un organo dello stato, a un personaggio famoso, l’effetto sarà scarso se siamo un’associazione con appena qualche decina di membri, come un comitato di quartiere; ben diverso è l’effetto se i membri sono centinaia o migliaia.

Avete ipotesi sul perché di questa discrepanza? E, naturalmente, se anche voi doveste percepire qualcosa di respingente nel progetto, ditelo pure apertamente, senza imbarazzi, in modo che possiamo correggerci e migliorarci e raccogliere adesioni più facilmente. :)
jorvam
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di jorvam »

L'Associazione di per sé è una bella idea e sono altrettanto sorpreso dalla presenza di gente che potrebbe essere a me coetanea.
Detto ciò le cause potrebbero essere principalmente due:
  • La timidezza conseguita da luoghi comuni ancora molto radicati e spesso legati a capitoli controversi della storia dell'Italia (forse specificare con maggior attenzione la sua natura internazionale potrebbe generare un impatto differente, non saprei). Io personalmente riscontro difficoltà nel confrontarmi su questo tema con altre persone nella vita reale
  • La probabile reticenza manifestata nell'inserimento di determinati dati
Questo è il mio parere al riguardo, spero di non fare affermazioni errate.
Avatara utente
G. M.
Interventi: 2875
Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

jorvam ha scritto: ven, 10 gen 2025 23:15 La timidezza conseguita da luoghi comuni ancora molto radicati e spesso legati a capitoli controversi della storia dell'Italia (forse specificare con maggior attenzione la sua natura internazionale potrebbe generare un impatto differente, non saprei). Io personalmente riscontro difficoltà nel confrontarmi su questo tema con altre persone nella vita reale
Guardi… senza divagare con una tirata —è un tema che mi fa uscire dai gangheri—, per quel che vale la mia fin troppo abbondante esperienza personale (di persona con idee politiche alquanto lontane dal fascismo), io sono giunto a pensare (direi «mio malgrado» e quasi «con sorpresa» per quanto appare una semplificazione trita) che molti seddicenti antifascisti sono davvero «fascisti» nell'animo, per il modo di fare e di ragionare: aggressivo, velenoso, sopraffattorio, totalitario, rigido, tronfio, ottuso.

Che fare, dunque? Due considerazioni:
  1. per quanto riguarda me personalmente, vorrei che l'ossessione per il fascismo uscisse finalmente e totalmente dai discorsi sull'italiano del presente e del futuro, quindi nel sito eviterei qualunque riferimento esplicito (fra l'altro, ragionavamo all'inizio, rischierebbe di dare soddisfazione agli strillatori fascistomani, sembrando un'excusatio non petita);
  2. se qualcuno non s'iscrive all'API perché ha paura che qualcuno gli dia del fascista… beh, ma non c'è mica bisogno di dirlo! Il registro dei membri è per l'organizzazione interna e non è pubblico. Uno può iscriversi senza dirlo a nessuno. (Che tristezza dover fare questi discorsi).
jorvam ha scritto: ven, 10 gen 2025 23:15 La probabile reticenza manifestata nell'inserimento di determinati dati
L'associazione è riconosciuta legalmente, e funziona democraticamente col principio del voto, quindi all'iscritto si conferisce un diritto di voto che ha valore legale nelle decisioni dell'associazione. Dato che cerchiamo di fare le cose bene, per quanto è "burocraticamente possibile" a dei volontari senza competenze di legge, mi pare normale che cerchiamo di assicurare l'identità effettiva dei nostri membri. Serve anche per rendere più difficili eventuali truffe.

Potrei sbagliare, ma non credo che tessere di partito o iscrizioni ad associazioni analoghe di volontariato o attivismo vengano attribuite senza chiedere similmente i dati anagrafici. Insomma, a me pare molto nella norma.

Abbiamo discusso comunque anche di questa possibilità, ma anche questo non ci ha convinti moltissimo… per il fatto banale che, a parte tutti i ragionamenti legali di sopra, vale soprattutto quello che diceva un nostro membro che si occupa d'informatica: non ha molto senso essere reticenti al riguardo, perché se un hacker vuole rubare i dati di qualcuno, per rivenderli ai cinesi o Elon Musk o chicchessia, non ha mica bisogno di passare per l'API! :P
jorvam ha scritto: ven, 10 gen 2025 23:15 Questo è il mio parere al riguardo, spero di non fare affermazioni errate.
Ogni ipotesi è ancora aperta, niente paura. :mrgreen:
Graffiacane
Interventi: 417
Iscritto in data: ven, 30 lug 2021 11:21

Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di Graffiacane »

È senz'altro vero che la reticenza a indicare i propri dati personali potrebbe essere un ostacolo, ma credo che ciò valga solo per pochi potenziali iscritti, visto che Google, Amazon e compagnie telefoniche varie (ma l'elenco potrebbe essere molto piú esteso) hanno ormai messo le mani sui nostri dati personali e non mi pare che l'italiano medio se ne dia pena.
Ritengo che il vero problema sia la quota d'iscrizione; non per la somma in sé, ma perché non poche persone potrebbero pensare: «Ecco, altra gente che chiede soldi…».
Da escludere (o quantomeno presente in percentuali minime), secondo me, il rischio d'essere tacciati di simpatie fasciste.
Avatara utente
G. M.
Interventi: 2875
Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di G. M. »

Graffiacane ha scritto: dom, 12 gen 2025 17:28 Ritengo che il vero problema sia la quota d'iscrizione; non per la somma in sé, ma perché non poche persone potrebbero pensare: «Ecco, altra gente che chiede soldi…».
Non saprei… anche questo mi pare piuttosto strano. :| Per il nostro desiderio di cura linguistica, per quanto diffuso (in numeri assoluti, non relativi…), fuori dall'API non c'è, al momento, praticamente nessuno che stia provando a fare qualcosa di concreto: quindi non c'è una "duplicazione" di spese per la causa, non siamo «altri» che chiedono dei soldi. Una quota di 5 € l'anno mi sembra nelle disponibilità della grande maggioranza degl'italiani. Già abbassandola così tanto di fatto abbiamo accettato di allontanare molto la possibilità di organizzare eventi dal vivo, incontri e conferenze, che pure secondo me sarebbero stati interessanti e utili per attrarre l'attenzione sulla causa. Mi lascia perplesso che gente che passa tanto tempo a scrivere commenti su Facebook non voglia spendere, per quella stessa cosa che sembra starle tanto a cuore, nemmeno una cifra così piccola. Vediamo che iniziative benefiche varie, organizzate in Rete, raccolgono facilmente cifre consistenti: gl'italiani non sono tutti sotto la soglia di povertà, né tutti avaracci insensibili. Per cui abbassare la quota ancora di più non so se servirebbe: se non sono disposti a spendere nemmeno cinque euri l'anno per una causa buona e trascurata, sarebbero invece disposti a spenderne, chessò, tre? Mi pare che la differenza sia minima: temo che il problema stia da un'altra parte…
Avatara utente
Millermann
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Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
Località: Riviera dei Cedri

Re: L’Associazione per l’italiano (API)

Intervento di Millermann »

G. M. ha scritto: mar, 14 gen 2025 10:22Per cui abbassare la quota ancora di più non so se servirebbe: se non sono disposti a spendere nemmeno cinque euri l'anno per una causa buona e trascurata, sarebbero invece disposti a spenderne, chessò, tre?
Bella domanda, questa. :lol:

Ma forse non è difficile trovare la risposta. Un'idea al volo (poi pensi lei, insieme agli altri soci, se vale la pena fare una prova o no): potreste, in occasione dell'anniversario dell'associazione stessa, lanciare una specie di «campagna delle iscrizioni» per il 2025. Fino al 31 gennaio (o, magari, fino alla data in cui ricorre il detto anniversario, se questa è successiva), a chiunque s'iscriverà all'associazione non sarà richiesto alcun versamento obbligatorio per l'anno appena iniziato (ovviamente, si è comunque liberi di offrire una cifra volontaria, come sempre ;)).

In questo modo sarebbe possibile avere almeno un'idea dell'importanza data al (sia pur minimo) esborso economico (che, magari, piú che per l'ammontare in sé, potrebbe scoraggiare qualcuno per la modalità d'esecuzione). Poi, se costoro sono cosí lungimiranti da tirarsi indietro pensando anche all'iscrizione dell'anno prossimo... be', forse è meglio rinunciare a membri di questo tipo. :P
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