Doge e signora a Genova

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domna charola
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Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Doge e signora a Genova

Intervento di domna charola »

Buonasera. Oggi sui quotidani si narrava della sindaca di Genova, Salis, che nel corso della cerimonia del Confeugo ha chiesto che il tradizionale "saluto al doge" previsto dal copione divenisse "saluto alla doghessa". E in molte testate era riportato proprio così, con relative proteste dei lettori, perché in italiano il femminile di doge esiste, ed è da sempre dogaressa.
Però, il saluto tradizionale viene rivolto in genovese, e quindi la mia domanda è: qual'è il femminile corretto in tale idioma? Come dite voi genovesi la consorte del doge? Perché storicamnte sarà esistita la conserte del doge, come c'era da noi a Venezia, no? quindi ci sarà il termine codificato e corretto anche nella lingua di Genova. Chiedo quindi lumi.
Grazie, e scusate l'esposizione un po' farfugliante.
Ligure
Interventi: 419
Iscritto in data: lun, 31 ago 2015 13:18

Re: Doge e signora a Genova

Intervento di Ligure »

Devo dire che ho trovato perfettamente chiara la formulazione della domanda e spero che possa risultare soddisfacente la risposta, la quale, inevitabilmente, non coinvolge soltanto aspetti linguistici, ma anche considerazioni di argomento storico.

Il dato di fatto è che, in genovese, non è mai esistito - storicamente - un termine lessicale specifico per la consorte del doge dell'antica “repubblica” aristocratica, la quale, a Genova, non svolgeva alcun ruolo specifico e veniva “semplicemente” denominata mediante i propri appellativi e i propri titoli (essendo, comunque, una rappresentante della nobiltà cittadina).

Forse, anche sulla base delle considerazioni esposte, a un precedente sindaco donna (Marta Vincenzi) era stato attribuito il titolo storico di dűxe /'dy:ʒe/, dal lat. dŭcĕ(m), per altro, assegnato, in passato, esclusivamente a uomini.

Probabilmente, nell'ottica di evidenziare e valorizzare adeguatamente anche l'aspetto di genere, s'è optato per l'aggiunta d'un suffisso quale -essa /'-essa/(rilevabile anche nel dialetto, sia pure quale “cultismo”), traendone l'inedita voce dűxessa /dy'ʒessa/.

Per altro, qualsiasi dialettofono del passato (quindi, non soltanto “cultore” del genovese, ma effettivo locutore nativo), anche se dotato di scarsa cultura, avrebbe compreso perfettamente e impiegato tranquillamente termini quali, a es., düchessa /dy'kessa/ = duchessa o papessa /pa'pessa/ = papessa, mentre una voce quale “dogaressa” avrebbe posto problemi anche a persone colte, se non si fosse trattato - nel caso specifico - di esperti della storia di Venezia.

Infatti, sarebbe stata, probabilmente, "interpretata" quale femminile in "-essa" d'un eventuale "dogaro", ma, poi, un vocabolo quale "dogaro" ?! . . .

D'altronde, si tratta, in fondo, soltanto di riproporre - nell'attuale contesto - antiche “ritualità” d'un sistema politico crollato alla fine del Settecento con l'arrivo in città dei francesi (e di Napoleone) col preciso scopo di far brillare - anche a beneficio degli abitanti locali (prima "soggetti", poi "cittadini") - la luce dei raggi splendenti del “secolo dei lumi” e gli ordinamenti politici derivati dalla Rivoluzione francese.

E, per altro, ritengo che si possa concordare tutti sul fatto che anche la cerimonia in sé vada affrontata un po' con occhio/orecchio smagato.

Si tratta evidentemente, ormai, di folclore/colore locale.

Se si fosse davvero trattato dell'antica cerimonia dell'epoca di “ancien régime”, si sarebbe potuta ascoltare, ad es., la pronuncia del socioletto aristocratico (significativamente diverso da quello borghese), da tempo estinto, et c. . . .
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domna charola
Interventi: 1826
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Re: Doge e signora a Genova

Intervento di domna charola »

Grazie infinite!
Quindi, sostanzialmente, quello che viene indicato nei dizionari come femminile di doge è modellato esclusivamente sull'uso veneziano, mentre nomalmente, se esistesse la figura, farebbe il femminile regolare. Grazie ancora.
Ligure
Interventi: 419
Iscritto in data: lun, 31 ago 2015 13:18

Re: Doge e signora a Genova

Intervento di Ligure »

Grazie dell'attenzione!

P.S.: seppure non siano mai stati effettuati studi adeguati nel merito, si potrebbero notare alcune differenze tra l'italiano attuale e quello di Genova dell'epoca di "ancien régime".

Infatti, occorre notare che la lingua italiana non veniva abitualmente parlata, neppure dagli aristocratici, nemmeno negli ambienti di governo, sebbene la conoscessero ragionevolmente bene.

Coll'unica eccezione dell'amministrazione dell'isola di Corsica, la quale era totalmente svolta in italiano, non risultando comprensibile ai locali la parlata genovese o, più in generale, ligure.

Per altro, tutti i documenti di governo - e le leggi - venivano redatti in italiano, fin dall'epoca in cui s'era tralasciato l'uso del latino.

Si possono, tuttavia, rilevare alcune piccole discrepanze.

Si scriveva, ad es., "il nostro serenissimo Duce X Y" in quanto la conoscenza e l'uso diffuso d'un termine quale "doge" risale - almeno, localmente - al contesto dell'istruzione obbligatoria, cioè all'epoca del Regno di Sardegna e, successivamente, allo stile di lingua diffuso a seguito dell'unificazione politica italiana.

Si scriveva "Duce" dal momento che:

a) era un bel latinismo - lat. dŭcĕ(m) -;

b) "mascherava" adeguatamente il termine identitario locale dűxe /'dy:ʒe/;

c) non erano, ovviamente, ancora possibili eventuali confusioni colla figura storica di Benito Mussolini.
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