Aderire e partecipare

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Aderire e partecipare

Intervento di Fausto Raso »

So, "in partenza", che sarò contestato... Vengo al "dunque". A mio avviso - anche se ho contro i "sacri testi" - il verbo aderire nell'accezione di partecipare, accettare e simili è usato impropriamente. Aderire, dal latino ad e haerere, significa "essere attaccato", "incollato", un suo derivato è, appunto, l'adesivo. Secondo me, quindi, è "piú corretto" dire che il Tizio partecipa alla manifestazione che non aderisce.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Avatara utente
Freelancer
Interventi: 1899
Iscritto in data: lun, 11 apr 2005 4:37

Re: Aderire e partecipare

Intervento di Freelancer »

Fausto Raso ha scritto:So, "in partenza", che sarò contestato... Vengo al "dunque". A mio avviso - anche se ho contro i "sacri testi" - il verbo aderire nell'accezione di partecipare, accettare e simili è usato impropriamente. Aderire, dal latino ad e haerere, significa "essere attaccato", "incollato", un suo derivato è, appunto, l'adesivo. Secondo me, quindi, è "piú corretto" dire che il Tizio partecipa alla manifestazione che non aderisce.
Nel numero dell'aprile 1996 del foglio La Crusca per voi, a un insegnante che sconsigliava ai suoi studenti liceali l'uso traslato del verbo portare "riferito a realtà non materiali, non pesanti", Giovanni Nencioni rispondeva dicendo che questo professore usava una lingua filtrata attraverso un esame etimologico, quindi ricondotta a una proprietà da lui ritenuta primitiva e pertanto genuina, escludendo dunque un motore fondamentale - il traslato - dello sviluppo delle lingue; aggiungendo che questo modo di procurarsi un uso linguistico personale verificato non può essere respinto, dato che a ognuno è lecito plasmarsi il proprio strumento espressivo. Ma non si deve cercare di imporlo ad altri (specie a studenti). Nencioni poi faceva vedere che esempi di portare con oggetti immateriali si trovano anche in Dante, concludendo che non si poteva dire che Dante, pur tanto più vicino del professore alle origini della nostra lingua, non era meno attento al significato originario del verbo portare, bensì utilizzava spontaneamente i significati propri e traslati che la lingua gli offriva, ossia utilizzava una facoltà della lingua concessa a tutti i parlanti e, ovviamente, più largamente e genialmente messa a frutto da un poeta come lui.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 15 ospiti