Non dico che questo corrisponda in tutto e per tutto a quello che vo dicendo da qualche anno a questa parte; dico che per molti aspetti è simile. In particolare, il fatto che la lingua si corrompe venendo meno alla sua forma essenziale, e l’insistenza, nel terzo brano, sull’infingardaggine, la pigrizia, la svogliatezza, che fanno sí che l’italiano diventa sempre meno capace di discorsi scientifici, mancandogli una terminologia propria.Imperocché la lingua italiana essendo stata applicata alla letteratura, cioè formata, innanzi a tutte le colte moderne; la sua formazione, e quindi la sua indole viene ad essere propriamente parlando di natura antica. Quindi ella, a differenza della francese, non può rinunziare alle sue ricchezze antiche, senza rinunziare alla sua indole, e a se stessa. Potrà ben rinunziare a questa o quella voce o modo, potrà anche coll’andar del tempo antiquarsi la maggior parte delle sue voci e modi primitivi, ma sempre la forma delle sue voci e modi o nuovi o vecchi dovrà corrispondere a questi, per corrispondere alla sua indole, altrimenti non potrà fare ch’ella non si componga di elementi e ragioni e spiriti discordanti, e non si corrompa: giacché in questo consiste la corruzione di tutte le lingue, e di questo genere è la presente corruzione della lingua italiana. [...]
Né osservò che siccome la lingua cammina sempre, perch’ella segue le cose le quali sono istabilissime e variabilissime, cosí ogni secolo anche il piú buono e casto ha la sua lingua modificata in una maniera propria, la quale allora solo è cattiva, quando è contraria all’indole della lingua, scema o distrugge 1. la sua potenza e facoltà, 2. la sua bellezza e bontà naturale e propria, altera perde guasta la sua proprietà, la sua natura, la sua essenziale struttura e forma ec. [...]
Ma ecco che noi siamo fermati, e la lingua nostra non fa piú progressi. La lingua francese infaticabilmente si accresce di tutte le parole che le occorrono. La lingua tedesca avanza e precipita come un torrente, e guadagna tuttogiorno vastissimi spazi, in ogni genere di accrescimento. Noi da qualche tempo arrestati, neghittosi, ed immobili, manchiamo del bisognevole per esprimere e per trattare la massima parte delle cognizioni e delle discipline e dottrine moderne, ed usi e opinioni ec. ec. oggi piú rapide nel crescere e propagarsi, e variare ec. di quello che mai fossero, e in proporzione che la nostra indolenza e infingardaggine presente, è opposta alla energia ed attività passata. Cosí la lingua italiana perde il vantaggio dello spazio che avea guadagnato per valore de’ suoi antichi e primi padri, sopra le altre lingue, e queste correndo piú velocemente che mai, fra tanto che la nostra siede e dorme, riguadagneranno tutto lo spazio perduto per la inerzia de’ loro antichi, arriveranno ben presto la nostra e la passeranno. E la nostra non solo non sarà piú né superiore né uguale alle altre colte moderne, ma tanto inferiore, che divenuta impotente, e buona solo a parlare o scrivere ai bisavoli; o non saprà esprimer niente del bisognevole, né parlare e scrivere in nessun modo ai contemporanei; o lo farà (come già lo fa per quel poco che parla e scrive delle cose e cognizioni moderne, o per quello che ne dice non del suo, ma copiando o seguendo gli stranieri) invocando l’altrui soccorso, servendosi degl’istrumenti e mezzi altrui, e quasi trasformandosi in un’altra, o vogliamo dire, facendosi provincia e suddita di un regno straniero (come i piccoli e deboli confederati de’ grandi e potenti) essa ch’era capo di tutte le lingue viventi.
Sarò lieto di leggere le reazioni e i commenti, purché non ci sia aggressività. Grazie.