Incarcato ha scritto:Condivido le sue osservazioni, e dunque dev'essere una questione solo d'orecchio.
Per esempio, suicidiasi non lo uso mai; ma allora lei cosa proporrebbe, anziché requisiti richiesti?
Secondo me,
requisiti basta e avanza. Ho ben presente quanto scrive bubu7 sopra, per quanto a proposito di
requisiti si può osservare che il suono della parola contiene un po' in sé il significato etimologico e quindi chi scrive
requisiti richiesti è proprio disattento.
Il discorso si sposta dunque, secondo me, su quanto sorvegliata debba essere la scrittura (non il parlato, vedi sotto), sia la propria (della quale non c'è molto da dire perché uno fa quello che vuole e può caratterizzarla secondo un grado più o meno alto di logicismo, ad esempio un certo grado di logicismo si confà bene a chi come me ha una formazione originalmente tecnica, altri avranno un 'lassismo' maggiore purché sia una scelta consapevole) sia quella di altri (se ad esempio la si sta rivedendo, e per quali scopi).
In merito poi alle parole di Nencioni riportate da Marco, osserviamo che Nencioni, dalle pagine della Crusca per voi, ha spesso giustificato le tautologie a causa non tanto dell'uso derivante da perdita del significato etimologico, quanto per la loro efficacia affettiva, rafforzativa, ad esempio in un'espressione come
scendi giù detta da un genitore al figlio arrampicato sull'albero. Ma occorre tenere ben presente la distinzione tra parlato e scritto; mentre nel primo, pressoché indipendentemente dal registro (conversazione tra amici o presentazione a un pubblico di laureati) si possono giustificare tautologie, non così è nello scritto, soprattutto in quello referenziale, in cui la sinteticità - soprattutto ai giorni nostri in cui si fa così tanto spreco di parole - è un tratto di stile e si può ben evitare di scrivere, ad esempio,
pugno chiuso.
Nello letteratura poi è ancora tutta un'altra cosa; perché qualsiasi scostamento dalla norma è in teoria ammissibile - tautologie incluse - purché lo scrittore ne sia consapevole e quindi le deviazioni siano strumento della sua voluta capacità espressiva (e saranno i lettori a giudicare) e non semplici disattenzioni.