Inviato: dom, 09 apr 2006 2:07
Le parole del professor Sabatini sono a nostro favore, e il suo appoggio preziosissimo dà alla nostra impresa un peso che mai avremmo immaginato.
È evidente che non possiamo aspettarci repentini cambiamenti, poiché il mutare delle consuetudini locutorie richiede tempo. Spero però che qualcosa si faccia concretamente nelle redazioni dei giornali e delle reti televisive affinché almeno una parte degli anglismi, quelli piú inutili e odiosi, scompaia definitivamente dall’uso e qualcuno di non superfluo si adatti, appunto, alle regole della lingua italiana.
A questo proposito, e se non fraintendo, Francesco Sabatini sarebbe favorevole agli adattamenti, per maggiore trasparenza internazionale. Non so voi, ma io non vedo cosa ci sia di «isolante» nel francese ordinateur o nello spagnolo ordenador/computadora; né capisco, allora, perché non accogliere la proposta del Castellani e dire computiere, che non c’isolerebbe punto, invece della grafia compiuter (che sarebbe comunque il minore dei mali)...
Adattando o trovando sostituti secondo me non ci si isola, ma si crea quel ponte di cui parlava Tullio De Mauro, che agevola comunicazione e apprendimento. Che in certi casi ci si allontani dall’inglese non mi pare importante: bisogna incoraggiare lo studio delle lingue, e ogni lingua deve mantenere la sua specificità.
È evidente che non possiamo aspettarci repentini cambiamenti, poiché il mutare delle consuetudini locutorie richiede tempo. Spero però che qualcosa si faccia concretamente nelle redazioni dei giornali e delle reti televisive affinché almeno una parte degli anglismi, quelli piú inutili e odiosi, scompaia definitivamente dall’uso e qualcuno di non superfluo si adatti, appunto, alle regole della lingua italiana.
A questo proposito, e se non fraintendo, Francesco Sabatini sarebbe favorevole agli adattamenti, per maggiore trasparenza internazionale. Non so voi, ma io non vedo cosa ci sia di «isolante» nel francese ordinateur o nello spagnolo ordenador/computadora; né capisco, allora, perché non accogliere la proposta del Castellani e dire computiere, che non c’isolerebbe punto, invece della grafia compiuter (che sarebbe comunque il minore dei mali)...
Adattando o trovando sostituti secondo me non ci si isola, ma si crea quel ponte di cui parlava Tullio De Mauro, che agevola comunicazione e apprendimento. Che in certi casi ci si allontani dall’inglese non mi pare importante: bisogna incoraggiare lo studio delle lingue, e ogni lingua deve mantenere la sua specificità.