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Inviato: mer, 24 ott 2012 15:52
di Ferdinand Bardamu
GianDeiBrughi ha scritto:Mentre per la spending review quasi tutti titolavano citando l'anglicismo, con choosy, al contrario, l'anglicismo a volte non veniva manco citato! :)
Chissà che non sia un piccolo segnale di prognosi positiva per eradicare almeno alcune di queste metastasi che hanno invaso la nostra lingua?
Sarebbe bello, ma purtroppo ne dubito. Spending review ha un’aria di famiglia che choosy, parola intelligibile da chi abbia una discreta conoscenza della lingua (cioè da pochi), non ha.

Tralascio anch’io contenuti e forma del discorso della Fornero. Anzi, qualcosa sulla forma si può dire: quel choosy, in questo caso, svolge la stessa funzione del latinorum di don Abbondio, non servendo alcuno scopo informativo o espressivo.

Inviato: mer, 24 ott 2012 16:10
di Andrea Russo
GianDeiBrughi ha scritto:Nonostante i dubbi che ci possano essere in merito alla traduzione della parola usata dalla Fornero sono comunque lieto che per la prima volta m'è parso di scorgere nei telegiornali e sulla stampa un rigurgito di anticorpi anti-anglicismo. Mentre per la spending review quasi tutti titolavano citando l'anglicismo, con choosy, al contrario, l'anglicismo a volte non veniva manco citato! :)
Chissà che non sia un piccolo segnale di prognosi positiva per eradicare almeno alcune di queste metastasi che hanno invaso la nostra lingua?
Direi che l'anglicismo l'hanno citato anche fin troppe volte... :roll:

Inviato: mer, 24 ott 2012 16:16
di GianDeiBrughi
Però il più delle volte è citato con disprezzo! :P
Col non citato mi riferivo comunque ai telegiornali che avevo sentito. Nei titoli annunciavano: "La Fornero consiglia ai giovani di non essere schizzinosi".

Sono comunque concorde con Ferdinand sul pessimismo, ma ogni tanto è bello illudersi. :)

Inviato: sab, 27 ott 2012 12:58
di Carnby
Ecco l'intervento del «Direttore editoriale Istituto Treccani» Massimo Bray sull'Huffington Post.

Inviato: mer, 14 nov 2012 8:39
di Andrea Russo
Un altro incomprensibile obbrobrio: (non so da quanto ma) ora si parla delle new town dell'Aquila... :?
Le new town sarebbero piú belle dell'Aquila pre-terremoto? :roll:
A quando la Leaning Tower (of Pisa), il Brunelleschi's Dome e il Colosseum?

Inviato: mer, 14 nov 2012 9:21
di Ferdinand Bardamu
Si parla di gnutàun da qualche mese dopo il terremoto dell’Aquila, a mia memoria.

Inviato: ven, 23 nov 2012 22:31
di Ferdinand Bardamu
Un esempio di come sovente gli anglicismi appiattiscano la lingua:

CLAUDIO COSTAMAGNA, OGGI A CAPO DI IMPREGILO, […] INALBERAVA IL LOOK “DUE NOTTI INSONNI COL MAL DI TESTA” [Dagospia]

La frase è chiaramente ironica. E allora perché non scegliere, invece che lo strasentito look, stile, che avrebbe sottolineato ancor di piú l’ironia, quasi che l’immagine trascurata del soggetto in questione fosse la conseguenza d’una scelta meditata?

Inviato: ven, 23 nov 2012 22:42
di Marco1971
Perché oggigiorno, probabilmente, coloro che pensano sono sparuta schiera; la maggioranza si affida agli automatismi di linguaggio. È molto di moda, e le idee somigliano al pronto-da-indossare...

Inviato: mer, 28 nov 2012 22:01
di Ferdinand Bardamu
Continua la demolizione del nostro lessico. Una perla tratta dal sito del Corriere:

Guccini «endorsa» Bersani: «E' concreto, l'uomo giusto»

Mandiamo in soffitta sostenere e appoggiare, ché non ne abbiamo piú bisogno: ora c’è endorsare.

Inviato: mer, 28 nov 2012 23:28
di Freelancer
Ma dovrebbe essere *endorsementa, mi pare, perché i verbi denominali si fanno dal sostantivo (endorsement) e non dal verbo, giusto?
:wink:

Inviato: mer, 28 nov 2012 23:43
di Marco1971
E lei si aspetta che i giornalisti, grandi filologi della lingua inglese – nonché dell’italiana –, sappiano se endorse è verbo o sostantivo? :)

Inviato: gio, 29 nov 2012 0:16
di Ferdinand Bardamu
Tra l’altro, non capisco perché ci debbano propinare per forza questi concetti di origine americana come se fossero l’ultimo grido. L’endorsement, in italiano, è una banalissima dichiarazione di voto.

A questo proposito, stamane ho sentito alla radio una bella battuta del comico Paolo Rossi (riporto anche il «francesismo» finale): «L’happy hour, l’aperitivo, è in inglese, che non conosce quasi nessuno, perché, se si dicesse ora felice, si potrebbe pensare che le altre ventritré sono una merda».

Leggi traducibili in inglese

Inviato: sab, 01 dic 2012 14:13
di PersOnLine
Tralasciamo per un attimo i vari «green economy» e «civil partnership», ma ora un certo candidato fiorentino (!) vorrebbe un nuovo codice del lavoro con pochi articoli «chiari» – e questo è più che condivisibile – ma soprattutto «traducibili in inglese», vincolando così, pure a livello legislativo, la struttura, per lo meno sintattica e periodale, dell’italiano legiferativo alla sua traducibilità in inglese. Mi chiedo, a sto punto, che senso abbia ancora prevedere così tante ore d’italiano e di letteratura italiana nelle scuole: sostituiamoli direttamente con l’inglese e la letteratura inglese!

Inviato: sab, 01 dic 2012 15:25
di Souchou-sama
Sinceramente, non son d’accordo. Il «burocratese» è una cosa schiettamente italiana, e se la «traducibilità in inglese» può garantire una migliore comprensibilità e univocità —essendo l’inglese burocratico, se non sbaglio, limpido quanto il piú della prosa inglese o quasi—, ben venga. (E, in linea di massima, la traducibilità da una lingua all’altra garantisce sempre un certo livello di sensatezza del testo di partenza.)

Inviato: sab, 01 dic 2012 15:39
di PersOnLine
Beh, se è per questo, allora, risolveremmo il problema a monte, scrivendo le norme direttamente in inglese. :) Già l'italiano non ha chiaramente lo statuto di lingua ufficiale della Repubblica italiana, se poi subordiniamo il suo impiego alla "traducibilità" in inglese, capirai come diventa ancora più forte la tentazione di liberarsi di tale "zavorra", specialmente in tempi di spending review. :wink: