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Inviato: dom, 04 giu 2006 17:02
di Marco1971
Va bene, cara Giulia, posso anche ammettere che il giornalista abbia fatto ponderatissime e ragionatissime scelte lessicali; non posso però ammettere che poi tali scelte particolari vadano a finire sul dizionario italiano.
P.S. Chi è il pibbullo tra noi due?

Inviato: dom, 04 giu 2006 17:22
di giulia tonelli
Io sono una strega accetta-munita, non un pitbull
E comunque sono d'accordo, quelle parole in un dizionario di italiano non ci dovrebbero stare.
Downsizing
Inviato: dom, 04 giu 2006 17:39
di CarloB
Credo che downsizing venga usato soprattutto in economia e abbia il significato di ridimensionamento, riduzione, ovvero all'atto pratico licenziamento di un bel po' di gente. In effetti c'è un uso eufemistico, ma meglio sarebbe dire ipocrita, del termine inglese. Il meccanico sottocasa licenzia l'apprendista. La grande azienda attua un downsizing: e son dolori per centinaia di persone. Rispetto all'uso in informatica mi pare che quell'altro uso sia prevalente.
Inviato: dom, 04 giu 2006 17:48
di Marco1971
E in ambo i casi è un uso superfluo, perché eufemismo e ironia si possono esprimere con parole italiane.
Inviato: lun, 05 giu 2006 15:06
di Federico
Marco1971 ha scritto:E in ambo i casi è un uso superfluo, perché eufemismo e ironia si possono esprimere con parole italiane.
Ah, e fin troppo bene.
Comunque ha ragione giulia tonelli. Il problema è che queste per cosí dire licenze poetiche, in quanto tali, non andrebbero registrate nei vocabolari: ma purtroppo sempre piú spesso le eccezioni diventano la regola (non credo che sia il caso di
downtown, però: e infatti non lo metto nella lista).
E adesso un fuori tema (che m'interessa).
Perché dice che Manhattan (o solo la sua parte meridionale?) non è piú il centro di New York?
Inviato: lun, 05 giu 2006 22:21
di Federico
Secondo voi è possibile che doppiare sia usato con un significato simile a quello di dribblare? Mi ero segnato questa possibile corrisposndenza ma non ricordo minimamente cosa me l'avesse fatto scrivere. Dovrebbe essere un libro di Bassani o di Primo Levi, però.
Inviato: mar, 06 giu 2006 11:34
di fabbe
arianna ha scritto:Bisognerà vedere i contesti in cui è usato
best effort, in questa frase per esempio:
Come può sapere quale soluzioni "best effort" sono state scelte dal collega prima di lui? Misteriosamente la documentazione (chissà com
mi pare ovvio dire "quali
migliori soluzioni" senza bisogno di ricorrere al forestierismo.
Il "best effort" spesso indica "alla meglio" per quelle soluzioni che non garantiscono un livello di qualità ma semplicemente un intento di dare il meglio.
Ad esempio, se organizzo l'assistenza tecnica per un cliente posso:
• Proporre una squadra di assistenza dedicata (per organico e competenze) adatta a soddisfare le esigenze qualitative del cliente ed impegnandomi a rispettare i livelli di servizio discussi;
• Proporre di usare semplicemente le risorse disponibili le quali lavoreranno "al meglio" (= best effort) ma che possono non soddisfare sempre tutte le aspettative del cliente.
Quindi le soluzioni "best effort" sono "soluzioni a servizio garantito" da contrapporre alle "soluzioni a qualità garantita".
Inviato: mar, 06 giu 2006 13:54
di arianna
Grazie, Fabbe, per questa delucidazione.
Inviato: mar, 06 giu 2006 23:59
di arianna
Oggi mi son imbattuta in questo forestierismo: visualizer e mentre cercavo il significato ho visto che il Devoto-Oli registra anche visual.
Per il primo, il Devoto-Oli propone visualizzatore, per il secondo visuale, visivo.
Segnalo anche styling: disegno industriale?
Inviato: mer, 07 giu 2006 15:43
di Federico
Per
styling, direi di mettere un rimando a
design.
Però un attimo, non è "disegno industriale", bensí
Garzanti in linea ha scritto:nel disegno industriale, linea, stile che caratterizza un prodotto o una serie omogenea di prodotti.
Cosí stando le cose,
linea e
stile vanno benissimo. Ma forse un rimando a
design è comunque opportuno.
Inviato: mer, 07 giu 2006 18:53
di Federico
Manca alla lista noir: incredibile ma vero, si può dire semplicemente nero: l'ho letto fra l'altro nell'introduzione a Illusioni perdute di Balzac (ed. Garzanti), scritta da Lanfranco Binni.
Inviato: mer, 07 giu 2006 22:57
di Freelancer
Mi sono di recente imbattutto, traducendo due manuali diversi, in un paio di termini - uno in ambito vendistica, l'altro tecnico - che danno una misura della difficoltà di sostituire forestierismi.
Il primo è
focus group. (È anche nel supplemento del Gradit, con una breve spiegazione.) Sebbene il calco sarebbe immediato e lampante -
gruppo di focalizzazione/messa a fuoco - non c'è verso: tutti scrivono
focus group.
Il secondo è
heads up display. Una buona spiegazione di cosa sia è in
Wikipedia (non esiste ancora la voce in italiano). Tutti scrivono
heads up display o display
HUD. Il problema nel trovarne un traducente nasce dal fatto che dal significato originario di "strumentazione proiettata sopra il cruscotto in modo che il pilota non debba spostare la testa e quindi distrarsi per guardarla" - e in questo ambito lo si trova chiosato con
display a trasparenza, che non sarebbe male, il termine si è esteso a indicare anche i minivisualizzatori fissabili a un paio di occhiali o a un elmetto e quindi sempre nella linea visuale dell'utente o che addirittura proiettano un'immagine virtuale davanti all'occhio. In questo secondo caso in italiano si adoperano termini vari - nei pochi casi in cui non si usa l'anglismo immodificato.
Non ho avuto ancora il tempo di riflettere su un possibile traducente generale, che però difficilmente potrebbe essere un calco, dato il significato letterale di "heads up" in questo caso - ossia "alzare la testa" (esiste anche un significato metaforico di "heads up": "all'erta") e sappiamo che nella terminologia tecnica l'italiano rifugge da queste costruzioni semplicistiche per così dire. Ma magari qualcuno di voi vuole giocherellare con questo termine.
Inviato: mer, 07 giu 2006 23:17
di Marco1971
A me, cosí su due piedi, verrebbe in mente collimatore di navigazione o collimatore visivo. Ma si può sicuramente trovare qualcosa di meglio.
Inviato: gio, 08 giu 2006 8:42
di giulia tonelli
Freelancer ha scritto:Il primo è focus group. Sebbene il calco sarebbe immediato e lampante - gruppo di focalizzazione/messa a fuoco - non c'è verso: tutti scrivono focus group.
Secondo me questo rientra nella generale difficolta' di tradurre
focus.
Focalizzazione non e' sempre adeguato, e comunque e' una parola piu' ingombrante, meno naturale, per non parlare di
messa a fuoco, che mi pare solo raramente riesca a tradurre
focus.
Quando
focus e' un verbo, di solito concentrare/concentrarsi e' perfetto.
Invece come aggettivo io lo trovo traducibile solo con perifrasi.
He's a very focused person non vuol dire che e' una persona concentrata, ma che e' capace di concentrarsi su un obiettivo e perseguirlo con tenacia.
Inviato: sab, 10 giu 2006 11:54
di Federico
Federico ha scritto:Secondo voi è possibile che doppiare sia usato con un significato simile a quello di dribblare? Mi ero segnato questa possibile corrisposndenza ma non ricordo minimamente cosa me l'avesse fatto scrivere. Dovrebbe essere un libro di Bassani o di Primo Levi, però.
Ho controllato nel Battaglia e non è riportato questo uso specifico; non avevo pensato però che si doppia un promontorio, uno scoglio (persino una flotta nemica), perciò potrebbe anche essere stato usato in quel significato che avevo supposto.