Infarinato ha scritto:L’Hazon dà già degli ottimi traducenti: congegno, dispositivo; aggeggio, arnese; piccola invenzione.
Marco1971 ha scritto:...accessori da cucina, compresi tostapane, bollitori e caffettiere a filtro.
...l’ultimo aggeggio/gaggetto per i patiti della tecnologia: computieri tascabili su cui si può scrivere con la matita.
Tutti casi però per cui non è usato gadget in italiano, mi pare (forse quello elettronico)...
Marco1971 ha scritto:Il valore di
gadget in italiano, secondo il GRADIT, è:
piccolo oggetto, accessorio curioso e originale, spec. di scarsa utilità pratica / oggetto offerto spec. a scopo promozionale
Questo e solo questo valore, per quanto ho potuto constatare.
Infarinato ha scritto:Io insisterei su aggeggi(n)o, cui è pure assonante, e aggiungerei anche accessorio (sost.).
Aggeggio (aggeggino) a giudicare dalla definizione del Treccani è la traduzione perfetta:
Treccani in linea ha scritto:aggéggio s. m. [etimo incerto]. – Cosa da nulla, ninnolo, gingillo: che devo fare di questi a.?; che a. sono questi?; spesso per indicare un oggetto, uno strumento qualsiasi: dammi quell'a.; che fai con codesto a.? Fig., pasticcio, imbroglio: in che a. mi son messo!
Eppure a me "aggeggio" dà l'idea di un qualcosa di meccanico, o elettronico: i "computieri tascabili su cui si può scrivere con la matita" sono sicuramente aggeggi (ma è un mio parere personale: probabilmente i loro produttori non sarebbero d'accordo); anche un "gadget" che si muove (tipo quelle diavolerie che vendono per strada i cinesi: cani saltellanti, robot semoventi, "babbi natale" danzanti...) è indubbiamente un "aggeggio"; ma di certo non mi verrebbe naturale definire "aggeggio" un banale pupazzetto di peluche, per esempio. Non so se sia una mia percezione isolata del valore di questa parola...
Accessorio: lo suggeriscono anche il Garzanti e il De Mauro in linea; però non mi dà l'idea di qualcosa di poco valore (materiale): va sicuramente bene per i "gadget elettronici" citati da Marco, di meno per altri (anche qui naturalmente mi riferisco alla mia percezione personale della parola)...
Comunque, nella definizione di
aggeggio si trovano delle proposte molto interessanti:
ninnolo è perfetto, dato che è
Treccani in linea ha scritto:Giocattolino, balocco, trastullo per bambini. Per estens., gingillo, oggettino per ornamento; soprattutto al plur., per indicare i soprammobili (fr. bibelots) costituiti da statuine, tabacchiere, orologi, ecc., venuti di moda nel sec. 18° e spec. nel rococò francese. Fig., cosa di poco rilievo: perdere il tempo tra ninnoli e nannoli, in occupazioni futili, senza costrutto.
Gingillo, poi, forse è anche meglio:
Treccani in linea ha scritto:gingillo s. m. [voce onomatopeica]. – Ninnolo, ciondolo, usato per ornamento: un cappellino da maschera coperto di gingilli; casa piena di gingilli; anche, balocco o coserella di poco conto: ho comperato alcuni g. per il bambino. Per estens., riferito a oggetti o anche a meccanismi che nel loro genere sono piccoli, graziosi, delicati: una vetturetta che è proprio un g.; con altro senso, spec. al plur., trastullo che fa perdere tempo inutilmente, occupazione vana cui ci si dedica per divertimento: consumare il tempo in gingilli; aver la testa ai gingilli
Tutto questo, naturalmente, ammesso che io e il GRADIT (se l'ho interpretato bene, naturalmente...) abbiamo ragione sull'uso in italiano della parola
gadget...