Discussione sui traducenti di forestierismi

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

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Federico
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:A me monitorare non dà fastidio, ed è sempre meglio di monitorizzare (a cui rimanda il GRADIT! :evil:).
Certamente: monitorizzare fa venire i brividi, ed è un bene che sia stato abbandonato, ma comunque a me non piace, ed è sempe un ostacolo all'eradicazione di monitor.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Neanche monitor, in fondo, mi pare cosa grave: gl’inglesi lo presero direttamente dal latino, e la sua struttura è compatibile (uscita in –r) con quella italiana. Naturalmente sarebbe stato meglio farne monitore (italiano scrio scrio) o optare per schermo (coi derivati schermare, schermitura, ecc.). Ma ormai appare difficile tornare indietro, visto l’alto numero di derivati da monitor...
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Federico
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Intervento di Federico »

Be', ma schermo è addirittura il nome "ufficiale" Microsoft (cosí si chiama nel Pannello di controllo di Windows)!
Marco1971 ha scritto:Ma ormai appare difficile tornare indietro, visto l’alto numero di derivati da monitor...
Davvero sono cosí tanti?
Io conosco solo monitorizzare, monitorare e monitoraggio, che sono una sola cosa: quali sono gli altri?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

In effetti, ha ragione, non ce ne sono altri, escludendo i participi passati messi a lemma.
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:In effetti, ha ragione, non ce ne sono altri, escludendo i participi passati messi a lemma.
Ah, per fortuna.
Be', comunque chissà, magari monitor scomparirà nonostante la presenza di monitorare (già ora non credo che si percepisca molto la relazione che li lega).
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Federico
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Intervento di Federico »

Per sostituire l'orripilante ed epidemico made in Italy è realisticamente improponibile prodotto in Italia (e simili); una buona soluzione mi sembra però “marchio Italia”, che ho trovato – non l'indovinereste mai – nel DPEF appena approvato (pag. 108):
Il nostro Paese ha a lungo riservato un’attenzione inadeguata ai beni culturali e un impegno residuale alle politiche del turismo. [...]
La promozione del “Marchio Italia” deve rappresentare occasione, anche per le Regioni, per accrescere gli interessi del territorio.
In effetti si trova piuttosto frequentemente anche in Rete, sebbene in un rapporto di 1 : 536 con made in Italy.
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Intervento di Incarcato »

Ma non credo che nel DPEF s'intendesse proporlo consapevolmente come sostituto di made in Italy, ma piuttosto si gioca considerando l'Italia come una grande azienda il cui marchio (promozione del marchio è espressione tecnica, diciamo cosí) è da promuovere maggiormente.
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Intervento di Federico »

Infatti non ho detto «Padoa-Schioppa è un nostro alleato nella lotta contro i forestierismi inutili!», ma solo che quando si parla in astratto (la maggioranza dei casi, credo) marchio Italia è un ottimo sostituto.

Certo che è un paragone aziendale, ma forse che non lo è made in Italy? E attualmente il marchio coincide col prodotto, perché il prodotto si annulla nel marchio; perciò alla fin della fiera mi sa che restano pochi i casi esclusi.
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Intervento di Incarcato »

Che il marchio coincida col prodotto non è vero, perché uno stesso marchio può benissimo rappresentare piú prodotti, ma non è questo che importa.
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Non sono d'accordo, ma comunque qual è il problema, allora? Secondo lei non si può dire «bisogna promuovere il marchio Italia nel mondo» invece che «bisogna promuovere il made in Italy nel mondo»?
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Si può dire benissimo, ma marchio Italia non traduce tecnicamente made in Italy.
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Intervento di Federico »

Ovvio; infatti noi non proponiamo traduzioni bensí sostituzioni per l'italiano.
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Intervento di Incarcato »

Come? E qual è la differenza?
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Intervento di Federico »

La traduzione porta in una lingua il significato di un'altra; noi invece dobbiamo sostituire delle parole di origine straniera usate in italiano, perciò ci interessano solo il loro uso in italiano e le possibili alternative: vogliamo trovare dei modi diversi (italiani) di veicolare lo stesso significato nelle frasi-tipo italiane facendo a meno dei forestierismi, non associare a dei forestierismi i loro equivalenti.
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Intervento di Incarcato »

Ne prendo atto, ma io, a lemma traduzione dal e Mauro, leggo:
tra|dùr|re
v.tr.
AU
1 volgere, rendere in una lingua diversa da quella originale un testo scritto od orale, o anche solo una frase o una parola
Che mi pare sia quello che abbiamo sempre fatto con tutti i forestierismi, cercando di farne a meno, traducendoli. Vabbè.
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