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Inviato: sab, 08 lug 2006 16:11
di Federico
Marco1971 ha scritto:A me
monitorare non dà fastidio, ed è sempre meglio di
monitorizzare (a cui rimanda il GRADIT!

).
Certamente:
monitorizzare fa venire i brividi, ed è un bene che sia stato abbandonato, ma comunque a me non piace, ed è sempe un ostacolo all'eradicazione di
monitor.
Inviato: sab, 08 lug 2006 16:54
di Marco1971
Neanche monitor, in fondo, mi pare cosa grave: gl’inglesi lo presero direttamente dal latino, e la sua struttura è compatibile (uscita in –r) con quella italiana. Naturalmente sarebbe stato meglio farne monitore (italiano scrio scrio) o optare per schermo (coi derivati schermare, schermitura, ecc.). Ma ormai appare difficile tornare indietro, visto l’alto numero di derivati da monitor...
Inviato: sab, 08 lug 2006 20:12
di Federico
Be', ma
schermo è addirittura il nome "ufficiale" Microsoft (cosí si chiama nel Pannello di controllo di Windows)!
Marco1971 ha scritto:Ma ormai appare difficile tornare indietro, visto l’alto numero di derivati da monitor...
Davvero sono cosí tanti?
Io conosco solo
monitorizzare, monitorare e
monitoraggio, che sono una sola cosa: quali sono gli altri?
Inviato: sab, 08 lug 2006 20:38
di Marco1971
In effetti, ha ragione, non ce ne sono altri, escludendo i participi passati messi a lemma.
Inviato: sab, 08 lug 2006 20:59
di Federico
Marco1971 ha scritto:In effetti, ha ragione, non ce ne sono altri, escludendo i participi passati messi a lemma.
Ah, per fortuna.
Be', comunque chissà, magari
monitor scomparirà nonostante la presenza di
monitorare (già ora non credo che si percepisca molto la relazione che li lega).
Inviato: sab, 08 lug 2006 22:37
di Federico
Per sostituire l'orripilante ed epidemico
made in Italy è realisticamente improponibile
prodotto in Italia (e simili); una buona soluzione mi sembra però “marchio Italia”, che ho trovato – non l'indovinereste mai – nel DPEF appena approvato (pag. 108):
Il nostro Paese ha a lungo riservato un’attenzione inadeguata ai beni culturali e un impegno residuale alle politiche del turismo. [...]
La promozione del “Marchio Italia” deve rappresentare occasione, anche per le Regioni, per accrescere gli interessi del territorio.
In effetti si trova piuttosto frequentemente anche in Rete, sebbene in un rapporto di 1 : 536 con
made in Italy.
Inviato: sab, 08 lug 2006 23:09
di Incarcato
Ma non credo che nel DPEF s'intendesse proporlo consapevolmente come sostituto di made in Italy, ma piuttosto si gioca considerando l'Italia come una grande azienda il cui marchio (promozione del marchio è espressione tecnica, diciamo cosí) è da promuovere maggiormente.
Inviato: sab, 08 lug 2006 23:22
di Federico
Infatti non ho detto «Padoa-Schioppa è un nostro alleato nella lotta contro i forestierismi inutili!», ma solo che quando si parla in astratto (la maggioranza dei casi, credo) marchio Italia è un ottimo sostituto.
Certo che è un paragone aziendale, ma forse che non lo è made in Italy? E attualmente il marchio coincide col prodotto, perché il prodotto si annulla nel marchio; perciò alla fin della fiera mi sa che restano pochi i casi esclusi.
Inviato: dom, 09 lug 2006 0:05
di Incarcato
Che il marchio coincida col prodotto non è vero, perché uno stesso marchio può benissimo rappresentare piú prodotti, ma non è questo che importa.
Inviato: dom, 09 lug 2006 11:23
di Federico
Non sono d'accordo, ma comunque qual è il problema, allora? Secondo lei non si può dire «bisogna promuovere il marchio Italia nel mondo» invece che «bisogna promuovere il made in Italy nel mondo»?
Inviato: dom, 09 lug 2006 15:46
di Incarcato
Si può dire benissimo, ma marchio Italia non traduce tecnicamente made in Italy.
Inviato: dom, 09 lug 2006 22:04
di Federico
Ovvio; infatti noi non proponiamo traduzioni bensí sostituzioni per l'italiano.
Inviato: lun, 10 lug 2006 8:59
di Incarcato
Come? E qual è la differenza?
Inviato: lun, 10 lug 2006 10:29
di Federico
La traduzione porta in una lingua il significato di un'altra; noi invece dobbiamo sostituire delle parole di origine straniera usate in italiano, perciò ci interessano solo il loro uso in italiano e le possibili alternative: vogliamo trovare dei modi diversi (italiani) di veicolare lo stesso significato nelle frasi-tipo italiane facendo a meno dei forestierismi, non associare a dei forestierismi i loro equivalenti.
Inviato: lun, 10 lug 2006 10:42
di Incarcato
Ne prendo atto, ma io, a lemma
traduzione dal e Mauro, leggo:
tra|dùr|re
v.tr.
AU
1 volgere, rendere in una lingua diversa da quella originale un testo scritto od orale, o anche solo una frase o una parola
Che mi pare sia quello che abbiamo sempre fatto con tutti i forestierismi, cercando di farne a meno, traducendoli. Vabbè.