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Inviato: mer, 14 mag 2008 21:26
di Gianluca
Fausto Raso ha scritto:Dirò una sciocchezza, comunque...
Ho sempre sentito: "L'imputato è stato condannato alla pena capitale e la sentenza è stata eseguita all'alba".
Caro Fausto, quello che ho scritto è testimoniato da una fonte del diritto (art. 600 c.p.p., V. sopra).
Fausto Raso ha scritto:Voglia perdonarmi, gentile Gianluca, la legge commina, non il giudice.
Chiedo scusa, ha ragione. Ho commesso un errore grossolano: il verbo «comminare», infatti, ci è venuto dal latino comminari che vuol dire alla lettera ‘minacciare insieme’ composto com’è di un prefisso cum, ‘con’, indicante generalità di effetto, di azione, e minari, ‘minacciare’. Perciò «comminare una pena» significa minacciarla collettivamente, prescriverla genericamente per tutti coloro che si rendessero colpevoli di quel determinato reato. Chi può comminare una pena, cioè minacciarla, stabilirla, non può essere perciò che la legge. [V. Aldo Gabrielli, Il Museo degli Errori, Oscar Mondadori n. 728, Milano 1977.]

La pena viene inflitta!

A tal proposito, l'art. 20 del c.p. afferma (sotto la rubrica Pene principali e accessorie): – Le pene principali sono inflitte dal giudice con sentenza di condanna; [...]"

Usando un linguaggio strettamente giuridico: il giudice applica la pena.

P.S. Caro Prof. Marco mi ha preceduto... Stavo correggendo il messaggio. Ma allora írrogo o irrògo? :roll:

Inviato: mer, 14 mag 2008 21:33
di Marco1971
Il De Mauro, come sa, Gianluca, riflette anche gli usi non raccomandabili. Sotto comminare, nel Treccani, c’è scritto:

Erroneo l’uso del verbo nel sign. di infliggere (una pena).

In maniera simile mette in guardia il Devoto-Oli, e, naturalmente, il Gabrielli bivolume.

Inviato: gio, 15 mag 2008 0:21
di Federico
Di comminare s'è parlato già qui e qui (strano che non abbia trovato altre discussioni, ma in effetti non c'è molto da dire), e c'è qualcosa anche nella Crusca per voi (n.° 32, pp. 9-10).

Per il resto, mi sembra abbastanza chiaro: la norma di legge commina; il giudice, applicando la legge, irroga la pena prevista; qualcun altro la esegue materialmente (ad esempio il boia; non certo il giudice, che prescrive, e non mette in atto o attua alcunché).
In effetti, applicare e infliggere sono sinonimi piú generici di irrogare, che si possono riferire anche all'esecuzione.
La pena di morte è un caso estremo; talvolta l'irrogazione è tutt'uno coll'esecuzione, di fatto, tanto che non credo che si possa dire che il vigile irroga una multa per divieto di sosta; le multe cui si riferisce il Treccani saranno piú probabilmente sanzioni pecuniarie inflitte da un giudice – ma queste sono solo mie suppozioni sulla base dell'etimologia: qualcuno ne sa di piú? –.

Inviato: gio, 15 mag 2008 0:56
di Freelancer
Federico ha scritto:Di comminare s'è parlato già qui e qui (strano che non abbia trovato altre discussioni, ma in effetti non c'è molto da dire), e c'è qualcosa anche nella Crusca per voi (n.° 32, pp. 9-10).
Ho letto l'articolo della Crusca per voi di cui sopra, è una lunga risposta di Bice Mortara Garavelli alla domanda sull'uso di comminare da parte di avvocati e magistrati per infliggere una condanna, e la linguista, esperta di linguaggio giuridico, spiega, riportando vari esempi presi da decreti legislativi, che il senso di comminare sta per l'appunto slittando per un "rapporto di solidarietà, o di consequenzialità, tra 'minacciare' ('stabilire', 'assegnare') una pena da parte della legge, e mettere in esecuzione la minaccia, assegnare in concreto la pena da parte di chi applica la legge'. Analogamente, aggiunge la linguista, a quanto è accaduto per irrogare in cui la trasposizione dell'etimo originario avvenuta in latino è stata ereditata dall'italiano. Conclude la linguista: "Basta sfogliare un dizionario per rendersi conto di quanta parte abbiano nella formazione e nell'evoluzione del lessico l'estensione del significato, l'acquisto e la perdita di valori figurati, le improprietà rispetto agli etimi istituite e legittimate dall'uso".

Inviato: gio, 15 mag 2008 2:13
di Federico
Un po' di confusione non è un gran male, e spesso è anche logica, quando corrisponde a una confusione di ruoli, cioè quando non c'è precisa distinzione fra chi irroga e chi esegue; d'altro canto è giusto che dei termini o quantomeno delle accezioni tecniche mantengano la propria precisione, per quei pochi che ne hanno bisogno.
Ecco perché a volte torna comodo irrogare, poco consigliabile nel linguaggio comune.

Inviato: gio, 15 mag 2008 8:54
di Gianluca
[...]il senso di comminare sta per l'appunto slittando per un "rapporto di solidarietà, o di consequenzialità, tra 'minacciare' ('stabilire', 'assegnare') una pena da parte della legge, e mettere in esecuzione la minaccia, assegnare in concreto la pena da parte di chi applica la legge.'
Sí, anch'io ho usato il verbo comminare in questo senso. (Assegnare in concreto la pena da parte di chi applica la legge, cioè da parte del giudice. Ma il suo reale significato è ‘minacciare’, quindi... Abbiamo già detto.)

Il problema è se si può dire eseguire una condanna. Cercherò di essere chiaro e preciso:
Fausto Raso ha scritto:Ho sempre sentito: "L'imputato è stato condannato alla pena capitale e la sentenza è stata eseguita all'alba".
Certo, le sentenze si eseguono. La condanna, però, è contenuta in una sentenza e, come tale, si esegue: la condanna – ripeto – è la decisione dell'autorità giudiziaria, contenuta in una sentenza e motivata in un dispositivo.
In materia civile, si concreta nell'ordine di dare o fare, diretto a una parte nell'interesse dell'altra parte. In materia penale, si concreta nell'irrogazione di una pena, inflitta all'imputato ritenuto colpevole.
Ora – per fare un esempio –, il giudice può condannare una parte al pagamento di una somma di denaro che il giudice stesso liquida a favore della parte danneggiata come anticipo di quanto le spetterà definitivamente, rinviando ad un momento successivo la determinazione dell'importo complessivo del danno (c.d. provvisionale).
Tuttavia, se ricorrono gravi motivi, il giudice può disporre che sia sospesa l'esecuzione della condanna al pagamento della provvisionale (art. 600 c.p.p., co. 3).

Re: La condanna era stata "eseguita"

Inviato: gio, 15 mag 2008 12:16
di Bue
Fausto Raso ha scritto:Nella trasmissione TV "Voyager" di Rai2 [...] Povera lingua italica!
…e povera scienza e cultura italica, se le trasmissioni "culturali" del servizio pubblico raggiungono lo spaventoso livello di cialtroneria di Voyager, di cui a mio avviso la scarsa attenzione all'italiano e` il meno grave dei difetti.

Inviato: sab, 24 mag 2008 21:17
di CarloB
Nell'esempio citato da Gianluca non si può intendere che il giudice sospende l'esecuzione della [sentenza di] condanna?
La condanna si sconta, anche. La sentenza si esegue, sempre. E' in libreria un volume sul caso Moro intitolato per l'appunto Eseguendo la sentenza, citazione dal famoso comunicato delle Brigate rosse, per l'occasione attente al lessico. Eseguire la condanna, non so perché, non riesce a convincermi.

Inviato: dom, 25 mag 2008 13:55
di Gianluca
CarloB ha scritto:Nell'esempio citato da Gianluca non si può intendere che il giudice sospende l'esecuzione della [sentenza di] condanna?
Sí, ma l'ho specificato nell'ultimo messaggio...
CarloB ha scritto:Eseguire la condanna, non so perché, non riesce a convincermi.
La rimando all'ultimo messaggio...
Le ricordo il titolo/rubrica dell'art. 600 del c.p.p.: Provvedimenti in ordine all'esecuzione delle condanne civili.

Ricordo anche l'art. 612 del c.p.p. Sospensione dell'esecuzione della condanna civile: A richiesta dell'imputato o del responsabile civile, la corte di cassazione può sospendere, in pendenza del ricorso, l'esecuzione della condanna civile, quando può derivarne grave e irreparabile danno. La decisione sulla richiesta di sospensione della condanna civile è adottata dalla corte di cassazione con ordinanza in camera di consiglio.

Inviato: dom, 25 mag 2008 23:18
di CarloB
Caro Gianluca, esprimevo semplicemente una preferenza di gusto personale. Eseguire la condanna, anche se si trova nel codice di procedura penale, non mi suona bene. Un mio capriccio, forse. Certo, immagino che mi capiterà di usare quell'espressione; ma cercherò di sorvegliarmi.
Colgo l'occasione per ringraziarla per le preziose informazioni sul lessico giuridico e per le citazioni dai codici.

Inviato: dom, 25 mag 2008 23:22
di Marco1971
CarloB ha scritto:Eseguire la condanna, anche se si trova nel codice di procedura penale, non mi suona bene. Un mio capriccio, forse.
Si rassicuri, caro Carlo, non suona punto bene neanche a me, e non lo dirò mai, con buona pace dell’uso giuridico. ;)

Inviato: lun, 26 mag 2008 19:35
di Federico
Fatte salve le preferenze personali, è un'innocua metonimia.

Inviato: dom, 01 giu 2008 14:29
di Gianluca
CarloB ha scritto:Colgo l'occasione per ringraziarla per le preziose informazioni sul lessico giuridico e per le citazioni dai codici.
Si figuri! Un vero piacere.
Marco1971 ha scritto:Sarà accettabile nella lingua meno sorvegliata e in sensi figurati, ma credo che, nel linguaggio giuridico, non si associno molto spesso i due termini... Attendiamo l’eventuale smentita del mondo forense.
Io mi sono limitato a sottolineare l'uso di eseguire una condanna nel linguaggio giuridico...

Nel linguaggio giuridico esecuzione è la parola usata per designare l'attività o il complesso di attività volte a dare attuazione pratica a quanto disposto da una sentenza (ad es., la condanna), da un provvedimento: esecuzione capitale (o, semplicemente, esecuzione), di una condanna a morte...
CarloB ha scritto:Caro Gianluca, esprimevo semplicemente una preferenza di gusto personale. Eseguire la condanna, anche se si trova nel codice di procedura penale, non mi suona bene. Un mio capriccio, forse. Certo, immagino che mi capiterà di usare quell'espressione; ma cercherò di sorvegliarmi.
Marco1971 ha scritto:Si rassicuri, caro Carlo, non suona punto bene neanche a me, e non lo dirò mai, con buona pace dell’uso giuridico. :wink:
Voi che proponete?

Inviato: dom, 01 giu 2008 22:13
di CarloB
Tenderei a dire che si pronuncia una condanna, si applica o si infligge una pena, si esegue una sentenza.
Ma, ripeto, è una questione di gusto personale. E se nel linguaggio forense e giuridico si dice e si scrive correntemente eseguire/esecuzione con riferimento a condanna non contesto che sia un uso legittimo e prevedo anzi che si generalizzerà.

Emettere una decisione.

Inviato: mar, 17 giu 2014 17:19
di Black Mamba
Buonasera!
Credo il mio quesito possa essere ospitato in questo filone, senza doverne aprire uno nuovo.

Mi è stato chiesto di modificare la frase "La Commissione prenderà una decisione che sarà sempre vincolante per la società."
in questo modo:
"La Commissione emetterà una decisione che sarà sempre vincolante per la società."

È corretto dire che una decisione si emette?

Non saprei dire perché, ma l'uso del verbo emettere con decisione non mi convince.

Ringrazio sin d'ora chi vorra rispondermi.