Inviato: mar, 17 gen 2012 18:57
In un passo del manuale sulla grafia unitaria del veneto, si legge (sottolineatura mia):
La x è un segno grafico libero, disponibile, che diversi idiomi hanno adottato per propri suoni peculiari difficilmente rappresentabili con l'alfabeto italiano: per i Liguri è tradizionalmente impiegato per la fricativa palatale sonora [ʒ], simile alla j francese (lüxe "luce", ma l'esempio più noto è l'arcaico bix(i)u "bigio, grigio" divulgato nel nome del garibaldino Nino Bixio, pronunciato comunemente Bìcsio); in siciliano la x si adopera per la corrispondente sorda [ʃ], in italiano sc; anche qui abbiamo un esempio onomastico nel cognome Craxi, variante di Crasci; in Sardegna il valore di x oscilla fra cs, s sonora e j francese [ʒ].
La x è un segno grafico libero, disponibile, che diversi idiomi hanno adottato per propri suoni peculiari difficilmente rappresentabili con l'alfabeto italiano: per i Liguri è tradizionalmente impiegato per la fricativa palatale sonora [ʒ], simile alla j francese (lüxe "luce", ma l'esempio più noto è l'arcaico bix(i)u "bigio, grigio" divulgato nel nome del garibaldino Nino Bixio, pronunciato comunemente Bìcsio); in siciliano la x si adopera per la corrispondente sorda [ʃ], in italiano sc; anche qui abbiamo un esempio onomastico nel cognome Craxi, variante di Crasci; in Sardegna il valore di x oscilla fra cs, s sonora e j francese [ʒ].