Vero, semmai la questione è se la combinazione fonologica /-nzV-/ (con /V/ vocale generica), come nella pronuncia settentrionale di transatlantico, sia una struttura italiana.Marco1971 ha scritto:Il DiPI dà comunque la variante /-nz-/ per molti composti con trans-, e solo /-nz-/ in Transbaicalia, Transgiordania, Transleitania e translucido (tutte pronunce coincidenti con quella tradizionale). La sequenza /-nz-/ non è quindi estranea all’italiano.
I/gli Champs-Élysées
Moderatore: Cruscanti
Giusto. Ma vede, Champs-Élysées è nome proprio francese, non parola italiana, sicché sarebbe opportuno fare lo sforzo di pronunciarlo correttamente (il DiPI dà come pronuncia piú scelta /Sanzeli'ze/.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
La pronuncia della s nel nesso -nsV- è sempre sorda, sia in pronuncia tradizionale sia in pronuncia moderna (Canepari, comunicazione privata).Carnby ha scritto: ... semmai la questione è se la combinazione fonologica /-nzV-/ (con /V/ vocale generica), come nella pronuncia settentrionale di transatlantico, sia una struttura italiana.
In questo momento non ho sottomano la mia copia cartacea del DiPI ma nell'ultima versione in linea, la pronuncia consigliata è /Sanseli'ze/ (la pronuncia moderna coincide con quella tradizionale).Marco1971 ha scritto:Giusto. Ma vede, Champs-Élysées è nome proprio francese, non parola italiana, sicché sarebbe opportuno fare lo sforzo di pronunciarlo correttamente (il DiPI dà come pronuncia piú scelta /Sanzeli'ze/.
L'adattamento fonetico è il primo passo (e spesso oggi, purtroppo, l'unico) per integrare un forestierismo nella nostra lingua. In passato i nomi propri assumevano anche la veste grafica italiana non vedo perché dovremmo negargli oggi almeno quella fonetica.
La lingua è un guado attraverso il fiume del tempo. Essa ci conduce alla dimora dei nostri antenati.
V. M. Illič-Svitič
V. M. Illič-Svitič
Però Champs-Élysées non è propriamente un forestierismo, è un nome proprio («Campi Elisi»). Ora naturalmente quest’adattamento fonetico ha tutte le carte in regola; e purtuttavia continua a sonarmi un po’ cafonesco, perché conosco il francese al pari dell’italiano e non riesco a risolvermi a adottare questa pronunzia (che mi fa inevitabilmente pensare a *chance élysée
). Ma è un problema mio... 


Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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