Re: [FT] «Spelling pronunciation»
Inviato: dom, 24 feb 2013 13:51
Sono d'accordo.valerio_vanni ha scritto:L'ultima cosa mi pare effettivamente una mancanza di legato, tenevo a precisare che la prima è semplicemente una mancanza d'elisione e che sono due fenomeni distinti.
Non ne sono tanto convinto. Facciamo un altro esempio, sempre tratto dal DiPI: mi evita ˈmjɛvita. ˈmɛ-, miˈɛ- Nelle prime due pronunce (rispettivamente senza e con elisione) avviene il legato, mentre nella terza no perché miˈɛvita è pronunciato con due emissioni di fiato e il legato vero e proprio non ci potrà mai essere! Se ci fosse, la pronuncia riportata dal DiPI sarebbe 'miɛvita.valerio_vanni ha scritto: /mias'pɛtta/ è legabile tranquillamente[1]
Per quanto riguarda mi insegna, abbiamo: minˈseɲɲa, miin- In questo caso è consigliabile l'elisione, ma il DiPI ammette anche la pronuncia con le due i: qui è possibile pronunciarle senza interruzione di fiato perché si tratta della stessa vocale. Tuttavia, i professionisti della voce di solito, in situazioni analoghe, staccano le due i, cosa che è poco naturale. Legga questo passa citato già in altra sede:
Leggendo ad alta voce, parlando, queste elisioni, queste fusioni di lettere, di sillabe si fanno normalmente; nel caso nostro, nessuno pronunzierà, salvo uno straniero, la frase tutti i presenti staccando le tre parole, ma fondendola in una parola sola, «tuttipresenti». Chi sa parlare a dovere poserà alquanto la voce sulla seconda sillaba di tutti, strisciando sulla i quasi a raddoppiarla; mentre nella frase tutti presenti la voce poserà piuttosto sulla prima sillaba tut-, accennando appena alla i della seconda sillaba. Fate voi stessi la prova.
(Aldo Gabrielli, Si dice o non si dice, Milano, Mondadori, 1976, pp. 62-63.)
Esatto ed è in questa direzione che va l'italiano neutro nazionale!valerio_vanni ha scritto:Quello che volevo dire è che secondo me è più spontanea l'assimilazione, è più "economica" come sequenza e che quindi senza un'azione volontaria si vada in quella direzione e non verso /np/ /nv/ etc.
Le regole non le inventano persone che di lingua italiana ne sanno ben poco e magari non conoscono neanche il latino. Sono professionisti della voce, non della lingua. Quella regola, inventata dalle scuole di recitazione e brillantemente definita da Marco regola dello staccato, ignora la fonotassi e va contro la natura dell'italiano.valerio_vanni ha scritto:Insomma, non tanto ignorano una regola ma piuttosto ne seguono un'altra "se sono scritte quelle lettere devo leggerle tutte, che non ne scappi nessuna".
Le regole di pronuncia d'una lingua non s'applicano alle altre, altrimenti si pronuncerebbero tutte allo stesso modo!valerio_vanni ha scritto:E penso che possa valere anche per la nostra lingua,
Ripeto, la fonotassi?! Un inglese legge /speaker/ per far capire che si scrive speaker?! No. L'italiano non si scrive come si legge, soprattutto all'interno d'una frase.valerio_vanni ha scritto: cioè che attori e doppiatori cerchino di pronunciare tutte le lettere che vedono scritte, o che "se c'è scritta una enne devo cercare di far capire ad ogni costo che si tratta di una enne" (anche a costo di far fatica nell'articolazione).
L'italiano neutro nazionale preferisce una pronuncia piú genuina.valerio_vanni ha scritto:o che "se c'è scritta una enne devo cercare di far capire ad ogni costo che si tratta di una enne" (anche a costo di far fatica nell'articolazione).
Spesso lettori e doppiatori pubblicitari si lamentano che molte aziende ricorrono ormai a sintetizzatori vocali perché piú economici. Nonostante i passi in avanti fatti dalla tecnologia, il discorso realizzato attraverso programmi di sintesi vocale risulta però ancora poco naturale: per esempio, non vengono applicate le regole di fonosintassi. Bene, i professionisti della voce in realtà favoriscono questo fenomeno optando per pronunce innaturali e contro ogni principio d'economia linguistica.
Io la chiamo "pronuncia da vocabolario".valerio_vanni ha scritto:[1] A proposito, quale può essere una traduzione valida?