Recentemente ho sentito impiegare il termine utilizzazione, che mi ha fatto riflettere. Cercando nei dizionari in linea, vedo che il Sabatini-Coletti lo dà sbrigativamente come sinonimo di uso, mentre il Treccani e il Gabrielli sono più precisi, in quanto introducono il concetto di utilità.
Il suddetto termine l'ho sentito in una frase come «l'utilizzazione di questi farmaci...» (durante una lezione universitaria), e quindi si tratterebbe di un uso proprio (l'impiego di un farmaco deve essere utile, deve avere un profitto in termini di miglioramento delle condizioni del paziente).
Però sarei curioso di sapere se il docente ha usato il termine conscio di questa sfumatura aggiuntiva (che, penso, uso non ha) insita in utilizzazione: non solo in questo caso, ma anche in altri, mi sembra che a volte s'usi utilizzazione perché "fa scena", rispetto al cortissimo uso.
«Utilizzo»
Moderatore: Cruscanti
Sí, ce l’ho, ce l’ho.
Ma contiene solo i lemmi USO, UTILE e UTILITÀ, niente UTILIZZO né UTILIZZARE.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Ferdinand Bardamu
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[Proseguo qui la discussione cominciata come fuori tema in un altro filone.]Freelancer ha scritto:Non che io voglia difendere utilizzo, per carità! Ma per amor di precisione: era un termine burocratico. Se ne trovano condanne accese in vari libri sulla lingua italiana usciti più di dieci anni fa, ad esempio il [relativamente famoso] Manuale di scrittura e comunicazione pubblicato da Zanichelli nel 1997. Ma da vari anni ormai questa sua connotazione di burocraticismo si è persa per la stragrande maggioranza dei parlanti, che lo adopera senza nemmeno riflettere sulla distinzione tra uso e utilizzo (perché gli è ignota), anzi molti mettono in secondo piano il primo e gli preferiscono [incosciamente] il [ormai non più burocratico in senso stretto] secondo, ormai entrato trionfalmente nelll'uso e [pateticamente, detto con bonarietà d'accordo?] condannato in alcune sedi tra cui questa piazza.
Accetto volentieri la bacchettata: è verissimo che oggi tutti dicono utilizzo senza esser consapevoli di usare un termine tecnico-burocratico. Come ebbi già a dire in un altro intervento, mi pare che il sostantivo utilizzo e il verbo da cui deriva, utilizzare, siano sentiti come piú formali rispetto a sinonimi come usare e adoperare (quest’ultimo, poi, come facesti notare tu, è — inspiegabilmente? — evitato in contesti di medio-alta formalità). Nonostante sapessi tutto questo, ho fatto un po’ il patetico parruccone, perché non riesco a soffrire l’abuso di utilizzo; un ritorno alla realtà è però salutare, perciò ti ringrazio della risposta (sempre molto chiara e dettagliata).
Penso però che si possa essere d’accordo su una cosa: che l’estensione di significato di utilizzare comporta un impoverimento espressivo, come ha già fatto notare Marco. Si può utilizzare del pane raffermo per fare una torta, o i risparmi per comprare un’auto, ma oggi si utilizza sempre qualsiasi cosa per fare qualsiasi altra cosa. La differenza di significato è sottile, ma c’è: io, nel mio piccolo, vorrei cercare dì mantenerla.
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