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Inviato: dom, 03 gen 2010 19:34
di Arturo
Correggo: exulare, dal latino. Così dice il mio vocabolario di Devoto e Oli.
Però...
Pensavo di averlo usato nell'accezione 2, in modo figurato.
Comunque grazie della spiegazione.

Inviato: dom, 03 gen 2010 19:50
di Marco1971
Di nulla! Ma come vede, esulare è intransitivo, quindi non è possibile che qualcosa esuli qualcuno. :)

Inviato: lun, 04 gen 2010 13:29
di Arturo
A proposito di "Ludenscheid", credo che la pronuncia corretta sia senza la "s", "Ludenciait". La u invece è francese come lei diceva.

Ho trovato un sito tedesco sulla città e si può ascoltare il nome della città.
http://www.come-on.de/mktvstartvorort/0 ... nntag.html

Inviato: lun, 04 gen 2010 14:29
di Infarinato
Arturo ha scritto:A proposito di "Lüdenscheid", credo che la pronuncia corretta sia senza la "s", "Ludenciait".
No, la pronuncia corretta è quella che dice Marco. L’impressione d’una c [tS] è data dalla n [n] precedente che [a ritmo allegro] provoca un[a parziale] affricazione della [S] (sch) con l’[opzionale] epentesi d’una [t], per cui si ha [quasi] un [tS]… ;)

Inviato: lun, 04 gen 2010 20:11
di Arturo
Infatti nel video la s non si sente proprio e dunque non la pronuncio.

Inviato: lun, 04 gen 2010 20:46
di Marco1971
Non è una esse: il simbolo [S] rappresenta il suono in scena nella trascrizione SAMPA.

Inviato: mer, 13 gen 2010 21:28
di Arturo
La nostra discussione ha fatto un po' di chiarezza, ma purtroppo più ci penso e più mi vengono in mente situazioni "imbarazzanti".
Come pronunciare i nomi di alcuni locali (pub, negozi, ecc.) ispirati a nomi stranieri? Come pronunciare nomi di città straniere che si sentono o leggono per la prima volta?
Il problema è quello della prima volta (guarda caso). Mi sembra più ridicolo dire: "Aspetta che vado a casa a consultare il dizionario" che tentare di leggere secondo le usuali regole del nostro italiano.
Ad esempio, invitando una mia amica in un locale dirò:
" Domani sera ti porto al pub Mein Teufel"; oppure: "Domani sera ti porto al pab Mein Teufel"; oppure: "Domani sera ti porto al pub Mein Toifel"; oppure: ...
Insomma, non mi sembra che la vostra proposta sia una vera e utile soluzione.
Rimango dell'idea che sia più conveniente leggere con le nostre regole: è più semplice, è più ovvio, è più rapido, è più comodo, è relativamente meno corretto.
Insomma, una regola per tutte le lingue del mondo.

Ps. L'imbarazzo non si elimina così come non si elimina pronunciando bene "pub", perchè si conosce bene l'inglese, ma male "Mein Teufel" perchè non si conosce il tedesco.
E il problema inglese/tedesco è solo un esempio.

Inviato: mer, 13 gen 2010 21:39
di Decimo
In realtà il problema non si pone, dato che i nomi di locali si sentono pronunciare in un certo modo e quindi tutti dicono in quel modo, giusto o sbagliato che sia.

Inviato: dom, 17 gen 2010 16:16
di Arturo
Hai centrato il problema, e quindi il problema si pone.
Proprio perchè tutti o quasi tutti seguono a qualcuno si pone il problema di sapere qual è la giusta pronuncia, onde evitare di perseverare nell'eventuale errore.
E dato che non è possibile sapere la giusta pronuncia per ogni lingua, senza dover imparare una nuova lingua, occorre, a mio avviso, una semplificazione, che non può essere quella di portarsi il dizionario sulle spalle o di andarlo a consultare ogni volta che se ne ha bisogno.
Inoltre, dato che alcune lingue impongono di leggere una parola straniera secondo le proprie regole, non vedo perchè non lo si possa fare in italiano.

A me dà fastidio l'atteggiamento di quelle persone che sapendo il tedesco sono pronti a correggere ogni volta che si dice una parola in tedesco senza pronunciarla correttamente, ma poi sbagliano ogni volta che pronunciano una parola in arabo, in spagnolo, in francese, in inglese, in russo, in cinese, in giapponese, ecc.
Poi vi sono quelli che scambiano parole francesi per inglesi, tedesche per spagnole, latine per inglesi, ecc. ecc.
Vogliamo una semplificazione dai nostri esperti, non una complicazione. E forse qui aveva ragione il mio professore di italiano del liceo dicendo che forse è una questione di "potere".
Personalmente mi sembra più facile imparare una nuova lingua che portarmi sulle spalle un dizionario.

Inviato: dom, 17 gen 2010 16:44
di Marco1971
Arturo ha scritto:Inoltre, dato che alcune lingue impongo di leggere una parola straniera secondo le proprie regole, non vedo perchè non lo si possa fare in italiano.
Quali lingue?

Il problema dei nomi propri stranieri non si può risolvere con un gran colpo di spugna: New York non si può leggere /nev'jOrk/, ma solo /nju'jOrk/. Per evitare questa (che piú non è, perché nome noto a tutti) difficoltà, si poteva adattare in Nuova Iorca (si veda l’aggettivo e sostantivo nuovaiorchese, regolarmente registrato) – ma non s’è voluto fare.

Insomma, una lettura lettera per lettera di nomi appartenenti a lingue che non hanno un’ortografia di tipo semifonetico (come per esempio l’inglese e il francese) è impensabile, soprattutto quando questi nomi hanno una tradizione orale di parecchi secoli.

Chi mette in circolazione nomi e parole straniere s’informi sulla loro esatta grafia e pronuncia. In realtà, i casi d’incertezza sono pochi se consideriamo gli scambi quotidiani. Chi deve leggere un testo in pubblico o per radio o televisione ha tempo di prepararsi (qualora il testo contenesse nomi peregrini d’ignota pronunzia).

Inviato: gio, 21 gen 2010 1:04
di Arturo
Mi pare che lo spagnolo faccia così. In spagnolo, ad esempio, club si legge club e non clab o cleb!
Concordo su quanto detto a proposito di New York, ma non sul fatto che i casi dubbi siano pochi.
Sono invece tantissimi: moltissimi locali (pub, ristoranti, ecc.) hanno nomi stranieri, tantissimi programmi per pc hanno nomi stranieri, tantissimi viaggiatori ritornano in Italia e presentano nuove città e villaggi sconosciuti dai nomi impronunciabili, tantissimi siti internet hanno un indirizzo legato a nomi stranieri.
Prima di internet ci si poteva ancora basare sulle traduzioni adottate per le città, Monaco di Baviera per Mϋnchen per fare un esempio, e per altre realtà geografiche, ma oggi diventa un'esigenza sempre più sentita.

Inviato: gio, 21 gen 2010 13:14
di Marco1971
L’inglese, per chi naviga in rete, non è un’opzione ma una necessità: bisogna studiarlo e cosí si risolveranno molti dubbi di pronuncia. ;)

Inviato: gio, 21 gen 2010 16:46
di methao_donor
La soluzione è semplicissima, come lei ha già suggerito: impariamo tutte le lingue. :)

Scherzi a parte (ma neanche troppo: imparare altre lingue non può fare che benissimo), il fatto è che talvolta documentarsi sulla pronuncia originale non basta.

Le lingue, infatti, hanno sistemi fonetici molto diversi tra loro, e tante volte non ci sarebbe possibile pronunciare un certo suono anche "sapendo" come dovrebbe essere.

Il mio babbo, dopo oltre 20 anni di matrimonio, ancora non riesce a pronunciare il nome di mia madre, al pari di tutta la mia famiglia italiana.

Il fatto è che mia madre, cèca, ha nel nome una " ř ", che è un suono quasi impronunciabile per un italiano (e per molti altri; sembra che il suono in questione sia presente solo in lingua ceca).

Una soluzione "giusta" non c'è: al piú si può adattare graficamente e foneticamente dove si può, e arrangiarsi negli altri casi.

Inviato: ven, 22 gen 2010 16:39
di Arturo
Concordo sul fatto che imparare le lingue non possa far che bene. Io stesso me la cavo con il tedesco, lo spagnolo, il francese e riesco ad utilizzare l'inglese (almeno per quanto riguarda la mia attività), poi conosco un po' di polacco e un po' di turco, un po' di greco. Purtroppo troppo poco di ogni lingua.
Ma il tempo per imparare nuove cose è sempre poco.

Inviato: ven, 05 feb 2010 15:52
di Carnby
methao_donor ha scritto:…sembra che il suono in questione sia presente solo in lingua ceca.
A dire il vero, c'è anche in siciliano.