Inviato: ven, 02 lug 2010 11:46
Beh, finora tutte le proposte ortografiche piú autorevoli si sono mosse anche in codesta direzione. Resterebbe però insoluta la questione delle opposizioni fonematiche che non si evincono dalla scrittura —[e] ~ [E], [o] ~ [O]— e quella ancor piú spinosa della cogeminazione.Marco1971 ha scritto:Io proporrei una riforma semplice e inappariscente: si segnano gli accenti su tutte le parole sdrucciole … e su quei vocaboli che escono in -io/-ia con i tonica: […]. S’intenderebbe che le parole senz’accento sono piane.
Per amor di storia, leggiamo come s’esprime il Castellani (che, per l’occasione, impiega l’ortografia riveduta di cui prima ho fatto cenno; sott. mia):
Il difètto dei progètti di riforma chê hò visti finora è nella loro stravaganza, ô nella loro incompletezza ê timidità. Non mi pare chê cambiamenti graduali àbbiano molta probabilità d’imporsi. Perché un sistèma pòssa venir accettato bişogna chê sia complèto, chê permetta di risalire in tutti i caşi alla pronuncia corrètta, sènza chê rimangan dubbi.
Dal giudizio del grande linguista io umilmente mi dissocio: una riforma «traumatica» (e poco vale che «gli eventuali segni nuòvi dèbbono lasciare sostanzialmente immutata la fişionomìa del sistèma tradizionale», come si legge piú avanti), con un’introduzione piú o meno massiccia di diacritici, non ha, realisticamente, possibilità di attecchire.
È altresí vero che una norma dovrebbe (lege: «ormai può soltanto») limitarsi a normalizzare, appunto, a generalizzare una tendenza, a renderla normativa; e oggigiorno l’unica tendenza apprezzabile è quella che prevede l’accentazione sugli omografi meno noti (e.g. «compíto») e laddove la tradizione ha imposto/diffuso l’uso del segnaccento (e.g. «dèi», «princípi»), non tacendo infine i casi in cui ambo gli omografi presentano l’accento scritto, come ad esempio in «àmbito» e «ambíto», in «súbito» e «subíto» (piú frequente il segnaccento sugli omografi piani, ché lo scrivente pare avvertire piú pressante la necessità di scongiurare la confusione, mentre il segnaccento sugli sdruccioli è quasi un tratto distintivo dei saggisti di cultura medio-alta).
Per me, dunque, l’unica riforma attuabile è quella che prevede la normalizzazione dei diacritici sugli omografi, secondo come siano stati promossi dalla tradizione.