Inviato: ven, 05 ago 2011 17:31
Più che di parola macedonia, potrebbe trattarsi di un incrocio.Marco1971 ha scritto:Improbabile... Ch’io sappia, il latino non conosce parole macedonia, come sembra essere questa...
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Più che di parola macedonia, potrebbe trattarsi di un incrocio.Marco1971 ha scritto:Improbabile... Ch’io sappia, il latino non conosce parole macedonia, come sembra essere questa...
Si partirebbe da tubulus con influsso di trudo, quindi non trudotubulus ma trubulus. Giungere da trudotubulus a trubolo non è facile.Marco1971 ha scritto:Però partendo da (ex)trudo + tubulus, avremmo trudotubulus > trubulus, che sarebbe una parola macedonia esattamente come cant[ant]autore.
Mi domando come possa influire una forma come trudo, se non è voce a sé stante, ma parte di extrudo. In genere, mi pare, i casi d’incroci per vicinanza fonica interessano voci largamente note ai parlanti. Ma in effetti, senza documentazione, sembra un delirio!u merlu rucà ha scritto:Si partirebbe da tubulus con influsso di trudo...
Ho trovato una descrizione dell'alambicco in francese:zosimo, Panapolitano [o Monipolita], [III sec. dell'E. V. ?], richiama, per primo, la nostra attenzione tra gli ermetisti di cultura greca usciti dalla scuola alessandrina. Tutti gli alchimisti ne parlano col massimo rispetto e lo chiamano la Corona dei filosofi.
Gli vengono attribuiti vent’otto libri alchimia, molti dei quali sono andati perduti. Ecco i titoli di alcuni dei pervenutici:
I. Memorie autentiche di Zosimo, Panopolitano, nelle quali si tratta del mercurio filosofico, della metafisica, dell'alchimia e degli stretti rapporti che corrono tra queste e l'altre branche della magia. Zosimo esprime completamente le idee degli Gnostici.
II. Del Tribicus (lambicco a tre punte). V'è data la descrizione dell'apparecchio, corredata di una serie di figure esplicative.
Fais trois tubes d'airain dont les parois soient assez épaisses, et de seize coudées de longueur. Les ouvertures ou langues pratiquées à la partie inférieure du ballon doivent exactement s'adapter à ces tubes, qui eux-mêmes viennent aboutir à d'autres ballons plus petits. Un gros tube fait communiquer le matras (sous lequel on met le feu) avec le grand ballon de verre ; et l'appareil porte, contre toute attente, l'esprit en haut. Après avoir ainsi adapté les tubes, on en lute exactement toutes les jointures. il faut avoir soin que le grand ballon en verre, placé au-dessus du matras (avec lequel il communique par un tube), soit assez épais pour que la chaleur qui fait porter l'eau en haut ne le brise pas.