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Inviato: lun, 05 set 2011 20:37
A Luca 86: nemmeno io penso sia stato respinto, piuttosto "perso" o "dimenticato" nei meandri politici di governi che sembrano muoversi solo quando obbligati dall'UE o quando possono raccogliere voti e consenso. Sono pienamente d'accordo con lei sulla positività dell'approdo della questione alle camere. 
Al tempo stesso mi preoccupa che vi stazioni da molti, troppi anni, senza trovare una evoluzione concreta: il primo DDL per l'istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana era già stato comunicato alla Presidenza del Senato il 21 dicembre 2001, e ben dieci anni dopo nessuna legge è stata promulgata...di questo passo, campa cavallo...
A Infarinato: pienamente d'accordo. Per parare le stoccate ed evitare accuse (ridicole, a mio parere) di pseudo-fascismo è necessario "inserire" la questione linguistica in una panoramica più ampia, che mostri il collegamento tra la lingua e importanti diritti costituzionali tra i quali, da lei giustamente citato, il «principio di comprensibilità». Nella voce della Legge Toubon sopra citata troverete la Proposta di legge di Philippe Marini, che mostra un caso di sanzione ai danni General Electric basata proprio su motivazioni riconducibili all'analogo principio francese. L'approccio da lei proposto mi piace molto.
A Marco: davvero? Come mai? Le confesso che non pensavo: l'espressione è molto usata dalle mie parti, non mi ero mai interrogato sulla sua correttezza.
A tutti: non mettiamo il carro davanti ai buoi. Credo che ciò che dice u merlu rucà sia ben fondato, tuttavia potremmo cercare di ottenere l'appoggio multipartitico dell'Onorevole Frassinetti e altri, proprio per cercare evitare il dimenticatoio. Non mi pare il caso di disperare fin da ora.
Nota: purtroppo, la legge francese si regge su un principio costituzionale ben più forte dei nostri (attualmente disponibili).

Al tempo stesso mi preoccupa che vi stazioni da molti, troppi anni, senza trovare una evoluzione concreta: il primo DDL per l'istituzione del Consiglio superiore della lingua italiana era già stato comunicato alla Presidenza del Senato il 21 dicembre 2001, e ben dieci anni dopo nessuna legge è stata promulgata...di questo passo, campa cavallo...

A Infarinato: pienamente d'accordo. Per parare le stoccate ed evitare accuse (ridicole, a mio parere) di pseudo-fascismo è necessario "inserire" la questione linguistica in una panoramica più ampia, che mostri il collegamento tra la lingua e importanti diritti costituzionali tra i quali, da lei giustamente citato, il «principio di comprensibilità». Nella voce della Legge Toubon sopra citata troverete la Proposta di legge di Philippe Marini, che mostra un caso di sanzione ai danni General Electric basata proprio su motivazioni riconducibili all'analogo principio francese. L'approccio da lei proposto mi piace molto.

A Marco: davvero? Come mai? Le confesso che non pensavo: l'espressione è molto usata dalle mie parti, non mi ero mai interrogato sulla sua correttezza.

A tutti: non mettiamo il carro davanti ai buoi. Credo che ciò che dice u merlu rucà sia ben fondato, tuttavia potremmo cercare di ottenere l'appoggio multipartitico dell'Onorevole Frassinetti e altri, proprio per cercare evitare il dimenticatoio. Non mi pare il caso di disperare fin da ora.

Nota: purtroppo, la legge francese si regge su un principio costituzionale ben più forte dei nostri (attualmente disponibili).
Credo dovremmo lavorare anche su questo aspetto.La legge Toubon poggia su una disposizione introdotta nel 1992 nella Costituzione francese: «La lingua della Repubblica è il francese» (articolo 2). In questo modo, la legge riconosce al cittadino francese il diritto a esprimersi e ricevere in francese tutte le informazioni relative alla presentazione dei prodotti, i modi d'uso e le garanzie. L'atto normativo genera pertanto l'obbligo a redigere i testi corrispondenti in lingua francese.