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Inviato: ven, 16 dic 2011 19:32
di Andrea Russo
Marco1971 ha scritto:Da
questo.

A proposito di DOP, io userei l'intimidazione «chi c'è costì!», almeno in Toscana. Peccato che non s'è formata l'espressione «stare sul chi c'è costì».
Inviato: ven, 16 dic 2011 19:49
di Marco1971
Sandro1991 ha scritto:Riporto una simpatica sequenza di monosillabi cogeminanti:
chi piú fa può piú se fa da sé.

Ma con le eventuali pause si inattiva qualche cogeminazione di troppo... sarebbe uno
scoppiettio di sillabe!

Per me, ne cade una sola:
chi ppiú ffa, può ppiú sse ffa dda ssé.

Inviato: ven, 16 dic 2011 21:11
di Ferdinand Bardamu
Marco1971 ha scritto:Probabilmente, ma a me queste cogeminazioni vengono spontanee...

Poi siam venuti noi «nordici» e abbiamo fatto razzia di consonanti come i Visigoti di Alarico fecero con Roma.
Comunque, fuor di scherzo, Sandro ha fornito un'interessante soluzione, quella del bilanciamento eufonico, che potrebbe spiegare la mancata cogeminazione, ad esempio, di
che in
piuccheperfetto (tu stesso avevi sollevato la questione
in questo filone).
Inviato: ven, 16 dic 2011 22:16
di Marco1971
Comunque, per quanto mi riguarda, considero sbagliata la grafia
piuccheperfetto.

Inviato: ven, 16 dic 2011 22:53
di Fausto Raso
Marco1971 ha scritto:Comunque, per quanto mi riguarda, considero sbagliata la grafia
piuccheperfetto.

Secondo il
Treccani è grafia corretta...
Inviato: ven, 16 dic 2011 23:04
di Marco1971
Tagliamo la testa al toro e facciamo come il DOP:
meno bene piuccheperfetto.

Inviato: ven, 16 dic 2011 23:07
di Andrea Russo
Marco m'ha battutto sul tempo!
Perché poi la grafia
piuccheperfetto dovrebbe essere corretta?
Inviato: ven, 16 dic 2011 23:45
di Fausto Raso
Questi vocabolari!....
Il
De Agostini dà, come prima attestazione,
piuccheperfetto.
Un povero cristo a chi deve dare ascolto?

Altri vocabolari.
GDU: p
iuccheperfetto piuccheperfetto /�pjukkeper'f-tto/ (piuc�che�per�fet�to) s.m. + gramm. [av. 1544; dalla loc. pi� che perfetto, cfr. loc. lat. plus quam perfectum, fr. plus–que–parfait, 1550] tempo della coniugazione verbale di alcune lingue antiche e moderne, corrispondente al trapassato di quella italiana, che indica un'azione passata anteriore a un'altra anch'essa trascorsa (ad es.: lat. amaverat "aveva amato", amavisset "avesse amato") � (12).
Devoto-Oli: piuccheperfetto piuccheperfetto
sostantivo maschile
Tempo del verbo che indica azione anteriore a quella rappresentata dal
perfetto: tale il lat. amaverat, che si oppone ad amavit (nel modo
indicativo), e amavisset, che si oppone ad amaverit (nel modo
congiuntivo); in italiano, equivale al trapassato (prossimo e remoto).
Calco sul latino plusquamperfectum.
Sabatini - Coletti:
piuccheperfetto[piuc-che-per-fèt-to] s.m.
gramm. Tempo verbale che indica un'azione compiuta nel passato prima di un'altra anch'essa passata, ovvero prima del momento di riferimento (p.e. alle 5 era già uscito); in it. è tradizionalmente chiamato trapassato prossimo
sec. XVI
Inviato: sab, 17 dic 2011 0:15
di Andrea Russo
Il
più cogemina, e il
che cogemina. Partendo dalla forma
più che perfetto perché scrivere
piuccheperfetto, "facendo cogeminare" solo il
più? Questo è razzismo linguistico!
Magari oggi sarà la forma più comune, e come tale i dizionari la registrano, ma ciò non vuol dire che sia la forma più corretta!

Inviato: sab, 17 dic 2011 0:22
di Fausto Raso
Sono d'accordissimo con lei, caro Andrea, ho solo voluto mettere in evidenza il fatto che non sempre i vocabolari sono di aiuto, anzi... spesso intorbidano le "acque linguistiche".
Inviato: sab, 17 dic 2011 0:48
di Infarinato
Sandro1991 ha scritto:Enigma risolto.
MaPI ha scritto:[...] Ciò non significa, però, che non s'usino strategie per attenuare eventuali sequenza di monosillabi cogeminanti. Infatti chi va là, per esempio, ha varie possibilità «bilanciate» /kivva'la*, kival'la*; kiva'la*; −°/, piú spesso del teorico /kivval'la*/.
È una questione di
bilanciamento eufonico.

Non mi convince…

Secondo me l’unica spiegazione plausibile è quella data tra le righe dal
DOP, ovvero la lessicalizzazione dell’espressione…
In senso proprio,
chi va là? si continua a leggere [ˌkivvalˈla] (…si noti per inciso che
una [
lieve]
pausa non basta a bloccare il raddoppiamento fonosintattico [in Toscana]:
cfr. L. Agostiniani,
Su alcuni aspetti del “rafforzamento sintattico” in Toscana e sulla loro importanza per la qualificazione del fenomeno in generale, «Quaderni del Dipartimento di Linguistica, Università degli studi di Firenze»,
3 [1992]: 1–28
).
Inviato: sab, 17 dic 2011 0:59
di Ferdinand Bardamu
Però mi pare che la lessicalizzazione possa spiegare perché la forma ci sia giunta con questa grafia (e, di conseguenza, con questa pronuncia), non il motivo per cui c'è stata questa mancata cogeminazione.
Inviato: sab, 17 dic 2011 11:24
di Carnby
Credo che non sia un'espressione genuinamente toscana: anche qui ho spesso sentito dire [stare sul] /kiva'la/ mentre per Chi va là? si sente sempre dire /kivval'la/.
Inviato: sab, 17 dic 2011 11:29
di Infarinato
Ferdinand Bardamu ha scritto:Però mi pare che la lessicalizzazione possa spiegare perché la forma ci sia giunta con questa grafia (e, di conseguenza, con questa pronuncia), non il motivo per cui c'è stata questa mancata cogeminazione.
No, semmai è la grafia [univerbata] a rispecchiare una pronuncia ormai consolidata [per la locuzione esclamativa]…

Una pronuncia alla cui origine vedrei una tipica cristallizzazione d’àmbito militaresco.
Del resto
non v’è traccia di
chi va là (tosc. mod. «chi c’è costí?») in fiorentino/toscano antico: solo
chi è là? (esempi con quel preciso significato in Boccaccio e Sacchetti).
Anzi, potrebbe addirittura trattarsi d’un prestito,
probabilmente dal francese (
forse attraverso l’italiano settentrionale): il
GRADIT data la locuzione di comando al 1791, mentre secondo il Littré il francese
qui(
-)
va(
-)
là ? risalirebbe almeno al XVI secolo.

Inviato: sab, 17 dic 2011 11:38
di Carnby
Infarinato ha scritto:Del resto
non v’è traccia di
chi va là (tosc. mod. «chi c’è costí?») in fiorentino/toscano antico: solo
chi è là?
Ma per «chi va là [in quel posto]?», «chi [ci] va là», «chi [è che] va laggiù» ecc.?
Infarinato ha scritto:Anzi, potrebbe addirittura trattarsi d’un prestito, probabilmente dal francese (forse attraverso l’italiano settentrionale)
Potrebbe essere, sì.