Caro Ladim, il riferimento alla "discendenza" dal latino sottintendeva la richiesta di delucidazione di un ignorante (absit iniuria verbo) riguardo alla distinzione netta che - proprio in relazione all'origine dalla lingua morta - lei fa delle due forme (e non solo lei, ma anche Serianni, il quale tratta in un paragrafo specifico la "costruzione percettiva" e in un altro quella costituita dall'"accusativo con l'infinito", soltanto per quest'ultima richiamando la parentela col latino). Ora penso di aver capito, e la ringrazio.
Per quel che riguarda il concetto di "dislocazione sintattica": intendevo dire che l'«hunc» era all'inizio "rivolto a sinistra" (verso «Iubeo»), poi, successivamente, si "indirizzò a destra" (verso «abire»).
Grazie ancora.
Aspetto il cielo piangere
Moderatore: Cruscanti
Anche a me la frase non suona agrammaticale ma poetica, tuttavia non sapevo darmene spiegazione. Poi ho pensato che vedo piangere è un costrutto legale in italiano, quindi probabilmente la frase non mi sembra agrammaticale perché la percepisco come aspetto (di vedere) il cielo piangere con licenza poetica nel sottintendere il verbo vedere che reggerebbe l'oggettiva. Farnetico? 

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