Aspetto il cielo piangere

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
bartolo
Interventi: 279
Iscritto in data: gio, 29 set 2005 17:04

Intervento di bartolo »

Caro Ladim, il riferimento alla "discendenza" dal latino sottintendeva la richiesta di delucidazione di un ignorante (absit iniuria verbo) riguardo alla distinzione netta che - proprio in relazione all'origine dalla lingua morta - lei fa delle due forme (e non solo lei, ma anche Serianni, il quale tratta in un paragrafo specifico la "costruzione percettiva" e in un altro quella costituita dall'"accusativo con l'infinito", soltanto per quest'ultima richiamando la parentela col latino). Ora penso di aver capito, e la ringrazio.

Per quel che riguarda il concetto di "dislocazione sintattica": intendevo dire che l'«hunc» era all'inizio "rivolto a sinistra" (verso «Iubeo»), poi, successivamente, si "indirizzò a destra" (verso «abire»).

Grazie ancora.
Avatara utente
chiara
Interventi: 109
Iscritto in data: gio, 03 set 2009 23:11
Località: Ferrara

Intervento di chiara »

Anche a me la frase non suona agrammaticale ma poetica, tuttavia non sapevo darmene spiegazione. Poi ho pensato che vedo piangere è un costrutto legale in italiano, quindi probabilmente la frase non mi sembra agrammaticale perché la percepisco come aspetto (di vedere) il cielo piangere con licenza poetica nel sottintendere il verbo vedere che reggerebbe l'oggettiva. Farnetico? :?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

È agrammaticale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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