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Inviato: mar, 09 ott 2012 19:13
di Ferdinand Bardamu
Facendo mente locale, mi pare che il ché enfatico, e accentato nella grafia, sia piú frequente se preceduto da una pausa. Qualche esempio da Google Libri:

Combattano dunque sulla via di Dio coloro che volentieri cambiano la vita terrena con l'Altra, ché a colui che combatte sulla via di Dio, ucciso o vincitore, daremo mercede immensa. [da una sura del Corano citata qui]

Non vi pensate ch’io vi dia la baia;
Chè voi siete sì bella e sì garbata,
che l’altre paion certo il trenta paia.
[Gasparo Gozzi, Rime piacevoli, «Del Fumoso della congrega de' Rozzi alla padrona sposa»]

Questa circostanza sembra confermata anche dagli esempi del Gabrielli in linea, s.v. «ché». Gli esempi casuali che ho riportato qui sopra sottolineano che si tratta di un uso letterario.

Viceversa, in genere non c'è pausa tra il che polivalente negli altri casi e la reggente che lo precede: es. corri che arrivi tardi è realizzato senza una cesura tra corri e che.

Che dite, può reggere la mia ipotesi?

Inviato: mar, 09 ott 2012 20:38
di Souchou-sama
Ferdinand Bardamu ha scritto:Viceversa, in genere non c'è pausa tra il che polivalente negli altri casi e la reggente che lo precede: es. corri che arrivi tardi è realizzato senza una cesura tra corri e che.
Su questo non sono del tutto d’accordo. Pronunciando corri che arrivi tardi, forse non c’è una pausa fortemente percepibile, ma di certo corri e che arrivi tardi formano due gruppi intonativi ben distinti. (Infatti potremmo benissimo scrivere: Corri, che arrivi tardi!) Cfr. invece una frase come l’uomo che arrivò tardi, in cui davvero non ci sono pause e abbiamo un unico gruppo intonativo.

Inviato: mar, 09 ott 2012 22:17
di Ferdinand Bardamu
Ha ragione. Secondo lei, si può dire allora che sia condizione necessaria – ché :wink: l'enfasi e il «tono vibrato» presuppongono una pausa – ma non sufficiente? Oppure l'unico discrimine è la letterarietà?

Inviato: gio, 22 nov 2012 19:13
di icio85
Nella poesia All'Italia del Leopardi si trova al verso 24 un "che fosti donna, or sei povera ancella". Si tratta di un ché senza accento oppure di un che polivalente?
http://www.parafrasando.it/poesie/LEOPA ... talia.html

Inviato: gio, 22 nov 2012 19:39
di Marco1971
Leopardi non accentava mai né il né il ché. Qui si tratta del ché.

Inviato: lun, 08 giu 2015 21:48
di PersOnLine
Nella frase "Oggi[,] dopo due anni che insieme abbiamo costruito la nostra barca, siamo pronti al grande viaggio", quel che è corretto?

Inviato: lun, 08 giu 2015 23:08
di Fausto Raso
PersOnLine ha scritto:Nella frase "Oggi[,] dopo due anni che insieme abbiamo costruito la nostra barca, siamo pronti al grande viaggio", quel che è corretto?
A mio avviso la frase è corretta perché quel "che" è un che polivalente e sta per "in cui", "nei quali", "durante i quali".