«Tirarsela»
Moderatore: Cruscanti
Ho seguito il consiglio di Ladim, e ho chiesto ai miei figli cosa pensassero dell'espressione "viaggiarsela".
La risposta ha stupito anche me. In sintesi, secondo loro il "la" di viaggiarsela" non sottintende proprio nulla, è solo un'estensione dell'uso del suffisso "-sela" nei verbi, a sottolineare molto fortemente che si tratta di qualcosa che riguarda sé stessi.
La mia proposta di confrontare la risposta con l'analisi fatta qualche giorno fa su "tirarsela", ha sortito una loro reazione stupita. Sempre secondo loro, si tratterebbe di estendere il significato del "la" anche a espressioni che nulla sottintendono, proprio come "viaggiarsela", perché "rendono bene l'idea allo stesso modo", senza dare peso al fatto che il "la" sottintenda o no qualcosa.
Lascio volentieri agli esperti l'onere di commentare, sperando di aver dato un ulteriore contributo alla discussione.
La risposta ha stupito anche me. In sintesi, secondo loro il "la" di viaggiarsela" non sottintende proprio nulla, è solo un'estensione dell'uso del suffisso "-sela" nei verbi, a sottolineare molto fortemente che si tratta di qualcosa che riguarda sé stessi.
La mia proposta di confrontare la risposta con l'analisi fatta qualche giorno fa su "tirarsela", ha sortito una loro reazione stupita. Sempre secondo loro, si tratterebbe di estendere il significato del "la" anche a espressioni che nulla sottintendono, proprio come "viaggiarsela", perché "rendono bene l'idea allo stesso modo", senza dare peso al fatto che il "la" sottintenda o no qualcosa.
Lascio volentieri agli esperti l'onere di commentare, sperando di aver dato un ulteriore contributo alla discussione.
Consiglio il
"Dizionario storico dei linguaggio giovanile - Scrostati, gaggio!" scritto da Renzo Ambrogio e Giovanni Casalegno per Utet (Torino, 2005).
Di piacevolissima lettura e vastissima varietà di termini giovanili un po' da tutta italia, con citazioni letterarie (quasi tutti testi di canzoni rap), etimologia ed esempî.
"Tirarsela", come già segnalata era inizialmente prerogativa femminile ed il "tirare" era inteso come "trarre a sé", che cosa si tragga a sé è facilmente intuibile. (sin. "menarsela")
A mio parere l'uso del "-sela" lo si potrebbe dedurre dall'espressione «Se la canta e se la suona», ossia la tal cosa la fa il soggetto per se stesso, è un modo per avvicinare il verbo al soggetto isolandolo, rendendolo molto personale.
"Dizionario storico dei linguaggio giovanile - Scrostati, gaggio!" scritto da Renzo Ambrogio e Giovanni Casalegno per Utet (Torino, 2005).
Di piacevolissima lettura e vastissima varietà di termini giovanili un po' da tutta italia, con citazioni letterarie (quasi tutti testi di canzoni rap), etimologia ed esempî.
"Tirarsela", come già segnalata era inizialmente prerogativa femminile ed il "tirare" era inteso come "trarre a sé", che cosa si tragga a sé è facilmente intuibile. (sin. "menarsela")
A mio parere l'uso del "-sela" lo si potrebbe dedurre dall'espressione «Se la canta e se la suona», ossia la tal cosa la fa il soggetto per se stesso, è un modo per avvicinare il verbo al soggetto isolandolo, rendendolo molto personale.
«Duva vidi moju zzappa fundu»
·Dum·Doceo·Disco·
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Dal succitato "Dizionario Storico dei Linguaggi Giovanili"
Tirarsela: darsi molte arie, atteggiarsi;
registr. anche da Ferrero, Gerghi [Ernesto Ferrero, Dizionario storico dei gerghi italiani. Dal quattrocento a oggi, Milano, Mondadori, 1991], Banfi 1992, 120, 129 in area milanese e trentina [Emanuele banfi, "Conoscenza e uso di lessico giovanile a Milano e a Trento" in AA.VV., Il linguaggio giovanile degli anni Novanta. Regole, invenzioni, gioco, a cura di Emanuele Bandi e Alberto Sobrero, Roma-Bari, Laterza, 1992] e Marcato-Fusco, Parlare Giovane [Carlo Marcato - Fabiana Fusco, Parlare "giovane" in Friuli, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1994].
Poi vi sono le varie citazioni.
Tirarsela: darsi molte arie, atteggiarsi;
registr. anche da Ferrero, Gerghi [Ernesto Ferrero, Dizionario storico dei gerghi italiani. Dal quattrocento a oggi, Milano, Mondadori, 1991], Banfi 1992, 120, 129 in area milanese e trentina [Emanuele banfi, "Conoscenza e uso di lessico giovanile a Milano e a Trento" in AA.VV., Il linguaggio giovanile degli anni Novanta. Regole, invenzioni, gioco, a cura di Emanuele Bandi e Alberto Sobrero, Roma-Bari, Laterza, 1992] e Marcato-Fusco, Parlare Giovane [Carlo Marcato - Fabiana Fusco, Parlare "giovane" in Friuli, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1994].
Poi vi sono le varie citazioni.
«Duva vidi moju zzappa fundu»
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Non so se stabilisco qualche record riaprendo un filone dopo oltre nove anni...
Il fatto è che mi domando se l'espressione «tirare il pacco» (nel noto senso di "fare un bidone", ossia "annullare o non presentarsi a un appuntamento") si possa ricollegare a «tirarsela», considerando la probabile allusione sessuale eviscerata negl'interventi precedenti per quest'ultima e presente anche (mutatis... mutandis!
) nel sost. pacco.
Il fatto è che mi domando se l'espressione «tirare il pacco» (nel noto senso di "fare un bidone", ossia "annullare o non presentarsi a un appuntamento") si possa ricollegare a «tirarsela», considerando la probabile allusione sessuale eviscerata negl'interventi precedenti per quest'ultima e presente anche (mutatis... mutandis!

Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Secondo la Treccani, tirarsela avrebbe un sottinteso che riguarda la masturbazione, come menarsela.
Si evinceva anche dall'intervento di cuci. Una ragazza che se la tira sarebbe quindi vista, in origine, come una che preferisce "far da sé" piuttosto che cedere alle avance di un pretendente.PersOnLine ha scritto:Secondo la Treccani, tirarsela avrebbe un sottinteso che riguarda la masturbazione, come menarsela.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Re: "Tirarsela"
Anch'io la sapevo così.Max ha scritto:“Se la tira”, infine, era inizialmente un’espressione riferibile a una ragazza che si dà delle arie, che “tirandosela” (ossia “chiudendosela come se avesse una zip" - e non è il caso di spiegare cosa…) non si/la concede a nessuno.incarcato ha scritto:Cosa si tireranno mai costoro? Il suono non mi piace ma, non capendo, sospendo il giudizio.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
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Concordo e aggiungo anche un abbozzo di spiegazione per l'estensione del termine al maschile.
Ricordo che lo usavamo (lo usavano, per essere precisi, nel senso che non era uso femminile, bensì uso giovanile dei miei bei tempi...) in connessione con la definizione di "fighetta" applicata a quei maschi con mille fisime, sempre con qualcosa da ridire o a cui non sapevano adattarsi. Oppure accuratissimi e azzimati. Insomma, una specie di dispregiativo legato a un atteggiamento ritenuto poco mascolino; a volte era dettato da una sottintesa invidia, perché questa tipologia poteva anche riscuotere più successo del "vero duro".
Per logica conseguenza, se un vero maschio è uno "sborone" (qui ci sarebbero anche delle derivazioni dialettali del termine da esaminare), una "fighetta" ovviamente "se la tira" (la cosa di cui si è disquisito sinora).
Ricordo che lo usavamo (lo usavano, per essere precisi, nel senso che non era uso femminile, bensì uso giovanile dei miei bei tempi...) in connessione con la definizione di "fighetta" applicata a quei maschi con mille fisime, sempre con qualcosa da ridire o a cui non sapevano adattarsi. Oppure accuratissimi e azzimati. Insomma, una specie di dispregiativo legato a un atteggiamento ritenuto poco mascolino; a volte era dettato da una sottintesa invidia, perché questa tipologia poteva anche riscuotere più successo del "vero duro".
Per logica conseguenza, se un vero maschio è uno "sborone" (qui ci sarebbero anche delle derivazioni dialettali del termine da esaminare), una "fighetta" ovviamente "se la tira" (la cosa di cui si è disquisito sinora).
Qui, per il «maschio curato» (ben vestito, di classe sociale superiore ecc.), perlopiù pottaione (pottino è più delicato).domna charola ha scritto:in connessione con la definizione di "fighetta" applicata a quei maschi con mille fisime, sempre con qualcosa da ridire o a cui non sapevano adattarsi. Oppure accuratissimi e azzimati.

Qui perlopiù ca(c)one, come quelli che sgommano al semaforo con la macchina sportiva.domna charola ha scritto:Per logica conseguenza, se un vero maschio è uno "sborone" (qui ci sarebbero anche delle derivazioni dialettali del termine da esaminare)

Ultima modifica di Carnby in data lun, 23 feb 2015 23:11, modificato 1 volta in totale.
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Figa e fighetta sono sostantivi non indigeni, ma che hanno conosciuto una certa fortuna anche qui: qualcuno di zona veniva chiamato, già qualche tempo fa, il Figa (anzi i' Figa).PersOnLine ha scritto:Al maschile, ho sentito anche io dire che "è un fighetta", ma la parola mi sembra tradire una certa origine milanese.

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