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Inviato: dom, 28 apr 2013 16:54
di Animo Grato
Spronato dall'intervento di Souchou-sama, sono andato a leggermi la voce Allofoni nell'Enciclopedia Treccani, e verso la fine ho trovato ciò che faceva al caso mio e che qui riporto ed evidenzio:
in Piemonte, Valle d’Aosta, Alto Adige e alcuni centri dell’Emilia Romagna come Parma la /r/ è prodotta uvulare [ʀ, ʁ]
Ecco, questa è la r sulle cui origini chiedevo spiegazioni.
Carnby ha scritto:Canepari parla di [ʀ ʁ] (e la «sua» [ʀ] rovesciata) come realizzazioni del fonema /r/ molto frequenti specie nella zona di Fidenza.
Gene Gnocchi ne è un ottimo esempio.
Carnby ha scritto:Tornando all'«r francese», ritenete che questa cartina sia attendibile? Secondo me, no (e non solo per quanto riguarda l'Italia).
Di quella cartina (o, meglio, della legenda di quella cartina) mi infastidisce la generalizzazione del presunto legame tra r uvulare e istruzione. :?:

Inviato: dom, 28 apr 2013 23:23
di valerio_vanni
Carnby ha scritto:
valerio_vanni ha scritto:Quando è una vibrante uvulare il suono mi pare aspro, più aspro di quanto sia la /r/ normale. A volte ho sentito definire quella /r/ come "arrotata".
Strano, in francese la [r] alveolare («normale» in italiano) è detta roulée
È giusto, però da parte degli italiani si tende a non mettere aggettivi per la /r/ più comune. Preciso che ho sentito questa definizione da parte di profani, non di esperti della materia.

Inviato: mar, 21 mag 2013 17:39
di GianDeiBrughi
Carnby ha scritto:Sul DiPI (§ 10.4.2) Canepari parla di [ʀ ʁ] (e la «sua» [ʀ] rovesciata) come realizzazioni del fonema /r/ molto frequenti specie nella zona di Fidenza.
Son a Parma quasi tutti i giorni e confermo che, a detta dei parmigiani stessi, son proprio i fidentini quelli con la "r" moscia più caratteristica. :twisted:
L'«erre moscia» può essere anche una semplice approssimante labiodentale (parlare con l'evve) ['ʋa:ʋo]
E sinceramente quando la sento debbo ammettere che, al mio orecchio, spesso si avvicina più a questa quasi-vu, che non alla "r" alla francese.

Ciò detto, in quel di Parma, quel che più risalta è una forte variabilità tra un parlante e l'altro in questo fenomeno. Cioè c'è chi ha una "r" quasi normale e chi praticamente dice "v".
Non escludo comunque che con questa variabilità c'entri magari l'immigrazione da altre zone senza "r" moscia, anche limitrofe come il reggiano.